Adrenalina: una competizione internazionale porta i migliori fotografi subacquei a Lavertezzo per raccontare il fiume in controluce, senza ritocchi e con tecnica pura
Pierce Brosnan, o, almeno, la sua controfigura, la Val Verzasca l’aveva resa famosa con il famoso salto nel vuoto dalla parete dell’imponente diga, i piedi legati a un elastico e ovviamente lato valle, nel film Goldeneye della saga dell’agente segreto 007. I protagonisti della puntata odierna di Adrenalina, non meno intrepidi, la Verzasca hanno scelto di esportarla in tutto il mondo con una serie di «cartoline» prese tutte da un’altra prospettiva: da sott’acqua; con i fondali dell’omonimo fiume a far da sfondo, nei pressi del Ponte dei Salti di Lavertezzo. È infatti lì che nelle scorse settimane si sono tenuti gli Swiss Masters UW-Photo, ovvero una competizione – sul modello dei Campionati mondiali di fotografia subacquea – che ha visto sfidarsi a… colpi di clic alcuni fra i più bravi al mondo in questa particolare disciplina.
La Verzasca diventa sede di una prova che misura capacità reali di gestione di corrente, visibilità e attrezzatura in un contesto naturale che non concede margini d’errore
Perché proprio la Val Verzasca, e in particolare il suo fiume quale «campo di gara» per questa competizione? La domanda l’abbiamo girata a Fritz Liechti, istruttore 3 di foto subacquea CMAS nonché capo dell’organizzazione della manifestazione andata in scena in Ticino: «Perché il fiume Verzasca, con le sue acque verdi e trasparenti, offre le condizioni perfette per realizzare delle suggestive fotografie subacquee» osserva il nostro interlocutore con cognizione di causa, visto che tra i diversi riconoscimenti ottenuti sotto il pelo dell’acqua c’è anche il sesto posto ai Mondiali CMAS di foto subacquea e, forte dell’esperienza maturata in oltre trent’anni di immersioni, quasi sempre con la macchina fotografica appresso, è responsabile della formazione degli istruttori di fotografia subacquea, così come per la sezione sub dei corpi di polizia.
Non a caso, per gli appassionati di immersione subacquea, la Verzasca è uno dei luoghi più belli in Europa, proprio perché la trasparenza delle sue acque offre una visibilità ben maggiore rispetto a quanto possano offrire i laghi o il mare. «Certo – spiega Liechti – in un fiume come la Verzasca, fatta eccezione per qualche trota, non ci sono animali particolari da immortalare, né piante acquatiche tipo i coralli, ma non per questo i suoi fondali sono meno suggestivi. Anzi, la particolare conformazione che hanno assunto le rocce, scavate dallo scorrere delle acque, conferisce al panorama un tocco quasi mistico. E poi, il contorno del pozzo di Lavertezzo, con il suo caratteristico ponte romano, rende lo scenario davvero unico. Per gli appassionati di immersione subacquea rappresenta quasi una sorta di “mecca”: un luogo in cui almeno una volta nella vita ti devi immergere».
La gara si svolge in maniera codificata: «I fotografi si immergono con attrezzature fotografiche sigillate e realizzano foto nelle categorie “Grandangolo”, “Grandangolo con modello”, “Creativa” e nella categoria speciale “Watch”. Immagini che poi vengono valutate da una giuria di esperti. Non sono ammesse alterazioni di nessun tipo della fotografia, una volta riemersi dall’acqua. Niente Photoshop o elaborazioni al computer volte a ritoccare questo o quel dettaglio. Ecco perché occorre avere polso fermo e senso dell’arte, oltre che abilità nel cogliere il momento giusto per premere sul pulsante che attiva l’otturatore. Diciamo che in un presente in cui la tecnologia ci mette a disposizione un sacco di strumenti per affinare un’immagine, il mondo della fotografia subacquea, e quello delle competizioni a essa legate, nuota un po’ controcorrente, rifacendosi all’arte della fotografia pura, senza artifici di sorta».
In gara, ai fotografi non è consentito l’uso di automatismi né post-produzione
Le differenze tra fotografare un soggetto fuori dall’acqua e il farlo completamente immersi, hanno peraltro a che fare con aspetti non solo creativi ma anche tecnici: «È vero che gli apparecchi fotografici sono gli stessi, ma le analogie si esauriscono lì. Sotto il pelo dell’acqua tutte le regolazioni vanno fatte in manuale: la modalità automatica non esiste. Un tuffo nell’acqua con la macchina fotografica è un po’ come fare un balzo a ritroso nel tempo di una quarantina d’anni. Perciò devi sapere padroneggiare bene tutte le varie regolazioni, tenendo in considerazione la quantità di luce, che varia di molto quando scendi in profondità. E per questo ti occorrono dei flash e delle luci molto potenti per rischiarare il tutto. Già a due-tre metri sotto la superficie i colori iniziano a farsi meno distinti. A dieci metri il rosso non lo vedi più, e a una profondità di 40 o più metri, praticamente gli unici colori che vedi sono il verde e il blu. Ma se sai usare bene la strumentazione, e disponi di flash o di un’illuminazione molto potente, allora i risultati che puoi ottenere sono veramente eccezionali, perché là sotto c’è una realtà sommersa che disegna un quadro davvero spettacolare. Considerate tutte queste premesse, e il fatto che, comunque, sott’acqua ti porti appresso apparecchiature per un peso di 5-7 kg, quando scatti una foto devi andare quasi a “colpo sicuro”. Ecco perché per riuscire bene in questa disciplina è importante avere ben definita nella testa l’immagine che vuoi immortalare, ancora prima di immergerti. E quando sei sott’acqua e aspetti il momento giusto per scattare, la tensione è massima, e la scarica di adrenalina che provi è paragonabile a quella di uno sportivo nel momento del suo massimo sforzo».
Un’attività affascinante tuttavia poco praticata in Svizzera e in Ticino: «Non sono moltissimi a dire il vero i fotografi subacquei, in Svizzera, ma di anno in anno il numero cresce, pure per la qualità dei risultati. In Ticino ce ne sono diversi, anche piuttosto bravi. Uomini e donne. E una di queste ha pure partecipato agli Swiss Masters UW-Photo. Data la particolarità della zona, per ovvi motivi di sicurezza, per l’evento andato in scena a Lavertezzo nelle scorse settimane abbiamo dovuto limitare a 10 il numero di partecipanti: pochi ma buoni e, soprattutto, tenuti sotto controllo dal profilo della sicurezza. E tanta qualità: per rendere l’idea, ben quattro di loro in bacheca hanno già conquistato un titolo mondiale di fotografia subacquea».
