Ticino urbano: Bellinzona supererà Lugano?

by azione azione
6 Ottobre 2025

L’espansione demografica ed economica del Ticino mostra, da un sessantennio, una tendenza alla concentrazione nelle zone urbane. Le politiche territoriali del Cantone hanno faticato a prendere atto del trend. Per fare un esempio: che dalla metà degli anni Sessanta dello scorso secolo, con la terziarizzazione dell’economia ticinese, Lugano stava affermandosi come il polo demografico ed economico del Cantone cominciò ad essere riconosciuto solo negli anni Ottanta, quando il Cantone avviò i lavori di preparazione del suo primo piano direttore. I fattori che spiegano questo ritardo sono diversi. Secondo noi, però, il più importante è che la città di Lugano, prima delle tre ondate di fusione dei Comuni suburbani era, territorialmente parlando, veramente poca cosa. Ma dalla fine del secolo ventesimo all’apertura della NEAT nel 2016 (ovvero l’inaugurazione della Galleria di base del San Gottardo, elemento centrale di Alptransit) gli addetti ai lavori, grazie tra l’altro al colpo di acceleratore che venne dato al processo di aggregazione dei Comuni suburbani, recuperarono molto del loro ritardo e promossero una visione del Ticino che si incentrava sulle 4 città di Mendrisio, Lugano, Bellinzona e Locarno con le loro zone di influenza.

A Lugano fu riconosciuto allora il ruolo di città prima inter pares. Con i progressi nel trasporto pubblico regionale che si poterono poi fare grazie all’apertura della galleria di base del Monteceneri, sembra ora che questa visione di equilibrio tra zone urbane, con Lugano in capo alla gerarchia, non regga più il confronto con quanto sta accadendo nella realtà. Questo perché, nel corso degli anni più recenti, il processo di concentrazione urbana ha favorito lo sviluppo di Bellinzona e Mendrisio, a scapito di quello di Lugano e Locarno. Le due destinazioni principali del turismo ticinese sono entrate in un periodo di stabilizzazione della loro popolazione e della loro economia. Lo provano i tassi di variazione annuale della popolazione e dei posti di lavoro. Si poteva pensare che la riduzione dei tempi di spostamento, consentita dalla nuova rete dei trasporti ferroviari regionali, avrebbe favorito un’ulteriore concentrazione dei posti di lavoro nelle quattro città ticinesi e, in particolare a Lugano. Parallelamente si sarebbe dovuto constatare una deconcentrazione della popolazione residente che avrebbe favorito la crescita demografica di Mendrisio, Bellinzona e Locarno e sfavorito quella di Lugano. Lugano insomma avrebbe perso peso nel confronto demografico mentre ne avrebbe guadagnato in quello economico.

L’evoluzione reale, nel periodo succeduto all’apertura della NEAT è stata invece un’altra. Lugano continua ad essere la città più importante del Cantone, ma non è certamente più la città maggiormente dinamica. Sia per quel che riguarda la crescita della popolazione che per quel che riguarda l’aumento dei posti di lavoro, Lugano è diventata il fanalino di coda del Cantone. La città del Ceresio cresce più lentamente non soltanto delle altre tre città ma anche nei confronti del resto del Cantone. In termini di dinamismo al primo posto troviamo Mendrisio e Bellinzona con tassi di crescita annuali medi della popolazione superiori all’1% e tassi di crescita dei posti di lavoro incredibilmente elevati, vicini al 3%. A Lugano e Locarno la popolazione ristagna mentre i posti di lavoro, nonostante il ricorso alla manodopera frontaliera, non soltanto sono aumentati a tassi inferiori all’1%, ma inferiori anche al tasso di aumento dei posti di lavoro nei Comuni non urbani del resto del Ticino. Non è facile dare un giudizio su questa evoluzione. Quel che è certo è che la recente affermazione del sindaco di Lugano, stando alla quale senza Lugano il Ticino sarebbe morto, non corrisponde più alla realtà delle dinamiche demografiche ed economiche che hanno fatto la loro apparizione nel corso degli ultimi anni. Estrapolando con i tassi di variazione medi del periodo succeduto all’apertura della NEAT possiamo costatare che, nel 2050, alla testa della gerarchia urbana ticinese ci saranno due centri: Lugano e Bellinzona. Lugano continuerà comunque a primeggiare ma Bellinzona la seguirà sui tacchi e potrebbe superarla prima della fine del secolo.