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E vissero tutti separati e contenti
Il caffè dei genitori: i cartoni animati affrontano da sempre le dinamiche familiari difficili, ora Spellbound racconta con una nuova prospettiva il delicato e turbolento momento del divorzio dei genitori della giovane Ellian
Simona Ravizza
I cartoni animati sviscerano da sempre la realtà familiare e le sue dinamiche difficili tenendo conto delle trasformazioni della società. È il motivo per cui con l’uscita su Netflix di Spellbound – L’incantesimo (novembre 2024) – prodotto dal regista di Toy Story ed ex capo della Pixar, John Lasseter, con la regia di Vicky Jenson di Shrek e la musica del premio Oscar Alan Menken – a Il caffè dei genitori ci domandiamo: è arrivato il tempo di normalizzare il divorzio dei genitori, con il messaggio «meglio separati che arrabbiati»? Seguirà spoiler.
Alle famiglie sgangherate ci siamo abituati fin dalle principesse-orfane della Walt Disney (prima su tutte Biancaneve, 1937, con la perfida matrigna Grimilde); Qui, Quo e Qua allevati da zio Paperino perché troppo pestiferi per la loro mamma; Geppetto il padre single di Pinocchio (1940); e chi più ne ha più ne metta fino ad arrivare a Kung Fu Panda (2008) con Po cresciuto dall’oca-cigno Mr. Ping grazie al suo chiosco di spaghetti. I danni della famiglia iperprotettiva li abbiamo visti nel cartoon Alla ricerca di Nemo (2003); quelli della famiglia performante con la protagonista di Encanto (2021) Mirabel, l’unica della famiglia senza poteri magici, che mentre la casa va in frantumi rinfaccia a nonna Abuela di essere lei la causa di tutti i problemi a forza di costringere i familiari a essere all’altezza delle proprie aspettative. La famiglia disfunzionale sotto i (duri) colpi dell’adolescenza è bene rappresentata in Red (2022) in cui la tredicenne Mei Lee combatte quotidianamente tra l’essere la figlia modello e obbediente di sua madre e il caos della propria giovinezza: la felicità arriverà quando finalmente la protagonista riuscirà a ribellarsi ai giudizi materni e ad affermare se stessa senza più il timore di essere giudicata (rivendicando addirittura la sua libertà di essere un panda rosso).
Diciamocelo, però: i cartoni animati hanno sdoganato bambini orfani, abbandonati, disubbidienti, ribelli, in crisi, ecc. in una moltitudine di famiglie malmesse senza mai privarci però del gran finale al motto del «E vissero tutti felici e contenti». Mai fin qui il gran finale è stato: «E vissero tutti SEPARATI e contenti». È quello che succede invece alla 15enne Ellian (doppiata da Rachel Zegler) che deve reggere le sorti del regno di Lumbria dopo che i genitori Solon ed Ellsmere si sono trasformati in mostri. Perché quando Ellian dice «i miei genitori sono dei mostri» non è il modo di dire di un’adolescente, ma la realtà. La natura animalesca ha portato loro via la memoria e la capacità di parlare. Le voci adesso sono diventate grugniti e il desiderio di prendersi cura della figlia è superato dal bisogno di cibo. Completamente ignari di chi erano un tempo. Alla fine del cartoon il re (doppiato da Javier Bardem) e la regina (doppiata da Nicole Kidman) capiranno che la causa della loro trasformazione sono stati i continui litigi.
Con lei che lo accusava di «trasformare un contrasto in un insulto» e lui che le ribatteva sdegnato «certo è sempre colpa mia». Scene da contrasti quotidiani: «Se trattenessi il fiato mentre tu arrivi al punto io soffocherei» e «Tu devi sempre ripetere ogni cosa».
Ne Gli Incredibili (2004) Bob Parr alias Mr. Incredibile, dotato di una forza sovrumana, in difficoltà ad abbandonare i propri super poteri per vivere una vita medio-borghese, si scusa con la moglie Helen (un tempo Elastigirl): «Sono stato un cattivo padre, cieco verso ciò che ho. Ero così ossessionato dall’essere sottovalutato che ho sottovalutato tutti voi». In Spellbound i genitori di Ellian non si danno una via di ritorno: « Abbiamo lasciato che la rabbia ci consumasse – spiegano Solon ed Ellsmere alla figlia –. Non tiriamo più fuori il meglio l’uno dall’altra. Per questa ragione siamo diventati mostri. Non vogliamo più essere quelle due persone. Non possiamo più stare insieme». All’obiezione di Ellian che tutte le famiglie litigano restano irremovibili: «Non è possibile aggiustare ogni cosa – dicono –. Le cose non possono tornare come prima».
Apriti cielo! La reazione più che comprensibile di Ellian è quella di ogni figlio davanti alla separazione dei genitori. Rabbia e paura. Delusione e incertezza. La testa che si fa domande e il cuore che fa male. «E ora chi pensa a me? – chiede ai genitori –. Se potete smettere di amarvi, potete smettere di volermi bene».
Ci sono parole che possono rassicurare? I ricordi di mamma e papà insieme prendono il sopravvento: le cene intorno alla tavola apparecchiata tutti insieme, i giochi, la buonanotte. Per privare un figlio di tutto ciò basta dire: «Ci dispiace tanto, ma ti vogliamo bene»? Come far capire che c’è un amore eterno e immenso che non svanirà e che è quello nei confronti di un figlio? A Il caffè dei genitori ognuno ha la sua idea: sdoganare la separazione come una cosa che può succedere nella vita di due adulti non vuole dire che sia facile (né per chi la subisce ma neppure per chi sceglie). Tra di noi ci sono anche genitori che hanno scelto di tenere insieme il proprio matrimonio con lo scotch in nome dei figli. Nessuno può giudicare. Quello che, per la prima volta ci dice il cartoon, è che per Ellian le rassicurazioni funzionano: «L’amore tra di noi non cambierà mai». La 15enne a questo punto parla con la bambina che è stata e le spiega che tornare indietro non si può: «Non temere la supererai».
Un anno dopo, Solon ed Ellsmere vivono in castelli separati, ma riescono a governare il regno e a crescere Ellian insieme in armonia. Nel giorno del suo 16esimo compleanno, Ellian festeggia in grande con la propria famiglia e gli amici, abbracciando felicemente sia i cambiamenti positivi che quelli negativi nella sua vita.
È il 1998 quando la Disney fa uscire Genitori in trappola, dove due gemelle 12enni, separate alla nascita subito dopo il divorzio dei genitori che decisero di prendere ciascuno la custodia di una delle figlie e ignare una dell’esistenza dell’altra, si incontrano per caso in un campeggio estivo. Il loro obiettivo sarà fare tornare insieme i genitori. Durante i titoli di coda del film vengono mostrate le foto del secondo matrimonio di Nick e Lizzie, circondati dalle gemelle…
La morale di Spellbound è un’altra. L’amore può svanire. E i figli sono costretti a farsene una ragione. La mediatrice familiare Federica Invernizzi Gamba, laurea in Psicologia a Ginevra, dal gennaio 2020 direttrice del Consultorio familiare dell’Associazione comunità familiare ha visto il cartone animato per Il caffè dei genitori: «Ormai dal 2001 il Codice civile svizzero, all’articolo 111, prevede il “divorzio su richiesta comune”, come a sostituirlo a quello per colpa. È la legge stessa dunque che, adeguandosi ai tempi, normalizza di fatto la separazione – riflette –. Ma normalizzare la separazione non vuole dire banalizzarla. Il più delle volte c’è ancora il coniuge che attribuisce all’altro la colpa dell’infedeltà o quant’altro, ed è comprensibile che sia così. Non dobbiamo dimenticare che la separazione è una scelta che concerne la coppia e non una scelta del figlio; sono pertanto gli adulti che devono assumersi la responsabilità di fare in modo che il cambiamento rispetti i bisogni dei figli. Il cartoon mostra, però, in maniera onesta due concetti importanti da interiorizzare: 1) la scelta è degli adulti e deve restare tale anche davanti al legittimo desiderio del figlio che i genitori restino insieme e al suo dolore per la separazione; 2) è sbagliato pensare che tutti i figli di genitori separati abbiamo problemi». Fulvio Scaparro, direttore scientifico dell’associazione di mediazione familiare GeA di Milano che sta per Genitori Ancóra, scrive: «Le situazioni non vanno salvaguardate ad ogni costo. È bene ricordare che la separazione non è una decisione di cui ci si debba vergognare ma un’eventualità implicita in ogni unione». Il vero impegno allora che dobbiamo prendere con i nostri figli, come per la prima volta ci mostra anche un cartone animato, è di non farci mostrificare dai litigi. Prima, durante e dopo. Senza pensare, però, che sia una passeggiata!