Per il benessere della famiglia

Ascolto, consulenza, sostegno: l’impegno dell’Associazione ticinese delle famiglie monoparentali e ricostituite continua e si amplia
/ 11.04.2022
di Stefania Hubmann

Una nuova coordinatrice e lo sviluppo dell’offerta di ascolto con uno sportello a Locarno offrono nel 2022 all’Associazione ticinese delle famiglie monoparentali e ricostituite (ATFMR) l’opportunità di adeguare la propria impostazione ai cambiamenti sociali più recenti – dall’uso dei social media alla pandemia – senza comunque perdere di vista il suo obiettivo principale: il sostegno e la consulenza destinati in primo luogo al genitore affidatario, ossia nella maggior parte dei casi alla madre. L’associazione, fondata a metà degli anni Ottanta del secolo scorso, ha nel frattempo sviluppato anche riflessioni più ampie. Sempre all’inizio di quest’anno ha preso posizione sul potenziamento dei Punti d’incontro per i diritti di visita, realtà pure sollecitata ad affrontare nuove tematiche legate a separazioni e divorzi in presenza di figli. Il benessere di questi ultimi resta centrale e passa anche dal congedo parentale, altro tema di attualità che l’associazione ha affrontato in una tavola rotonda organizzata lo scorso 5 aprile a Mendrisio.

Se da un lato la rete sociale digitale ha permesso alle famiglie monoparentali di sentirsi meno sole, colmando l’isolamento che diversi decenni fa percepivano a livello sociale, dall’altro la pandemia ha evidenziato la necessità di un contatto personale, di un incontro in presenza che faciliti la discussione come pure l’esame di pratiche e documenti. Incontriamo quindi Alessia Di Dio, coordinatrice dell’ATFMR dallo scorso agosto, nella sede dello Sportello d’ascolto in via delle Aziende 3 a Locarno presso l’associazione Il Tragitto. La collaborazione fra le due organizzazioni non intende limitarsi a una questione logistica. Per Alessia Di Dio è importante sfruttare le sinergie visto che nei suoi spazi Il Tragitto accoglie famiglie e bambini a scopo di socializzazione e formazione.

«Ascoltare e fornire consulenza resta la nostra prima risposta al bisogno immediato e concreto di chi si rivolge a noi – spiega Alessia Di Dio – Nella maggior parte dei casi, oltre 200 consulenze nel 2021, si tratta di madri affidatarie, ma riceviamo richieste anche da parte di genitori non affidatari, nuovi partner chiamati ad assumere ruoli educativi, nonne e altri familiari preoccupati per il benessere dei bambini che vivono in un nucleo monoparentale. Sovente si tende a identificare questo nucleo con la donna separata o divorziata con uno o più figli, ma non bisogna dimenticare i casi derivanti da un lutto e le madri sole. In Ticino le famiglie monoparentali o ricostituite sono una su quattro».

Quali domande vengono rivolte allo Sportello d’ascolto? Risponde la coordinatrice: «Il servizio, attivo telefonicamente dal 1991, è confrontato con interrogativi e dubbi su tutti gli aspetti della vita. Sono ricorrenti i problemi relazionali, le prestazioni sociali, gli aiuti finanziari, le questioni legate alla conciliazione. Nel caso di aspetti prettamente giuridici che richiedono una consulenza di natura legale, ci appoggiamo all’associazione Equi-Lab. Siamo inoltre in contatto con numerosi servizi sul territorio verso i quali indirizziamo in modo mirato le persone che vengono da noi a dipendenza delle loro esigenze».

Un evento che ha sicuramente avuto ripercussioni accentuate sulle famiglie monoparentali è la pandemia. «È proprio così – afferma Alessia Di Dio – perché conciliare telelavoro, scuola a casa e gestione dell’economia domestica è ancora più complesso quando in casa il genitore è uno solo. Pure i diritti di visita hanno costituito un’ulteriore difficoltà nei periodi in cui erano in vigore restrizioni sugli spostamenti, in particolare quelli transfrontalieri». Questo per quanto riguarda la vita quotidiana, ma le conseguenze della lunga emergenza sanitaria si ripercuotono parimenti in ambito finanziario. Ambito che per le famiglie monoparentali è spesso un tasto dolente. «Il tema dei contributi di mantenimento è quasi sempre presente nelle nostre consulenze – afferma l’intervistata – e si spiega con il fatto che una parte dei genitori tenuti a pagarli non li versa o non lo fa con regolarità. La problematica è complessa e le situazioni variano a dipendenza dei Cantoni».

Sandra Killer, presidente dell’associazione con una lunga esperienza sul campo, essendo stata lei stessa coordinatrice dal 2007 al 2016, conferma che l’aspetto finanziario è uno dei nodi centrali per le famiglie monoparentali unitamente alle relazioni con l’ex partner. «Gli effetti del primo dipendono in gran parte dal tipo di politica sociale applicata. In Ticino abbiamo notato maggiore fragilità a partire dal 2005 quando l’anticipo degli alimenti da parte del Cantone si è ridotto a 5 anni. Per chi deve ricorrervi sin dalla nascita della figlia o del figlio, la prestazione si ferma quando quest’ultimo è ancora molto piccolo. Altri elementi quali i servizi di custodia, quelli extrascolastici o ancora le condizioni di lavoro e la formazione del genitore affidatario giocano pure un ruolo».

Il nucleo monoparentale va tutelato anche nell’ambito relazionale. Il diritto dei bambini di incontrare il genitore non affidatario in un ambiente neutrale e protetto in caso di tensioni fra i genitori è assicurato tramite i Punti d’incontro per i diritti di visita. Il loro potenziamento è tema di discussione a livello cantonale a seguito di una mozione. L’ATFMR ha preso posizione per sottolineare che tale potenziamento non deve essere solo quantitativo (evitare le attuali liste d’attesa), ma anche qualitativo. Il sovraccarico del servizio e la necessità di un accompagnamento adeguato sono riconosciuti dall’ufficio cantonale competente. Per l’associazione l’obiettivo è lavorare insieme ripensando l’organizzazione dei Punti d’incontro, così che possano garantire maggiore sicurezza a tutti i presenti, supporto psicologico in caso di necessità e un buon coordinamento. «Le procedure sono dal nostro punto di vista il concetto chiave», precisa Alessia Di Dio. «Devono essere chiare e uniformi soprattutto per far fronte ai casi di violenza domestica. Quest’ultima non va confusa con la conflittualità genitoriale, bensì riconosciuta da personale formato e trattata ad hoc».

La famiglia monoparentale non è però solo l’immagine di una serie di problemi da affrontare. Per entrambe le nostre interlocutrici è un’esperienza vissuta in prima persona – condizione di tutte le coordinatrici dell’ATFMR – che favorisce una maggiore autonomia dei figli, riduce le differenze di genere e offre un modello genitoriale positivo in grado di superare le difficoltà. In caso di conflitti persistenti fra i genitori prima della separazione, nella famiglia monoparentale si riesce a ritrovare serenità. Il tema delle scelte educative diventa inoltre centrale ed esplicito, poiché va instaurata una collaborazione fra i due genitori.

Sandra Killer ricorda al proposito il corso-vacanze che l’associazione ha organizzato per un decennio dall’inizio degli anni Duemila. Sull’arco di un paio di giorni approfondiva per i genitori i temi dell’educazione e dell’evoluzione personale mentre i figli si godevano momenti spensierati. «Oggi il bisogno di aggregarsi si fa sentire meno – conclude la presidente – per cui dobbiamo ripensare il modo di interessare le famiglie facendo loro riscoprire un senso di appartenenza. I social media sono una forma di contatto, ma non bastano. Con la nuova coordinatrice desideriamo quindi capire come coinvolgere le famiglie monoparentali che diventano tali nel presente». Il bisogno, soprattutto delle madri, di essere ascoltate e capite in una fase delicata della vita rimane, le risposte si adeguano ai tempi.