Un Centro per più generazioni

A Solduno è stato da poco inaugurato il nuovo Centro diurno socio-assistenziale Insema in un complesso dove convivono diversi servizi
/ 10.01.2022
di Guido Grilli

Un luogo capace di riunire più generazioni, una moltitudine di servizi che tratteggia i contorni di una moderna concezione del vivere e che pone al centro relazioni sociali e risponde a bisogni concreti. L’unicità si è da poco compiuta a Solduno. Parliamo del nuovo complesso, inaugurato lo scorso novembre, dove è sorto un vero e proprio polo denominato Isolino, in cui converge una varietà di offerte.

Dichiara Vasco Viviani, coordinatore del Centro diurno socio-assistenziale, Insema, che rappresenta uno degli importanti tasselli del mosaico: «Sì, oltre alla struttura gestita da Pro Senectute su mandato del Cantone, il complesso ospita un ristorante gestito da Pro Infirmis e la palestra Vita Attiva, legata alla prevenzione delle cadute e al movimento, offrendo la possibilità agli anziani di svolgere fisioterapia per il mantenimento della loro forma. Chi visita il nuovo complesso abitativo Isolino accede a diverse strutture per il benessere della terza età. Il centro è aperto agli over 65 per quanto attiene agli utenti di Pro Senecute, ma poi per quanto riguarda la fruizione alla palestra Vita Attiva e al ristorante l’offerta si estende anche alle altre fasce di età. Va detto che nel complesso trova posto anche l’asilo nido gestito dalla Scuola universitaria della Svizzera italiana, Supsi, dove in futuro saranno previsti incontri intergenerazionali tra i bambini della scuola dell’infanzia e gli anziani del centro diurno socio-assistenziale».

Un’altra peculiarità del complesso abitativo locarnese, che al suo interno ospita ottanta appartamenti, appare quella di una vera e propria sinergia fra gli attori dei vari servizi che lo compongono. «Tra le strutture – conferma Vasco Viviani – esiste un chiaro collegamento. C’è una collaborazione reciproca tra gli operatori e questo forma un tessuto importante sul territorio, per il quartiere e per la città. Il centro diurno socio-assistenziale, uno dei 9 gestiti da Pro Senecute in Ticino, si rivolge a una popolazione anziana autonoma e autodeterminata per mantenere l’anziano a domicilio, per sgravare i famigliari curanti, per garantire una socializzazione e un benessere all’anziano, con attività legate alla sfera motoria, alla sfera cognitiva e sociale. Noi stimoliamo il corpo, la mente e la compagnia per far sì che si invecchi in forma e si viva in modo autonomo più a lungo possibile. Lavoriamo con la risorsa dell’utente e non con il deficit, cerchiamo di stimolarlo a mettersi in gioco e cercare di essere ancora partecipativo, pro-attivo e capace di decidere di se stesso e dirsi, ad esempio, “oggi ho voglia di tombola, oggi vengo al polo Isolino e faccio ginnastica, due chiacchiere, leggo il giornale e poi vado all’aperitivo al bar”. Con la pandemia garantiamo attività in sicurezza, con ad esempio un numero più ristretto di anziani, ma sempre nello spirito di una socializzazione, uno stimolo a nuove amicizie e interessi comuni con la nascita di gruppi che si possano ritrovare anche all’esterno. Il nuovo Centro diurno socio-assistenziale si propone sia agli anziani che richiedono una presa a carico, ad oggi una decina, sia agli anziani autonomi che sono in questo momento una ventina. Le attività sono gratuite, compreso il trasporto dal domicilio al centro, ad eccezione delle uscite o di proposte che richiedono materiali particolari e dei pasti».

Un luogo, il complesso inaugurato a novembre in via Domenico Galli 50, accomunato dalla parola sinergia. «Sullo stesso sedime sono riuniti obiettivi comuni, persone ed enti che hanno come scopo il benessere della popolazione, non solo anziana. L’auspicio è che al centro diurno non si giunga a 85-90 anni, bensì il nostro augurio è che a 65 anni vi sia una prima visita, si condivida un evento. Un primo incontro che gradualmente può ripetersi: perché quando si conosce una struttura di questo tipo nel momento in cui si è ancora autonomi, poi sarà più facile essere coinvolti, proporre nuove idee, progetti, investire energie, e favorire in definitiva il mantenimento delle proprie risorse. Se al contrario gli anziani attendono a frequentare il centro quando le risorse sono più inaridite sarà più difficile stimolarli».

Qual è il bilancio di questa nuova realtà intergenerazionale a pochi mesi dall’inaugurazione del complesso? «Si attendeva da lungo tempo e con grande aspettativa l’apertura di questo centro e i suoi diversi servizi. Ci stiamo addentrando nel pieno dell’offerta e avvertiamo riscontri positivi. Stiamo notando un’ottima collaborazione sia esterna, con gli assistenti sociali del Comune e la Commissione di quartiere, sia interna con le diverse figure professionali degli altri enti coinvolti, con i quali lavoriamo in comunione. C’è uno scambio e una buona cooperazione a vantaggio di tutte le persone che gravitano attorno al centro.