È necessario trovare degli snebbiatori

by Claudia
26 Febbraio 2024

Come titolo pensavo di proporre quello di un articolo di Sandro Viola, inviato speciale de «la Repubblica» e anche nostro collaboratore: «Qualcuno mi faccia il riassunto» implorava alcuni anni fa (e pensare che doveva ancora iniziare la caotica rivoluzione massmediatica che dura ormai da un ventennio), mettendosi nei panni del lettore sopraffatto dalle informazioni, cioè dalla frana di notizie che gli rovesciavano addosso durante l’intera giornata e da ogni parte del mondo giornali, radio e televisione. Ma un riassunto cartaceo oggi finirebbe subito sommerso nel flusso mediatico che i nuovi media e l’ambaradan dei social ci impongono con accanimento ormai disumano e in continuo crescendo. Ecco allora l’immagine degli snebbiatori, balzatami nella mente dopo aver letto questa diagnosi, di Francesco Gerardi («Rivista Studio»), relativa al conflitto fra Russia e Ucraina: «Siamo prigionieri di una nebbia di guerra digitalmente generata, una sovrapproduzione di contenuti incontrollabile e incontrollata che si frappone come un muro tra la narrazione dei fatti e la comprensione degli stessi. Un muro fatto soprattutto di immagini, di foto e video, perché nell’era del complottismo siamo ormai tutti troppo paranoici (o stanchi di resistere e di controllare) sino a concederci la libertà di credere a immagini false e fuorvianti, manipolate e manipolatorie».

A dirla tutta la prima scintilla mi era giunta da mons. Gianfranco Ravasi che suggeriva di affrontare «il brusio permanente e inconsistente» dei social creando un’oasi di silenzio, in modo da avviare e curare una sorta di dieta dell’anima e della mente. Un metodo relativamente semplice ed efficace («far risuonare un poderoso “zitti!”, così da bloccare ogni sproloquio») per ritrovare la capacità di riflettere. Ma poi, appena fuori dall’oasi, ritroveremmo la nebbia mediatica. E così cado nella trappola della congettura balzana: eccomi a ipotizzare che, se fossi ricco e della generazione giusta – cioè una di quelle venute dopo i «boomers», come spiegano anagrafe e sociologi – una soluzione la cercherei in casa degli gnomi di Microsoft, Meta o Apple. Chiederei loro un’app basata su algoritmi personalizzati in grado di fornirmi una quadra nei vari campi esistenziali tenendo conto di potenziali punti fermi, di situazioni in evoluzione, capace di elaborare quel che è capitato e che può interessarmi, ovviamente rispettando convinzioni e preferenze esistenziali o politiche.

Insomma, un’app che si attivi appena si pronuncia «Siri, fammi il riassunto» e, come già capita, il perfetto avatar digitale incomincerebbe a rispondere parlando o scrivendo su display o schermi: «A livello professionale stamane ci sono alcune importanti decisioni che elenco di seguito… Info: sul “Corriere” online c’è un articolo che riprende e commenta un’intervista del “Nyt” a Putin, ospite di Trump in Florida… A livello cantonale ieri sera circolavano voci non smentite su dimissioni del presidente del tuo partito… Passo in rassegna le principali notizie della notte in Asia e negli Stati Uniti, iniziando dai mercati finanziari… La diretta della discesa femminile di stamane è stata rinviata per mancanza di sale… In alternativa puoi seguire lo streaming sui lavori delle Camere federali dove si discuterà di perequazioni… A livello famigliare torno a ricordarti che oggi è San Valentino… Al tuo “Sì” ti informo anche sui decessi registrati ieri in Ticino…». Ecco: è lo snebbiatore che intendo. Ovviamente un prototipo, certamente da migliorare fintanto che non avrà la stessa forza e lo stesso valore che in passato hanno saputo trasmetterci giornalisti, politologi e intellettuali, senza dimenticare l’autorevolezza dei vari statisti, degli editorialisti, dei sociologi e degli economisti che un tempo ci spronavano a difendere principi, valori morali, libertà individuali. Purtroppo ormai è tutta «roba d’archivio», avvolta anche quella dalle nebbie. Per questo ci troviamo senza punti cardinali, obbligati a cercare rotte che ci consentano di decifrare una mala-informazione sempre meno preoccupata della confusione e dei danni che genera. È da qui che farei partire i «miei» snebbiatori, inflessibili nell’esigere dalla classe politica un duplice impegno: garantire soluzioni di continuità ai media; vegliare affinché il servizio pubblico dell’informazione torni a essere una bussola affidabile nell’indicare falsità e dietrologie.