Il 31 dicembre 2025 scade il termine per il raggiungimento del pareggio nel conto economico del Cantone che era stato fissato dal cosiddetto Decreto Morisoli. Non è cosa da poco. La finalità del decreto era infatti stata approvata dal Gran Consiglio nel 2021 e dalla maggioranza degli elettori in votazione popolare nel 2022. È facile oggi, a pochi mesi dalla scadenza, profetizzare che il pareggio nel conto economico quest’anno non sarà raggiunto. Infatti, a fine agosto, il Cantone prevedeva, per il 2025, un deficit vicino ai 50 milioni di franchi. Stando al Piano finanziario, il pareggio non sarà raggiunto nemmeno l’anno prossimo, né nei due anni successivi. Del resto, che la finalità del pareggio non sarebbe stata raggiunta, Morisoli l’aveva già anticipato lo scorso anno con un’iniziativa parlamentare che ne rimandava l’attuazione di due anni, alla fine del 2027, dimostrando così di essere in grado di valutare quanto grandi siano oggi, per il nostro Cantone, gli sforzi che occorrerà fare per riassestare il suo conto economico.
Il pareggio del conto economico non è però un obiettivo impossibile da ottenere, lo dimostra l’evoluzione delle finanze dell’ultimo secolo. In effetti nei 100 conti economici del periodo tra il 1925 e il 2024 deficit ed eccedenza positiva si tengono la mano: il conto di esercizio si è chiuso 52 volte in deficit e 48 in attivo. Ancora più interessante è il fatto che il rapporto tra esercizi con eccedenze attive e esercizi con deficit è uguale sia per il periodo 1925-1974 che per i cinquant’anni successivi: sempre 26 esercizi passivi contro 24 esercizi attivi. Nel lungo termine vi è dunque un’alternanza di situazioni finanziarie deficitarie, con situazioni finanziarie in attivo. Non si tratta naturalmente di una legge, ma di dati che emergono dall’esperienza di un secolo di storia delle finanze cantonali. Si tratta di dati che ci consentono di affermare che i responsabili delle finanze cantonali che si sono succeduti alla testa del Dipartimento delle finanze negli ultimi 100 anni, da Giuseppe Ciani a Christian Vitta, hanno sempre perseguito la finalità del pareggio del conto economico, anche se alcuni di loro non sono riusciti ad ottenerla durante la loro permanenza in Governo. Perché non sono stati capaci di conseguirla? Perché durante il loro periodo di permanenza in Governo le entrate dello Stato sono aumentate in misura minore delle uscite.
Siccome l’evoluzione delle entrate è strettamente correlata con quella del Prodotto interno lordo, il Cantone si trova in deficit quando le sue spese aumentano più rapidamente del ritmo con il quale cresce il Pil. In questi casi il Cantone spende più di quanto potrebbe spendere e, di conseguenza, si indebita. Purtroppo, negli ultimi 30 anni, il debito pubblico del nostro Cantone è aumentato molto rapidamente: da 360 milioni nel 1990 è salito, nel 2024, a 2600 milioni, con un tasso di crescita annuale medio pari a circa il 6%. Di conseguenza è cresciuto anche il rapporto tra il debito pubblico e il Prodotto interno lordo. I dati a disposizione consentono solo di fare una stima grossolana di questa evoluzione. Stando alla stessa l’incidenza del debito pubblico nel Pil del Cantone sarebbe salita, dal 1990 al 2024, dal 4,5 al 6,9%. Se teniamo presente che l’Unione europea ha fissato per questo rapporto, nel trattato di Maastricht, un limite pari al 60% non ci sarebbe quindi niente di cui preoccuparsi. Per avere un’idea più precisa della realtà dell’indebitamento pubblico andrebbero però aggiunti, alle percentuali di cui sopra, quella del debito pubblico dei Comuni ticinesi nonché la quota-parte del Ticino nel debito pubblico della Svizzera. Arriveremmo probabilmente a un valore del rapporto vicino al 20%. Una situazione in un certo senso «tranquilla». Esistono però due motivi per preoccuparsi. Il primo è dato dal fatto che il debito pubblico cantonale cresce più rapidamente del Pil, il che significa che il valore del rapporto di cui sopra tenderà ad aumentare. Il secondo è che questo aumento incrementa la somma degli interessi passivi nel conto di esercizio del Cantone. In Ticino il debito pubblico del Cantone si raddoppia attualmente ogni 12 anni. Ogni 12 anni, con tassi di interesse costanti, si raddoppia anche il montante degli interessi passivi. Non ci vorrà molto perché sorpassino i 100 milioni.
 
			         
			         
			        