Calendari e speranze per l’anno nuovo

by azione azione
15 Dicembre 2025

Tra i miei impegni di fine anno figura anche la quasi rituale visita a uno dei più piccoli negozi che ancora esistono e resistono in centro a Lugano. Sempre bello andare dall’Ambrosini. Non proprio per quel che vende – all’insegna ci sono armi e strumenti per i cacciatori, canne, lenze e ami per i pescatori – ma per altri due motivi. Innanzitutto perché conserva un’atmosfera ormai impagabile, oltre che introvabile. Poi perché, al di là di quel che riguarda le arti venatorie o gli hobby sportivi, ci trovate – riposti in incredibili, bellissimi, usatissimi e vecchissimi contenitori e ripostigli di legno, addossati quasi a fare da «boiserie» alle pareti – oggetti e strumenti (oggi definiti «gadget») non proprio necessari, ma di cui è difficile fare a meno: dai tronchesimi per le unghie, a coltelli, forbici e pile, spaziando sino al «tutto per» che risolve lacune e problemi di cucina, giardino, cantina, natanti, montagna, hobbismo, pic-nic ecc.

Fascino e richiami di questo negozio, collegati anche a passioni ereditate dai nonni, aiutano a programmare una visita, attratti dall’omaggio che il negozio offre a clienti ed estimatori: un calendario che reputo unico, stretto e lungo, numeri e festività in evidenza, inserimenti «laici» discreti (aperture della caccia, della pesca alla trota o dei laghetti, abbinate agli inizi delle scuole e delle vacanze scolastiche) oltre alle efemeridi basilari. Niente di eccezionale quindi, ma una grafica vicina al minimalismo (modelli quasi simili sono privi o troppo pieni di qualcosa), senza suggestioni legate all’arte fotografica o a revival storici. Ogni anno, il giorno di San Silvestro, calendario vecchio a sinistra e a destra quello nuovo, mi vede pronto per la trascrizione dei nomi di chi deve essere chiamato per un augurio o delle ricorrenze a cui non si potrà sfuggire: è il rito della personalizzazione. Immagino che starete già ridendo, sapendo che oggi ci sono mirabolanti calendari digitali di computer e smartphone con applicazioni infallibili nel darti avviso delle scadenze, dagli appuntamenti di lavoro ai compleanni, dagli anniversari imperdibili sino ai suggerimenti fuori di testa (ad esempio il mio computer, da sempre e senza un motivo, mi avvisa quando a Zurigo c’è lo Knabenschiessen!).

Ne ho visto uno sul cellulare di un amico che, quando preannuncia un anniversario o un evento, propone anche link per testi appropriati, liste di regali, indirizzi per acquisti di fiori in zona ecc. È l’intelligenza artificiale, bellezza! Quella che con la scusa di aiutarti ti inchioda per bene, così non potrai più salvarti con un umano «Scusami ma l’avevo dimenticato». Quella che garantisce gelida infallibilità, poi però non è capace di orientarti senza la severità (e, spesso, anche la banalità) decisionale imposta da algoritmi e miracoli digitali. Al contrario, dodici fogli uniti e appesi riescono ancora a offrire non solo richiami sempre in vista, ma anche stimoli che consentono l’avvio di programmi e preparativi, alimentando così il senso psicologico della condivisione, degli auguri, dei regali. In altre parole, appeso a una parete, ben visibile tutto l’anno, il calendario ci parla. Non indica solo il presente, che giorno è oggi, che santo si festeggiava una volta, che compleanni o quali ricorrenze importanti ci sono.

Parla anche del futuro, perché non ci ricorda soltanto l’anno che sta finendo ma aiuta anche a ravvivare in noi la speranza per quello nuovo. Proprio come nel Dialogo di un venditore di almanacchi e un passeggero. Verso la conclusione Leopardi prima fa parlare il viandante: «Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice». Poi lascia al venditore di almanacchi la battuta conclusiva: «Speriamo». Io lo ricopio e lo rilancio come augurio per i lettori: speriamo che l’anno nuovo porti «quella vita che è una cosa bella» e cancelli tutto il meno buono del passato.