Kemi Badenoch: una nuova era per i conservatori

by Claudia
11 Novembre 2024

Gran Bretagna, la missione della 44enne di origini nigeriane? Ricucire le divisioni di un partito estremamente frazionato, avviando un’operazione di ricostruzione e rilancio che parte dal riconoscimento degli errori del passato

La nuova leader dei Tory, il partito che da 200 anni domina la politica britannica, è un’immigrata nigeriana di prima generazione. Kemi Badenoch (nella foto) – nome di battesimo Olukemi Olufunto Adegoke prima di acquisire il cognome del marito Hamish Badenoch – ha assunto il ruolo che fu di Margareth Thatcher, sua musa ispiratrice, e Winston Churchill , diventando la così la prima donna nera alla guida di un grande partito politico non solo nel Regno Unito, ma in Europa. Badenoch segna l’avvio di una nuova era per i Tories, che hanno visto negli ultimi 9 anni l’avvicendamento di ben sei segretari. La sua sfida più grande? Ricucire le divisioni di un partito estremamente frazionato, rinnovandolo, avviando un’operazione di ricostruzione e rilancio che parte dall’umile riconoscimento dei propri errori. «Il nostro partito è decisivo per il successo del nostro Paese. Ma per fare sentire la nostra voce, dobbiamo essere onesti», ha dichiarato Badenoch nel corso del suo discorso di accettazione della nomina. «Dobbiamo ammettere con onestà di avere commesso degli sbagli e di non esserci attenuti agli standard richiesti. È giunto il momento di dire la verità e combattere per i nostri principi, pianificare il futuro, reimpostare la nostra politica e modo di pensare. È l’ora di rimboccarsi le maniche e rinnovarsi», ha concluso la leader neo-eletta, con quel piglio carismatico che le ha permesso di fare una carriera lampo a Westminster.

La politica 44enne è stata eletta per la prima volta nel parlamento britannico solo nel 2017. Entrata nel Governo di Boris Johnson con vari ruoli da sottosegretaria, è divenuta per la prima volta ministra nel 2022 con Liz Truss che la mette al vertice del Dicastero per lo sviluppo e il commercio internazionale, incarico successivamente confermato anche da Rishi Sunak. Pertanto la sua ascesa è stata rapidissima. Figlia di un medico e di una professoressa di fisiologia nigeriani, Badenoch nasce a Londra nel 1980 per decisione dei genitori che volevano la migliore assistenza medica privata che potessero permettersi per il parto e pertanto erano venuti apposta in Gran Bretagna per darla alla luce, assicurando inconsapevolemente così alla figlia la cittadinanza britannica. Ritornata dopo la nascita a Lagos, dove viene cresciuta fino all’età di 16 anni insieme al fratello e alla sorella minori, nel 1995 viene rispedita dalla sua famiglia nel Regno Unito per completare gli studi e sottrarla ai disordini in Nigeria, sospesa dal Commonwealth a seguito della condanna a morte di attivisti ambientalisti da parte della dittatura militare. Secondo Lord Michael Ashcroft – veterano Tory e autore di una biografia sulla nuova leader del partito intitolata Blue Ambition – l’attitudine combattiva di Badenoch è stata plasmata molto dall’esperienza di quel periodo ed «è il risultato del suo approccio nigeriano alla risoluzione dei conflitti»: lei guarda all’instabilità che negli anni Novanta ha caratterizzato il Paese africano come uno scenario ipoteticamente possibile anche nel Regno Unito.

Laureata in informatica presso la Sussex University, all’età di 25 anni aveva accarezzato l’idea di ritornare in Nigeria per intraprendere la carriera politica, ma compresi gli ostacoli che avrebbe incontrato in quanto donna, decide invece di restare in Gran Bretagna e di iscriversi al partito conservatore. La sua fascinazione per la destra scaturisce oltre che da un’ammirazione sconfinata per la «Lady di ferro» Margaret Thatcher, anche da un’avversione per la fazione politica opposta dopo avere avuto a che fare negli anni dell’università con studenti di sinistra a suo dire «viziati, pieni di pretese e privilegiati». Durante i primi anni di militanza nei Tory, Badenoch incontra il futuro marito, il bianco e cattolico irlandese Hamish, banchiere d’investimento della Deutsche Bank, che sposa nel 2012 e con il quale mette al mondo tre figli. Il coniuge appoggia nella sua ascesa politica la moglie, che lavora dapprima nel settore bancario e poi diviene direttrice digitale di «The Spectator», la prestigiosa rivista dell’intelligentia conservatrice diretta in passato da Boris Johnson prima di diventare premier e oggi guidata dall’ex ministro di svariati Governi Tory, Michael Gove, grande sostenitore di Kemi Badenoch.

Candidatasi senza successo alle elezioni un paio di volte e schieratasi a favore della Brexit nel referendum del 2016, Badenoch riesce ad entrare in Parlamento l’anno successivo e da allora nessuno l’ha più fermata. Prima leader nera dei Tory, seconda di colore dopo Rishi Sunak e quarta donna alla guida del partito dopo Thatcher, Theresa May e Liz Truss, la 44enne Badenoch darà del filo da torcere al 62enne premier Labour Keir Starmer, il cui partito non ha mai eletto al vertice né una donna né un appartenente ad una minoranza etnica, in contrasto con l’ideologia progressista del partito stesso. Paladina dell’anti-woke (woke inteso come atteggiamento di chi si sente consapevole dell’ingiustizia rappresentata da razzismo, sessismo, disuguaglianze economiche e sociali ecc.) con controverse dichiarazioni sui diritti dei transgender, sull’inferiorità delle culture che non permettono alle donne di lavorare e sulla presunta esosità dei congedi di maternità (su quest’ultima ha poi raddrizzato il tiro), Badenoch si è accattivata le simpatie dei conservatori più a destra. Tuttavia, la sua immediata scelta di designare esponenti sia destrorsi che centristi come Priti Patel e Mel Stride – da lei nominati ministra degli Esteri ombra la prima e Cancelliere dello Scacchiere ombra il secondo – rivela una visione di lungo periodo volta ad unificare il partito, con un obiettivo ambizioso: ricomporre i cocci Tory e puntare dritta a Downing Street.