È partita pochi giorni fa la prima campagna a livello nazionale per lottare contro la violenza, ne abbiamo parlato con Myriam Proce
L’11 novembre è partita la prima campagna nazionale di prevenzione contro la violenza elaborata dall’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo che verrà ripetuta anche nei prossimi anni a giugno e novembre. Con Myriam Proce, da tre anni coordinatrice istituzionale per la violenza domestica della Divisione giustizia del Canton Ticino, approfondiamo alcuni degli aspetti di un fenomeno che con troppa frequenza continua ad attraversare le cronache.
La campagna di sensibilizzazione pone il suo focus tematico sull’uguaglianza. In che modo questo aspetto rappresenta un punto cruciale su cui puntare per prevenire la violenza?
Il messaggio che la campagna vuole trasmettere è riportato proprio nel titolo: l’uguaglianza previene la violenza. Partendo dal principio che le diverse forme di violenza – nel contesto familiare, ma anche nello spazio pubblico o al lavoro – nascono da un complesso insieme di fattori sociali, culturali e individuali, tra cui stereotipi di genere e disparità di potere caratterizzato dal controllo e talvolta anche dalla dipendenza, la campagna promuove l’uguaglianza quale strumento per prevenire e contrastare la violenza. Ancora oggi, nonostante la crescente sensibilità su questo problema, le cifre sono allarmanti e la tendenza osservata è quella di una violenza che tocca le donne nella misura del 70% e gli uomini per il rimanente 30%. La campagna mira a sensibilizzare l’insieme della popolazione, favorendo innanzitutto il riconoscimento dei primi segnali d’allarme della violenza e incoraggiando quindi la reazione anche attraverso i servizi disponibili sul territorio.
Qual è il suo ruolo nel veicolare la campagna nazionale sul territorio ticinese?
In qualità di coordinatrice istituzionale in ambito di violenza domestica mi occupo della diffusione a livello cantonale della campagna, coinvolgendo professionisti in ambito di polizia, sociale, sanitario, giudiziario, legale, ecc. Insomma, tutti coloro che potrebbero essere di aiuto per le persone che necessitano di un sostegno, affinché questo possa essere messo in atto il più velocemente possibile. In occasione della campagna nazionale sono stati contattati i partners istituzionali e della società civile per collaborare nella diffusione della stessa e quindi garantire la disponibilità delle informazioni in modo capillare sull’insieme del territorio cantonale. La Confederazione ha investito in modo importante per garantire la diffusione dei messaggi attraverso cartelloni pubblicitari presenti in più punti strategici del nostro Cantone. I diversi dipartimenti coinvolti sul tema sono attivi sia per garantire l’attività di prevenzione, che di protezione e di perseguimento della violenza e collaborano nella diffusione dei messaggi della campagna tramite i propri servizi, gli sportelli e coinvolgendo a loro volta i rispettivi partner esterni. Inoltre ulteriori informazioni si trovano su www.ti.ch/violenza
I dati sulla violenza in Ticino restano allarmanti. Dai casi di femminicidio, alla violenza giovanile a quella domestica. Come vanno contestualizzati?
I dati sono l’espressione di un problema che coinvolge l’insieme della società e richiedono pertanto una risposta globale in cui dev’essere coinvolta la popolazione tutta poiché per contrastare la violenza s’inizia da piccoli gesti quotidiani che ognuno di noi può compiere. Gli omicidi in ambito di violenza domestica rappresentano, infatti, solo la punta dell’iceberg, la forma più estrema della violenza che caratterizza nello specifico il contesto familiare. Un’indagine appena pubblicata dall’Ufficio federale di statistica riporta che nell’ambito della relazione di coppia – in corso o da poco conclusa – le vittime di omicidi tra il 2019 e il 2023 sono quasi esclusivamente donne (93%). La percentuale si abbassa se si tiene conto degli omicidi consumati all’interno di altre relazioni familiari (54% di vittime di sesso femminile e 46% di vittime di sesso maschile). Va ricordato a tal proposito che il Consiglio di Stato per il tramite delle istituzioni attive sul territorio si rivolge all’insieme della popolazione: donne, uomini, bambini, anziani, persone disabili. La violenza domestica non si limita alla coppia, ma riguarda altre relazioni familiari e intime che coinvolgono anche persone più fragili in quanto dipendenti a causa dell’età o di altre specificità dalle cure di altre persone. Tra queste troviamo il maltrattamento e la violenza nei confronti dei bambini e dei giovani, che iniziano con le prime forme di negligenza e trascuratezza, passando a una violenza psicologica, sociale o economica, fino alla violenza fisica e a quella sessuale. Un bambino anche se chiuso nella sua camera o addirittura ancora durante la gravidanza, percepisce la violenza che si consuma nel contesto familiare. Questo influirà sulle sue percezioni, sulla sua salute fisica e psichica, sul suo comportamento sia in famiglia sia fuori casa, ripercuotendosi anche sulle capacità d’inserimento a livello formativo, professionale o sociale.
Uno degli aspetti in tema di violenza domestica riguarda la rinuncia di molte vittime a denunciare il proprio aggressore…
Non tutte le persone confrontate alla violenza domestica e alla violenza in generale sono disposte a intraprendere il percorso del procedimento penale, ma questo non deve precludere loro l’aiuto. In tal senso è importante sapere che le cure mediche, il sostegno sociale e psicologico, assieme a una serie di altri aiuti, vengono forniti in particolare dal Servizio di aiuto alle vittime del DSS senza alcun obbligo di denuncia; il servizio è sottoposto ad uno specifico segreto d’ufficio volto a garantire l’anonimato delle persone.
Quali azioni prevede la campagna nelle scuole?
Da anni diverse scuole propongono delle attività di sensibilizzazione rivolte agli allievi sia in occasione della campagna mondiale dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere (previsti dal 25 novembre al 10 dicembre, per info: www.16giorni.ch, ndr.) che sull’arco dell’anno scolastico. Alle Elementari viene per esempio promosso sistematicamente il progetto Sono unico e prezioso. Sono molte le iniziative a disposizione delle scuole per promuovere attività di sensibilizzazione e prevenzione appropriate alle diverse età . Tra queste ci sono proposte ludiche rivolte ai più piccoli, percorsi di riflessione, mostre, teatri interattivi, spettacoli, tutti volti a far riflettere i giovani e quindi a prevenire qualsiasi forma di violenza.
Perché, a quattro anni dall’istituzione del progetto, non è ancora stato reso operativo il numero unico 142 di emergenza per le vittime di violenza domestica? Quali sono i tempi previsti per la sua introduzione?
L’introduzione della linea telefonica nazionale ha messo l’insieme dei Cantoni di fronte a sfide importanti con adattamenti dell’offerta già presente o la creazione di nuove soluzioni. I lavori volti a garantire in Ticino l’attivazione della linea telefonica nazionale dedicata alle vittime, che coinvolge in prima linea il Servizio per l’aiuto alle vittime di reati e la centrale d’allarme della polizia cantonale, sono stati coordinati dal Dipartimento della sanità e della socialità . A livello nazionale sarà attivata da maggio 2026: è bene ricordare che non si tratta di una linea d’emergenza – per i soccorsi e interventi d’urgenza i servizi di riferimento restano polizia e ambulanze – ma di un servizio pensato per ascoltare e orientare l’insieme delle persone toccate direttamente o indirettamente dalla violenza e quindi favorirne il sostegno e l’accompagnamento volto a far ritrovare una qualità di vita non più condizionata dalla violenza.
