La Germania di Merz tra alleanza atlantica e sfida russa

by azione azione
1 Dicembre 2025

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha assunto la leadership europea della difesa dell’Ucraina, nel momento in cui l’America ha fatto piombare sulla testa di tutti un piano di pace scritto assieme ai russi. Merz è sempre stato all’erta: è un atlantista di ferro, ma dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha ripetuto che l’Europa deve imparare a muoversi ed esistere senza gli Usa, e per indorare la pillola di un distacco doloroso ha aggiunto che è un’occasione, questa, per gli europei, perché l’autonomia si conquista così, prendendo le misure al nuovo mondo. Il cancelliere però ha anche saputo costruire un rapporto con Trump: quando durante l’estate il Pentagono ha unilateralmente (cioè senza consultarsi con la Casa Bianca) sospeso la fornitura di armi all’Ucraina, Merz ha telefonato al presidente americano e gli ha detto che era pronto a comprare un po’ di armi, come prevede il nuovo piano tra gli alleati della Nato. E anche di questi tempi, dopo che gli americani hanno illustrato agli ucraini il piano concepito assieme ai russi – un piano irricevibile – Merz è stato il primo a telefonare a Trump e a dirgli che era necessario un incontro tra alleati. È stato molto diplomatico, ma anche fermo sul punto cruciale: «L’Ucraina non è una preda – ha ripetuto davanti al Bundestag – ma uno Stato sovrano con i suoi interessi e i suoi valori» e la Russia non può essere ricompensata per la guerra che ha scatenato. La sua posizione è semplice: le pressioni vanno fatte su Vladimir Putin, l’aggressore che in qualsiasi momento può smettere di bombardare e quindi mettere fine alla guerra, non su Volodymyr Zelensky, l’aggredito che non può smettere di difendersi, altrimenti il suo Paese non esisterà più. È anche una posizione condivisa in Europa, ma Merz è uno dei pochi a riuscire ad articolarla anche davanti a Trump senza essere – almeno per ora – percepito come un ingrato ostile.

Il cancelliere ha anche avviato una mobilitazione militare che prevede investimenti militari e anche l’introduzione della leva obbligatoria: i servizi segreti tedeschi sono convinti – e lo dicono apertamente – che la minaccia Russia oltre l’Ucraina sia imminente, e che sia necessario rafforzare il fianco est dell’Europa e della Nato. Quel che in buona parte dell’Ue viene preso come allarmismo, in Germania è diventata strategia: dopo tutte le bombe e le dichiarazioni di Putin sarebbe miope farsi trovare impreparati. Visto che l’obiettivo russo è chiaro: oltre alla conquista dell’Ucraina, il Cremlino vuole spezzare la relazione transatlantica e sfilacciare l’unità europea. È per questa ragione che il piano presentato dagli americani è molto pericoloso, perché va nella direzione degli obiettivi putiniani. Non è un caso che a perorare il piano sia stato, tra gli altri, il vicepresidente J. D. Vance, che è il più anti-ucraino dell’Amministrazione Trump (è lui che ha introdotto nelle discussioni con il presidente il fatto che l’Ucraina sia ingrata nei confronti dell’America) e che è anche il più anti-europeo.

Lo ha dimostrato più volte, come nei messaggi che scrisse nella chat sul bombardamento in Yemen – che poi diventarono pubblici perché era stato aggiunto accidentalmente al gruppo anche il direttore del magazine «Atlantic» – in cui diceva che la cosa che lo scocciava di più era proprio dare una mano agli europei, i più penalizzati dal fatto che il Mar Rosso fosse diventato pericoloso a causa degli attacchi degli houthi yemeniti. Vance è esplicito nella sua retorica anti-europea, in particolare lo è con la Germania. A Monaco, a febbraio, qualche giorno prima delle elezioni tedesche vinte da Merz, il vicepresidente, in un discorso, ha sostenuto che gli europei e il loro illiberalismo sono più pericolosi di Putin. Ha poi voluto incontrare i leader dell’AfD, il partito di estrema destra anti-europeo, anti-Nato e filorusso che tenta la spallata ai partiti democratici tedeschi e che ha creato un filo diretto con i trumpiani. E sì che Merz è conservatore, quindi della stessa area politica di Vance e Trump, ma essendo liberale non è un conservatore «giusto» per loro. Per fortuna è stato abbastanza abile da non cadere nella trappola tesa da Vance, e anzi è riuscito a raddrizzare i suoi rapporti con l’America. Ma per difendere l’Ucraina e l’Europa ci vuole una rapidità che i tedeschi non hanno, un po’ perché il Governo di grossa coalizione è impantanato, un po’ perché ancora si muovono come se il mondo non si fosse capovolto.