Internet e la carica dei silver surfer

by Claudia
31 Dicembre 1969

La scorsa settimana ho partecipato alla trasmissione radiofonica di Rete Uno «Appesi alla luna» condotta da Mirella de Paris, titolo della puntata Ma i social ci stanno davvero cambiando?. Il tema non è nuovo ma come spesso accade da queste esperienze si torna sempre a casa con qualche nuova conoscenza e riflessione. Personalmente mi ha molto colpito constatare come diverse delle telefonate da casa per intervenire in trasmissione fossero da parte di persone anziane o, comunque, non più giovanissime. 
Con molta tranquillità e con un pizzico di orgoglio raccontavano come fosse sereno il loro rapporto con i social network, come grazie a questi strumenti sono in grado di seguire le attività dei loro nipoti e dunque di rimanere aggiornati sulle loro vite ma anche di fare nuove amicizie e nuove scoperte. Hanno raccontato come l’utilizzo delle nuove tecnologie e dei social sia un ottimo rimedio contro la solitudine che in età avanzata, per diversi motivi tende ad intrufolarsi nelle vite umane con maggiore forza e frequenza. 
Bello è stato anche sentire dalle diverse testimonianze come le conoscenze e l’interazione con questi nuovi strumenti di comunicazione e di socializzazione nascano molto spesso in famiglia visto che sono i figli o, ancora più spesso, i nipoti ad insegnare ai nonni ad usare i social network. In questo senso internet ha sicuramente contribuito in modo particolare ad accorciare le distanze tra i nonni e il resto della famiglia. Fino a dieci anni fa se non si abitava nella stessa città, regione o, addirittura, nazione bisognava fare attenzione a non sentirsi troppo spesso perché il telefono aveva i suoi costi. E se non si aveva la possibilità di viaggiare non ci si vedeva per molto tempo e non si notavano piccole trasformazioni come un nuovo taglio di capelli, qualche rughetta in più sul viso o una nuova luminosità negli occhi. Oggi grazie a Skype, ma non solo, tutto questo è preistoria. 
Così stando ai dati del Pew Research Center scopriamo come ci sia una carica di cyber nonni alla scoperta della Rete e delle nuove tecnologie. Lo studio rivela che oltre il 59% degli over 65 è un utente della Rete e che più del 77% ha un cellulare. Pure in Svizzera, secondo lo studio dell’Istituto di gerontologia dell’Università di Zurigo, il numero degli internauti ultra 65enni, soprannominati silver surfer, negli ultimi cinque anni è quasi raddoppiato e la quota degli utenti della Rete in pensione è del 56%.
Quali sono i benefici per i silver surfer? Sicuramente tenersi in contatto con amici e persone care anche quando non si ha la possibilità di muoversi o di uscire di casa. Tra le tante piattaforme social ce n’è anche una dedicata, si chiama Special Age (www.specialage.it) ed è nata grazie all’idea della sorella francescana Angela Musolesi. Ci sono poi numerosi siti che nel design e nei contenuti sono user friendly anche per i più anziani che così possono più facilmente tenersi informati in tempo reale, usufruire di servizi per i cittadini o, più semplicemente, giocare, acquistare e intrattenersi online. 
Va detto che spesso sono proprio loro ad essere vittime delle truffe; in questo caso si ribadisce l’importanza dell’insegnamento e apprendimento delle necessarie competenze mediali. Rischi a parte dunque, diverse ricerche scientifiche sostengono che un’ora di navigazione e interazione in Rete aiuta a mantenere in esercizio la mente riducendo fino al 40% la decadenza cognitiva, ma pare anche essere un ottimo strumento per combattere la depressione visto che l’utente anziano si sente parte di una nuova comunità, seppur virtuale. 
Un esempio: alla base della piattaforma Special Age, dedicata agli anziani ma aperta anche ai giovani, c’è il principio dello scambio di competenze e di esperienze per cui i giovani internauti mettono sul campo le loro esperienze e capacità digitali mentre i silver surfer insegnano loro come preparare le torte secondo antiche ricette o come realizzare lavori di falegnameria e artigianato.