Nella versione italiana della serie Desperate Housewives, a un certo punto Tom, marito della casalinga disperata Lynette, pronuncia una battuta: «Sto cercando di non ridere pensando al nome del pianeta Urano». Chi guarda la puntata e non conosce l’inglese – o lo conosce ma non pensa subito alla versione originale – resta lì basito e si chiede: «Eh?». Infatti il pianeta del sistema solare, settimo in ordine di distanza dal Sole e terzo per dimensioni, porta un nome che è uno spasso per gli anglofoni e una croce per i traduttori: «Uranus» si pronuncia come «your anus». Ma non solo: è anche l’unico pianeta del sistema solare a essere «sdraiato». Proprio come lo ha fotografato, insieme ai suoi anelli e ad alcuni suoi satelliti, il James Webb Space Telescope (JWST).
Di solito si raffigura un pianeta con l’asse di rotazione, dal Polo Nord al Polo Sud, in posizione verticale, cioè perpendicolare al piano nel quale orbita intorno al Sole. Anche quando pensiamo alla Terra vista dallo spazio, ce la immaginiamo come se ci trovassimo sopra il suo equatore. Questa posizione è quella di tutti i pianeti del Sistema solare fatta eccezione per Urano, che appunto si trova a ruotare «sdraiato» sul piano del sistema planetario. Questa sua specificità ha una conseguenza: stagioni estreme. Per esempio, durante l’estate uraniana, che dura 21 anni terrestri, in tutto l’emisfero Nord il Sole non tramonta mai. Appunto come in questo periodo, nella ripresa del JWST che ritrae il pianeta come se lo osservassimo quasi da sopra il suo Polo Nord. Proprio per questa ragione l’ampio sistema di anelli si mostra in tutto il suo splendore.
Anelli? Ma non era Saturno quello che…? Anche, ma non solo. Quelli di Saturno sono i più famosi, spettacolari e visibili anche con un telescopio amatoriale, ma tutti i giganti gassosi del Sistema solare hanno un sistema di anelli, più o meno esteso. La ripresa del JWST ne mostra 11 dei 13 conosciuti. A occhio nella foto se ne contano meno, ma solo perché alcuni sembrano fusi fra loro: l’occhio umano fa quel che può. Misure più precise mostrano invece come siano distinti e separati.
Nell’immagine presentata dalla NASA e dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) si notano anche evidenti strutture atmosferiche sul disco del pianeta: un altro risultato eccezionale ma non sorprendente. Infatti Urano, fin dai tempi della prima esplorazione da parte della sonda Voyager nell’ormai lontano 1986, è noto per mostrarsi come poco più che una palla azzurrognola brillante, liscia e senza dettagli. Il fatto che sia gassoso non giustifica questa povertà di particolari visibili: Giove ha una struttura simile, ma la sua atmosfera ricca di bande e di macchie colorate è grandiosa se osservata usando anche solo un piccolo telescopio. Motivata è dunque la soddisfazione dei ricercatori per aver ottenuto, usando due filtri infrarossi con la Webb’s Near-Infrared Camera (NIRCam), un’immagine di Urano nella quale appare un’area brillante nella regione polare settentrionale: una specie di «cappuccio» sul Polo Nord esposto al Sole nell’estate uraniana, che poi scomparirà quando subentrerà l’autunno.
Questa struttura era già nota, ma l’immagine raccolta dalla NIRCam mostra una peculiare luminosità centrale, mai vista prima né dall’Hubble Space Telescope né dal Keck Observatory alle Hawaii, che pure in passato avevano fornito immagini ad alta risoluzione di Urano. Non solo: nella ripresa del JWST sul bordo del «cappuccio» e anche al di fuori, proprio sul bordo apparente del pianeta, compaiono altre strutture brillanti. Gli scienziati le interpretano come tempeste nella profonda e densa atmosfera di Urano, composta da idrogeno ed elio e con la presenza anche di acqua, metano e ammoniaca, mentre in profondità si trova un piccolo nucleo roccioso. Una struttura tipica dei pianeti giganti gassosi.
E come gli altri giganti gassosi anche Urano è accompagnato da un corteo di satelliti. Al momento se ne conoscono 27, i cui nomi, attribuiti dall’Unione Astronomica Internazionale (IAU), sono tutti scelti fra i personaggi delle opere di William Shakespeare e Alexander Pope. Di questi, sei sono visibili nell’immagine del JWST: Titania, Ariel, Puck, Miranda, Umbriel, Oberon. Più alcune galassie sullo sfondo, che però con Urano con c’entrano nulla: mentre in questo momento il pianeta si trova a meno di 3 ore-luce da noi, le galassie possono essere a decine o a centinaia di milioni di anni-luce.