Inizia a cedere anche il muro delle lingue

by azione azione
20 Ottobre 2025

Nella divertente Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams (1979), i personaggi possono capire tutte le lingue grazie a un minuscolo «pesce-Babele» infilato nell’orecchio. A quei tempi era fantascienza; solo mezzo secolo fa un muro invisibile separava turisti e locali, limitando incontri e scambi, rendendo spesso penosa anche la vita quotidiana. Invano lo straniero si arrabattava con dizionari, ridicoli manuali di conversazione, interpreti poco affidabili, gesti facilmente fraintesi. Negli ultimi decenni la continua diffusione dell’inglese ha facilitato la comprensione reciproca, ma restano ampie zone d’ombra.

Ancora qualche giorno fa ‒ si racconta ‒ un impiegato di un aeroporto italiano avrebbe confuso «To Nice» con «Tunis», spedendo due inconsapevoli turiste nel Paese sbagliato. E secondo un recente sondaggio di «Preply», una piattaforma di corsi di lingua, un terzo degli statunitensi evita mete dove potrebbe avere problemi con la lingua; inoltre il 17% ammette di mangiare solo in catene di fast food americane, per timore di non capire i menu.

Adesso però Apple promette una rivoluzione definitiva. I nuovi auricolari wireless di fascia alta AirPods Pro 3, assistiti dall’intelligenza artificiale, ci permettono di ascoltare nella nostra lingua quello che l’interlocutore sta dicendo nella sua, oltretutto trascrivendo la conversazione in tempo reale sullo smartphone. Il servizio è già disponibile al di fuori dell’Unione europea e copre molte delle principali lingue: inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese, spagnolo. In arrivo entro l’anno: cinese mandarino, giapponese, coreano.

L’applicazione sembra funzionare bene, naturalmente se si parla lentamente, scandendo le parole, privilegiando concetti chiari e semplici. Le prestazioni peggiorano quando il sistema deve destreggiarsi tra errori di grammatica, accenti diversi, termini dialettali, gesti e così via. E ovviamente l’intelligenza artificiale commette ancora qualche errore, talvolta anche grossolano, sottolineato con divertimento dai diffidenti (ma sa anche correggersi rapidamente).

La traduzione istantanea incoraggerà i turisti a viaggiare più spesso e più lontano. Inoltre potrebbero essere invogliati a visitare regioni meno note, ristoranti e negozi locali, distribuendo più uniformemente le loro spese. Naturalmente questa nuova possibilità potrebbe mettere in difficoltà le scuole di lingua. Solo chi visita abitualmente un certo Paese, ne frequenta la cultura in lingua originale e cerca di integrarsi con i locali continuerà a studiare una lingua straniera diversa dall’inglese; chi soggiorna presso una famiglia ospitante all’estero, ad esempio, o chi desidera comprendere anche le sfumature emotive e personali della lingua.

Anche il personale delle agenzie di viaggio, degli aeroporti e dei servizi turistici beneficerà di questa innovazione; una comunicazione più efficace si traduce in minori ritardi, disservizi e incomprensioni, specie al di fuori dei Paesi più sviluppati, dove la formazione è meglio curata. Ci sono poi situazioni particolari, come il traffico aereo, dove la posta in gioco è ancora più alta: diversi incidenti mortali del passato erano dovuti a incomprensioni tra piloti e controllori di volo. Nel più grave disastro della storia dell’aviazione civile, quello di Tenerife (1977), in cui due Boeing 747 si scontrarono sulla pista causando 583 vittime, i fraintendimenti ebbero un ruolo decisivo.

Per il momento siamo nella fase di passaggio tra sperimentazione e applicazione su larga scala, ma l’impressione è che la traduzione istantanea realizzi finalmente l’eterno sogno dei viaggiatori, specie a livello dei bisogni quotidiani o professionali. Già ora il prezzo è ragionevole, ma naturalmente presto scenderà, com’è sempre successo, anche perché diverse aziende stanno lavorando su servizi simili. Per esempio i Pixel Buds utilizzano l’app Google Translate sugli smartphone Android a cui sono collegati per tradurre le conversazioni in tempo reale. E dall’aprile scorso Meta propone occhiali intelligenti (smart glasses) con la stessa funzione.

Insomma ci siamo quasi. E se qualche volta qualcosa non funziona, accettiamolo con grazia. Dopotutto, i viaggi migliori sono anche una somma di piacevoli imperfezioni.