A Rodi-Fiesso il Dazio Grande ospita Après-lift – Versante sud
Nella valle Leventina la cultura dello sci è viva e saldamente legata al territorio. È una forte tradizione locale che coinvolge anche le nuove generazioni. Questo spirito di resilienza di fronte al clima che cambia, portando con sé un minor innevamento e maggiore incertezza, emerge con chiarezza nella mostra Après-lift – Versante sud, allestita al Dazio Grande a Rodi-Fiesso, frazione di Prato Leventina, nell’ambito del programma culturale dell’omonima Fondazione dedicato quest’anno al tema Alpi in transizione.
Curata da Nicola Castelletti e Giulia Pedrazzi in collaborazione con il Museo Alpino Svizzero ALPS di Berna, la presentazione riprende da quest’ultimo il nucleo originale di una proposta del 2022-23 sugli impianti sciistici dismessi, arricchendola con i risultati di un’indagine incentrata sulla testimonianza di sei rappresentanti dei rispettivi comprensori della Leventina, tuttora in attività .
Il primo approccio sulla sorte degli impianti sciistici sul versante Sud delle Alpi rivela quindi una realtà che, pur di fronte a nuove sfide per lo più comuni, mette in atto strategie innovative e diversificate per affrontarle con implicazioni non solo turistiche ed economiche, ma anche sociali. I promotori della mostra – l’architetto e museografo Nicola Castelletti e la storica Giulia Pedrazzi – sono accomunati dalla passione per la montagna, sodalizio che ha fatto da tramite con il direttore del Museo ALPS Beat Hächler, desideroso di ampliare al Sud delle Alpi la riflessione su un tema d’attualità e dal marcato impatto emotivo. L’indagine effettuata in Leventina vuole quindi essere un primo approfondimento che in futuro potrebbe estendersi agli altri comprensori della Svizzera italiana. La scelta di partire da questa valle si spiega con il suo ruolo di culla dello sci ticinese, come dimostra l’attività tuttora presente. Va infatti ricordato che ad Airolo è nata la prima stazione sciistica del Cantone con il locale sci club da annoverare tra i fondatori della Federazione svizzera di sci nel 1904.
Nel salone al secondo piano dello storico Dazio Grande per l’intera stagione invernale si possono ammirare belle immagini d’epoca e alcuni reperti (sci, ancore, piattelli) che testimoniano l’evoluzione della pratica dello sci nella regione. I sei totem centrali sono il fulcro dell’allestimento curato da Nicola Castelletti. Essi presentano, oltre alle immagini, i testi di Giulia Pedrazzi relativi alle sfide e alle strategie dei sei comprensori: Airolo Lüina, Airolo Pesciüm, Carì, Cioss Prato, Dalpe Bedrina, Prato Leventina. Un QR code permette di accedere per ognuno alle interviste da cui sono stati tratti i testi riassuntivi.
Cosa emerge da queste interviste a persone con funzioni dirigenziali? Rispondono i curatori: «Di fronte alle medesime domande, notiamo che le risposte trovano una certa convergenza sulle sfide, seppure i contesti siano diversi fra loro, mentre a livello di strategie la posizione, la dimensione e la gestione dei comprensori determinano visioni diverse per il futuro. Di sicuro il settore dimostra una buona dinamicità . Accanto a impianti a gestione aziendale, come può essere quello di Airolo Pesciüm, troviamo piccole realtà a gestione familiare (Cioss Prato) o amatoriale (Dalpe Bedrina e Prato Leventina) o ancora situazioni particolari come Airolo Lüina e Carì».
Partiamo quindi dalle sfide: «Tutti i comprensori, tranne Cioss Prato, dispongono di un impianto d’innevamento programmato che dovrebbe compensare la mancanza di neve naturale. Il problema è la temperatura. I picchi di freddo sono diventati più rari e brevi, mentre l’ideale sarebbe poter azionare questi impianti per alcuni giorni di seguito verso fine novembre in modo da garantire un fondo duraturo. L’attività sciistica, per i comprensori più piccoli, si concentra poi durante le vacanze di Natale e di Carnevale e nei fine settimana. Il personale è un altro punto delicato, perché manca manodopera locale e gestire gli stagionali è più complicato. Un tempo diversi residenti assicuravano il funzionamento degli impianti in inverno, ritornando alla loro attività principale di agricoltori nella stagione estiva».
Dal punto di vista delle strategie la collaborazione fra questi due settori è però ancora centrale nell’ambito del processo di destagionalizzazione in corso. Un tema che ritorna nelle diverse interviste, sebbene emerga come, senza l’inverno, il comprensorio tenda a perdere la sua ragion d’essere. In mostra si scoprono però proposte e curiosità su come mantenere viva l’attenzione dei fruitori nei mesi estivi. Il target invernale è costituito dagli amanti dello sci e di altre attività sportive sulla neve. Sono persone e famiglie locali e provenienti da fuori zona che trovano nella diversità dei comprensori la destinazione adeguata alle loro esigenze.
«Per l’estate – proseguono Nicola Castelletti e Giulia Pedrazzi – si punta a una maggior coinvolgimento della popolazione locale. I gruppi attivi nella gestione dei comprensori sono motivati, coesi e rappresentano una generazione relativamente giovane ancora attiva professionalmente. Un ulteriore punto di forza è il loro agire in rete, risultato ottenuto anche grazie all’esperienza maturata negli anni nelle diverse località . Non è infatti raro incontrare oggi in posti di responsabilità persone che hanno imparato a sciare vicino a casa, sono diventate monitrici e monitori di sci in un’altra località e così via fino ad assumere un impegno più gestionale e strategico».
I contenuti della mostra originale Après-lift provenienti dal Museo ALPS di Berna sono invece collocati ai lati della sala, quasi a contrapporsi anche visivamente alla vivace realtà leventinese. Titoli accattivanti – Il più lungo, Il più controverso, Il più alto, Il condannato a morte – richiamano l’attenzione su impianti svizzeri in disuso, alcuni da ammirare come retaggio di un glorioso passato, altri smantellati e venduti. Fra i sette casi proposti (sempre con brevi testi e le relative interviste ai protagonisti da ascoltare tramite codice QR) uno riguarda anche il Ticino, e più precisamente lo sci-lift costruito a Moneto nelle Centovalli, punto di riferimento nella regione con altri piccoli impianti negli anni Settanta del secolo scorso. Sul lato opposto della sala completa l’immersione in un trascorso sciistico completamente scomparso una serie di immagini del fotografo Olivier Rüegsegger. Da segnalare che Après-lift è anche un libro in lingua tedesca (AS Verlag, Zürich) firmato da Daniel Anker che propone 49 itinerari sciistici per scoprire gli impianti dismessi in Svizzera.
Fra scomparsa e trasformazione passando dal paesaggio alla società , la mostra Après-lift – Versante Sud offre uno sguardo ricco di contenuti sull’evoluzione del turismo invernale alpino. È sicuramente anche lo spunto ideale per un dibattito sul tema che i promotori sperano di poter concretizzare attraverso incontri pubblici da proporre nei prossimi mesi. Se il clima cambia, così come le dinamiche economiche e sociali, senza dimenticare le abitudini di viaggio, la montagna – affermano diverse testimonianze raccolte in Leventina – è sempre lì ed è lei, a prescindere dalle stagioni, la protagonista della vita dei suoi abitanti.
Dove e quando 
Après-lift – Versante sud, Rodi-Fiesso, Dazio Grande. Fino al 9 novembre 2025. Orari: gio-do durante gli orari di apertura della locanda o su appuntamento (+41 79 240 19 83). 
www.daziogrande.ch
 
			         
			         
			        