Una piccola fiaba moderna

by azione azione
20 Ottobre 2025

Dunque, riassumiamo.

C’era una volta un gruppo di terroristi che, per vendicarsi delle condizioni di vita durissime in cui versava la popolazione su cui governavano, commise un’immane strage di civili tra i suoi nemici responsabili di quelle condizioni, senza risparmiare violenze gratuite, umiliazioni, stupri e torture. Infine, ne catturò parecchi, tenendoli in ostaggio. Orrore.

Per difendersi dall’efferato attacco subito e liberare gli ostaggi, i suoi nemici dichiararono guerra ai terroristi. Fu legittima difesa.

Ma c’era un problema enorme: pur di stanarli e ucciderli, cominciarono a bombardare anche i loro vicini di casa, gli ospedali, le scuole, le abitazioni della gente comune, tra cui i terroristi si mescolavano, stringendoli letteralmente in un assedio senza cibo né medicine. Col passare dei giorni, ciò generò una strage ancora più gigantesca di civili. Orrore.

Nel frattempo, la maggior parte degli ostaggi moriva, e i loro parenti imploravano il proprio governo di far tacere le armi per riportare a casa i pochi superstiti. Disperazione. Ma la guerra non si fermava. Anzi, si espandeva oltre i confini, colpendo anche i sostenitori dei terroristi in altri Paesi, vicini e lontani. Per fare tutto questo servivano moltissime armi. E c’era un Signore ricchissimo che le forniva molto volentieri, incoraggiando i suoi alleati a proseguire nella loro «operazione difensiva».

In passato, quel Signore era stato un immobiliarista straordinario che fiutava gli affari a colpo sicuro. Ora non si occupava più di edilizia, ma di costrutti ben più complessi. Sperava, in quella zona opportunamente liberata dai suoi abitanti, di realizzare un resort di lusso vista mare. Bastava, diceva, che i Paesi confinanti accogliessero con solidarietà i loro fratelli. Ma quei Paesi non volevano farlo. E non si sa nemmeno cosa pensassero i diretti interessati di questo caloroso invito a vivere altrove. Delirio.

Quando ormai otto case su dieci del popolo governato dai terroristi erano state distrutte, tutti i campi agricoli resi inutilizzabili e nove civili su dieci sfollati, il mondo cominciò a ribellarsi dicendo che anche il popolo dei nemici dei terroristi, ormai, era governato da terroristi. Spinti da ideali di giustizia, alcuni volontari partirono in barca per portare aiuti umanitari al popolo bombardato, o anche solo per attirare l’attenzione dei potenti sulla tragedia in corso. Molte piazze del pianeta si riempirono di gente che brandiva cartelli contro i governanti terroristi del popolo che era stato aggredito dai terroristi, che aveva reagito in modo ipertrofico (sessanta morti per ogni vittima) al vile attacco iniziale. Fischi!

A quel punto, il Signore ricchissimo decise di costringere il governo del popolo a cui aveva fornito le armi e quello dei loro avversari a fermare la guerra. Era un Signore davvero abile e convincente e in men che non si dica, mise in campo tutta la sua forza persuasiva per obbligare i contendenti – e i loro amici sostenitori esterni – a interrompere le ostilità. Speranza!

Fu un momento bellissimo. Non si sparava più, ostaggi e prigionieri venivano rilasciati nel tripudio dei loro cari, cibo, acqua e medicinali raggiungevano i civili stremati. Da una parte e dall’altra si ballava per strada, si rideva e si piangeva di gioia. I potenti che avevano contribuito a portare la pace si stringevano le mani e facevano selfie con molti sorrisi. Nessuno sapeva se sarebbe durata (ci furono poco dopo altre violenze), ma su una cosa erano tutti d’accordo, al centro c’era lui, il Signore ricchissimo: così, come aveva contribuito ad alimentarla con le sue armi, ora aveva spento la guerra. What else? Applausi.