Alimenti negati, chi paga il conto?

by azione azione
3 Novembre 2025

La povertà delle famiglie monoparentali, le falle nel sistema sociale e cosa fare se l’ex non versa i contributi per i figli

Rinunce quotidiane, fatture che si accumulano, niente vacanze e talvolta niente auto, tagli a cure mediche o dentistiche essenziali. Per molte famiglie basta poi una spesa imprevista di 1000 franchi per far tremare tutto. La povertà non è solo una condizione economica: è un tormento, un peso che si somma all’attività lavorativa, alla cura dei figli (senza contare il tempo speso per ottenere gli aiuti sociali e la fatica di comprendere i meccanismi burocratici correlati). E quando si è separati o divorziati, e l’ex partner non versa gli «alimenti» – tra solleciti, attese e battaglie legali – la situazione si trasforma in un vero incubo. Ne parliamo con Alessia Di Dio, coordinatrice dell’Associazione ticinese delle famiglie monoparentali e ricostituite (ATFMR).

Si tratta di violenza economica

Partiamo da un dato allarmante: nel nostro Cantone quasi una famiglia monoparentale su tre vive in povertà assoluta, dice l’intervistata. Si tratta perlopiù di madri con figli minorenni a carico, le quali si scontrano con discriminazioni e ostacoli di vario genere. «È la categoria più colpita dalla precarietà economica, una condizione difficile da superare, anche perché le misure di sostegno attuali risultano poco efficaci. Servono interventi mirati, pensati sulle esigenze reali di queste famiglie».

Dopo una separazione o un divorzio, infatti, le difficoltà si moltiplicano. Tra le più gravi, il mancato pagamento del contributo di mantenimento da parte del genitore non affidatario, fenomeno su cui scarseggiano dati recenti e precisi. «Secondo una stima di Caritas Svizzera, oltre il 20% dei genitori non affidatari, quasi sempre i padri, non versa del tutto o in parte i cosiddetti “alimenti”, oppure non lo fa in modo regolare. Per molti esperti tale dato è certamente sottostimato e anche dal nostro osservatorio vediamo come il mancato pagamento dei contributi sia purtroppo un fenomeno diffuso». L’ATFMR registra anche un aumento, negli ultimi anni, delle segnalazioni di interruzione del versamento del contributo ai figli che compiono 18 anni ma che, essendo ancora in formazione, hanno ancora diritto agli alimenti. «In questi casi sta ai neomaggiorenni avviare le procedure contro il genitore che non rispetta l’obbligo di sostenerli economicamente, ma spesso questi ragazzi o ragazze non se la sentono e rinunciano a far valere i propri diritti. Ciò significa che l’intero loro mantenimento va a ricadere sulle spalle del genitore affidatario. Le difficoltà finanziarie possono talvolta portare a un’interruzione della formazione da parte dei giovani».

Il mancato pagamento o i continui ritardi nel versamento dei contributi di mantenimento sono una forma di violenza economica che tuttavia non viene ancora generalmente riconosciuta come tale, sottolinea Di Dio. «Anzi, troppo spesso vediamo come i genitori affidatari, come detto quasi sempre le mamme, rinunciano ai loro diritti economici (e dei loro figli) pur di non vedersi confrontate con un ulteriore aggravarsi del conflitto genitoriale. Ci sono infatti padri che minacciano di non presentarsi più agli incontri coi figli se la madre avvia delle procedure contro di loro per la riscossione degli alimenti o – in virtù dell’autorità parentale congiunta – annunciano di voler ostacolare altri aspetti della vita famigliare».

Quali strumenti legali o istituzionali sono disponibili per tutelare il genitore affidatario? Se i contributi di mantenimento stabiliti in una decisione o in un accordo approvato dall’autorità competente non sono versati o sono versati solo parzialmente, in ritardo o in modo irregolare, il genitore affidatario può rivolgersi al servizio Aiuto all’incasso e all’Anticipo alimenti. «L’Aiuto all’incasso – spiega la nostra interlocutrice – fornisce assistenza e sostegno all’incasso degli alimenti, mettendo in atto, su procura dell’avente diritto, tutte le opportune misure giudiziarie ed esecutive per ottenere il pagamento dei soldi dovuti. L’Anticipo alimenti, invece, si occupa di anticipare al genitore richiedente il contributo dovuto dall’altro genitore per i figli minorenni». In Ticino l’anticipo corrisponde all’importo fissato nella decisione ufficiale, fino a un massimo di 700 franchi mensili a figlio, ma ha una durata limitata a 5 anni. «Tale limitazione temporale – quasi un unicum a livello svizzero – è a nostro avviso molto problematica poiché, trascorsi i 5 anni, i figli si vedono di fatto privati del loro diritto al mantenimento da parte dell’altro genitore e il nucleo monoparentale deve contare solo sulle proprie forze per arrivare a fine mese. Un altro aspetto problematico è il fatto che tali aiuti non sono retroattivi… Spesso passa diverso tempo prima che il genitore si rivolga a questi servizi, in parte perché non sono abbastanza conosciuti, in parte perché c’è una contraddizione di fondo tra il discorso dominante rispetto a come gestire le situazioni di separazione e divorzio (favorendo il dialogo, la mediazione, non trasformando il tutto in una guerra legale), e le procedure necessarie in ambito di mancato versamento degli alimenti. Così, se un genitore affidatario tenta prima la via del dialogo e della conciliazione, senza subito rivolgersi ai servizi di Anticipo alimenti e di Aiuto all’incasso e senza far partire subito dei precetti contro il proprio ex, allora di fatto è penalizzato perché l’Anticipo alimenti non è retroattivo e non vi è generalmente un sostegno per il recupero dei soldi persi».

L’importanza di tutelarsi

Il principio rimane questo, spiega Di Dio: entrambi i genitori sono tenuti al mantenimento della prole. In modo diretto, quando il genitore che ha la custodia del figlio si occupa di lui e dei suoi bisogni, oppure in modo indiretto quando il genitore non affidatario versa dei contributi di mantenimento o «alimenti» (per vitto, alloggio, abbigliamento, cure generali, salute, educazione, formazione, tempo libero, copertura contro il rischio di malattia e incidente). Il contributo va versato fino alla maggiore età del figlio o fino al completamento di una formazione che sia in grado di renderlo autonomo. L’ammontare degli alimenti è fissato caso per caso, applicando metodi di calcolo stabiliti dalla legge e tenendo conto dei bisogni del figlio e delle possibilità economiche dei genitori.

Alcuni genitori (sposati o meno) non sentono il bisogno di formalizzare un accordo di separazione. Ed è possibile decidere consensualmente di interrompere la vita familiare comune e riorganizzare il proprio quotidiano senza dover far intervenire alcuna autorità (separazione di fatto). «Tuttavia – fa notare l’esperta – un accordo informale tra genitori, non approvato dall’autorità competente, non ha valore legale e non è, ad esempio, ritenuto valido in caso di richiesta di un’eventuale prestazione sociale e non dà diritto all’Anticipo alimenti in caso di mancato pagamento della somma liberamente pattuita tra i genitori».

Per tutelare anche economicamente i propri figli è dunque consigliabile disporre il prima possibile di un accordo ufficiale con gli eventuali contributi di mantenimento. Questo può essere stilato in via consensuale tra i genitori, magari avvalendosi di un servizio di consulenza o di mediazione, oppure – in caso di disaccordo – è importante rivolgersi subito a un/a avvocato/a per avviare una procedura in Tribunale, affinché venga stabilito ufficialmente l’ammontare dei contributi dovuti. Se una persona non può sostenere le relative spese legali, può fare richiesta dell’assistenza giudiziaria (gratuito patrocinio).

«Alle coppie non sposate con figli si consiglia di affrontare fin da subito la questione del mantenimento, per tutelare i bambini in caso di separazione», dichiara Di Dio. «È possibile accordarsi in modo vincolante su come regolamentare le responsabilità di cura del bimbo e gli eventuali alimenti. Se approvata dall’ARP, questa convenzione rende dunque possibile – qualora fosse necessario – l’accesso all’Anticipo alimenti, permettendo al genitore che avrebbe diritto di riceverli di guadagnare tempo prezioso». Freepik.com