Mondoanimale: la scienza sonda la teoria secondo cui il nostro quattrozampe capisce al volo se qualcuno è «una brutta persona»
«Quando il mio ex ragazzo è entrato in casa per la prima volta il mio cane ha iniziato a ringhiare. Di solito è affettuosissimo con tutti e non l’ho mai visto comportarsi così, ma all’epoca non ci ho fatto caso. Col senno di poi, però, forse aveva capito tutto prima di me». Questa è l’esperienza di Chiara e di Gina, la sua cagnolina Border collie.
Luca, invece, ha come compagno a quattro zampe Zeus, un bellissimo Pastore tedesco, e a sua volta racconta: «Ogni volta che il mio cane vede il vicino con la barba lunga e scura, diventa una statua: orecchie dritte, corpo rigido, e poi inizia ad abbaiare come se avesse visto un pericolo. Con gli altri è tranquillo, anche con sconosciuti. Ma con lui no. Non riusciamo a capire se sia l’odore, la voce… o qualcosa che solo lui percepisce».
A molti proprietari di cani sarà capitato, almeno una volta, di pensare che il proprio amico a quattro zampe possieda una sorta di sesto senso capace di riconoscere le persone cattive o potenzialmente pericolose. Non è raro, infatti, che i nostri fedeli compagni a quattro zampe reagiscano in modo insolito di fronte ad alcune persone, mostrando comportamenti che sul momento appaiono inspiegabili.
E questo può succedere pure quando si tratta di animali solitamente tranquilli e socievoli. Allora, quando il cane non si limita a ignorare qualcuno, ma manifesta atteggiamenti di diffidenza o addirittura ostilità , siamo di fronte a reazioni che possono mettere in imbarazzo o creare situazioni complicate, specialmente in luoghi affollati o in presenza di estranei. Una dinamica comune a tanti proprietari, tanto che spesso la questione viene portata all’attenzione degli educatori cinofili con frasi del tipo: «Il mio cane è sempre socievole con tutti, ma con certe persone proprio non c’è verso: sembra detestarle a pelle, anche se non le ha mai viste prima. Saranno persone pericolose?».
Sebbene l’istinto del cane sembri infallibile, dietro questi comportamenti ci sono spiegazioni molto più «terrene» di quanto sembri, e uno dei motivi può essere legato proprio all’aspetto fisico: un dettaglio come una barba folta (ed è il caso del cane di Luca), un cappello, o degli occhiali scuri possono ricordare al cane un’esperienza negativa vissuta in passato. In questi casi, l’animale generalizza la paura o la diffidenza verso chi presenta tratti simili, anche se si tratta di persone completamente diverse. Altre volte, dopo un’attenta valutazione del cane in questione, gli educatori cinofili ipotizzano si tratti di una mancata socializzazione. Ad esempio, alcuni cani mostrano difficoltà con gli uomini perché non sono mai stati esposti abbastanza alla loro presenza durante i primi mesi di vita. Anche il linguaggio del corpo umano può risultare strano o minaccioso agli occhi di un cane: movimenti troppo rapidi, un tono di voce elevato, o un approccio invadente possono creare disagio. E poi c’è l’odore: un elemento spesso sottovalutato che invece bisogna considerare attentamente perché i cani leggono il mondo (e le persone) soprattutto attraverso l’olfatto. La nostra «firma olfattiva» cambia con lo stress, la paura o l’agitazione, e il cane lo percepisce immediatamente, e talvolta basta questo per metterlo in allerta. Infine, anche profumi forti, odori di altri animali o tracce chimiche legate a esperienze negative possono attivare nel cane una reazione di rifiuto. Insomma, i nostri fedeli amici non hanno poteri magici, ma un’attenzione ai dettagli visivi, olfattivi e comportamentali che spesso sfugge a noi umani.
Una forma speciale di sensibilità oggi confermata dalla scienza, come riporta una ricerca pubblicata dalla rivista «Neuroscience and Biobehavioral Reviews» a dicembre 2021. Lo studio scientifico in questione ha cercato di capire se i cani siano davvero in grado di valutare il comportamento delle persone e, in un certo senso, decidere di chi fidarsi e di chi no. Tutto è partito da un esperimento semplice ma geniale col quale i ricercatori hanno osservato come i cani reagiscono ai gesti degli esseri umani, in particolare a quelli che indicano qualcosa, come quando si punta il dito per mostrare dove si trova del cibo. Ma il vero punto era capire se il cane si fida di chi indica a prescindere, o valuta anche chi lo sta facendo.
Per scoprirlo, i ricercatori hanno messo in scena una situazione con due persone: una delle due fingeva di avere difficoltà ad aprire un barattolo, mentre l’altra persona reagiva in tre modi diversi: aiutava subito, restava indifferente o si rifiutava apertamente di aiutare. Dopo aver assistito alla scena, al cane veniva offerto un dolcetto da ognuno dei partecipanti. E qui sta il risultato sorprendente perché il cane rifiutava il bocconcino da chi si era mostrato apertamente scortese o «cattivo», preferendo accettarlo solo dalle persone collaborative o neutrali. Questo studio suggerisce quindi che i cani non solo osservano il nostro comportamento, ma sono anche in grado di valutarlo. Non si fidano automaticamente di tutti, ma scelgono con attenzione, proprio come faremmo noi davanti a qualcuno che non si comporta bene con gli altri.
Insomma, forse i cani non sanno parlare, ma capiscono molto più di quanto pensiamo.
