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Già, in teoria. Ma in pratica?

Comunemente ciò che è teorico viene percepito come qualcosa distante dai fatti e dalla realtà, eppure la nostra esperienza pratica di ogni giorno ha spesso riferimenti teorici
/ 26/08/2024
Massimo Negrotti

Laura dice a Mario: «Giovanni ha detto che arriverà alle dieci, dunque dovrebbe arrivare fra un quarto d’ora». Mario risponde «Già, in teoria, ma sai come va, col traffico non si può mai sapere…». Il termine «teoria» è di uso piuttosto comune, ma se lo si mette a confronto col suo significato originario, sul piano scientifico in particolare, si constata come esso, per il senso comune, assuma connotati quasi sempre diminutivi quando non addirittura ironici. Ciò che è teorico viene assunto come un’affermazione che, non essendo provata dai fatti, rappresenta qualcosa di rischiosamente distante dalla realtà e da quella che viene definita l’esperienza pratica. In definitiva, il buon senso sembrerebbe raccomandare di stare lontani il più possibile da ciò che è solo teorico e procedere stando saggiamente con «i piedi per terra».

Ma siamo proprio sicuri che la nostra esperienza pratica quotidiana eviti accuratamente di adottare riferimenti teorici? A cosa si riferisce Mario quando dice «Già, in teoria» se non ad una congettura, una visione – «teoria» deriva dal greco «vedere» – che, sulla base di supposizioni e conoscenze pregresse, suggerisce una previsione circa l’andamento dei fatti? In fondo, tutti noi siamo teorici almeno tanto quanto siamo pratici. Lo è il venditore che, di fronte ad un possibile cliente, ha una sua teoria per interagire con quel tipo di persona; lo è chi, volendo andare in vacanza, sceglie una località nuova ma che presenta caratteristiche che è convinto di conoscere e che apprezza; lo è, inutile dirlo, il medico che, di fronte a dati clinici oggettivi, identifica nel paziente una certa patologia in base a teorie consolidate o anche di recente introduzione, inducendolo a richiedere nuove analisi.

Dopo secoli di trasformazioni, il termine attuale «teoria» ha raggiunto una notevole stabilità soprattutto nel mondo scientifico. Una teoria scientifica è un insieme coordinato e non contraddittorio di enunciati che possono consistere, nel caso migliore, in regolarità già accertate ma poste in relazione in termini nuovi e, nel caso di teorie di frontiera, in ipotesi tutte ancora da verificare. In ogni caso, ogni teoria ha il ruolo di guidare la ricerca. Infatti, se una teoria promette di risolvere un problema importante, allora, se essa non contiene contraddizioni e non collide con conoscenze acquisite sperimentalmente «al di là di ogni ragionevole dubbio», è interesse della scienza, e dell’umanità, sottoporla a severi collaudi per stabilirne l’affidabilità. La celebre sentenza di Isaac Newton – hypotheses non fingo – secondo cui la descrizione dei fatti è la sola cosa che possiamo permetterci, è stata spesso abusata poiché, in realtà, nessuno scienziato rinuncerebbe alla ricerca delle cause di un fenomeno e, per trovarle, costruisce appunto ipotesi e teorie che, poi, possono dover aspettare molto tempo per venire confermate. Un aspetto centrale della teoria della relatività generale di Albert Einstein del 1915, per esempio, ottenne conferma sperimentale da Arthur Eddington solo nel 1919. Nelle scienze umane, è istruttiva la teoria del suicidio di Émile Durkheim, confermata successivamente da vari studi, secondo la quale le crisi individuali portano al suicidio prevalentemente in società poco coese nelle quali il sostegno psicologico viene meno proprio per la carenza di coesione mentre laddove questa è più elevata, il sostegno è più alto e, di conseguenza, il tasso di suicidi più basso.

È comunque nella vita quotidiana che si rivela il ruolo strategico della teoria anche se non vi pensiamo mai poiché, una volta corroborata dalla prova dei fatti, ogni teoria entra tacitamente nelle nostre abitudini pratiche. In fondo, ogni volta che accendiamo la luce in casa non facciamo altro che convalidare una volta in più la legge di Ohm, nata come ipotesi e dunque teorica, e poi verificata sperimentalmente. Altrettanto, quando dobbiamo affrontare un’infezione, quando saliamo su un aereo o dobbiamo ristrutturare una casa siamo protagonisti inconsapevoli dell’ennesima verifica sperimentale di teorie immunologiche, fluidodinamiche o di scienza delle costruzioni. Ce n’è abbastanza per capire che ogni teoria, fino a che non venga smentita dai fatti, merita rispetto e attenzione perché, ogni tanto, succede che sia vera.