I medici di famiglia «nella rete»

Salute - Una via percorribile per ottimizzare la qualità terapeutica riducendo la spesa sanitaria globale
/ 11.11.2019
di Maria Grazia Buletti

Alcuni medici privati del Ticino si allineano a quanto già si fa in altri diciotto cantoni confederati costituendo il primo consorzio di medici di famiglia attivi sul territorio, ovvero la rete medX, già riconosciuta da alcune assicurazioni malattia. Due gli obiettivi primari: lo scambio delle conoscenze e la lotta al rincaro dei costi. 

Ne parliamo con il dottor Christian Garzoni, specialista in medicina interna e malattie infettive e libero docente all’Università di Berna, insieme alla collega medico di famiglia dottoressa Greta Giardelli. Ispirati dall’esperienza di Oltralpe, dove questo modello ha vita oramai ventennale ed è dunque ben collaudato, sono fra i fondatori della rete ticinese appena presentata ai colleghi e ai media. 

Il progetto ha suscitato un interesse al di sopra delle loro aspettative al punto da creare un piccolo scompiglio burocratico che per ora limita l’ammissione delle adesioni a un centinaio di professionisti. Malgrado ciò, assicurano che ben presto si potrà estendere anche ad altri colleghi momentaneamente esclusi per motivi logistici e organizzativi, sapendo che attualmente nel cantone si contano circa 350 medici di famiglia. 

«Il processo di creazione è nato un po’ a catena da un interesse condiviso in un gruppo di cinque medici di famiglia che ha dapprima valutato l’idea e poi ne ha parlato con alcuni altri colleghi per sondare l’interesse di condivisione dell’idea», racconta Garzoni, a cui fa eco la dottoressa Giardelli: «Nel presentare il progetto a circa un terzo dei nostri colleghi ticinesi non c’era alcuna volontà di esclusione e, dato il grande interesse riscontrato, ora si organizzerà l’estensione della rete ai numerosi circoli. Per accogliere altri colleghi, entro l’anno prossimo vorremmo superare queste problematiche, continuando a garantire la qualità della rete che partirà ufficialmente il 1° gennaio 2020. Invitiamo comunque tutti i pazienti a scegliere un modello assicurativo “medico di famiglia” disponibile da tutti i medici di famiglia del cantone, e a favorire la scelta di medX qualora il loro medico facesse già parte della neocostituita rete». 

Validi i vantaggi paventati per i medici aderenti alla rete medX e altrettanto interessanti i benefici per la popolazione, spiega Giardelli ripercorrendo le origini della figura del medico di famiglia, un professionista dall’antica sapienza e autorevolezza al pari del parroco e del sindaco del paese: «Storicamente era il medico di campagna, conosceva la persona e la storia della sua famiglia e aveva un ruolo oligarchico nella presa a carico dei suoi pazienti. Nel contempo, egli copriva spesso da solo la cura di differenti malattie, senza avere facile accesso a colleghi specialisti, mentre oggigiorno la medicina è sempre più specifica e settoriale ed esige il ricorso alle sue branche specialistiche. Una naturale evoluzione che ci permette di comprendere l’importanza crescente del ruolo centrale di coordinazione del medico di famiglia: egli ha una visione completa dello stato di salute del proprio paziente, conosce il suo contesto e le dinamiche famigliari. Ciò gli permette di valutare e attuare in modo consapevole e individualizzato gli aspetti di prevenzione come pure l’organizzazione della presa a carico specialistica e l’ottimizzazione delle relative terapie a lui necessarie».

Un ruolo tanto chiaro quanto «in caduta libera per una serie di ragioni», ha spiegato Garzoni: «Frammentazione della medicina, difficoltà di essere riconosciuto nel ruolo che gli è sempre appartenuto, burocrazia crescente che rende sempre meno attrattiva e più impegnativa questa professione, perdita di indipendenza che comporta uno studio medico spesso condiviso con altri colleghi o addirittura gestito da “amministratori o investitori”, scarsa attrattività del guadagno economico, lunghe ore di lavoro con una disponibilità sette giorni su sette e spesso la solitudine del prendere scelte terapeutiche difficili sono tutte concause che stanno rendendo poco interessante il ruolo del medico di famiglia e il numero di giovani medici che abbracciano questa vocazione va scemando». 

D’altra parte, ci viene spiegato che l’invecchiamento della popolazione causa un crescente numero di anziani cosiddetti poli-morbidi: «Sempre più pazienti presentano diverse malattie di apparati differenti, il che implica la presa a carico interdisciplinare a opera di molti specialisti». Sono le ragioni per cui aumenta il bisogno di riappropriarsi di questo ruolo originario: quello di colui che detiene la visione oligarchica del paziente e la funzione di coordinazione delle cure. Una professione in profonda crisi, una popolazione che invece ne ha sempre più bisogno: la creazione della rete vuole andare proprio incontro a questa problematica. 

«Si intende dare un supporto ai medici di famiglia aderenti, favorendo la comunicazione e la condivisione attraverso incontri periodici per uno scambio di esperienze tra medici», afferma Garzoni, mentre la sua collega spiega cosa significa tutto questo per i pazienti: «Rispetto al classico modello assicurativo di medico di famiglia, in questa rete ci sarà meno burocrazia e più filosofia di gestione del paziente, a beneficio della reciproca relazione che si deve instaurare fra le parti». In un contesto di una buona medicina di famiglia come la nostra, la creazione di una rete (e di altre in futuro) si inserisce proprio nell’ottica di favorire possibili misure atte a migliorare le condizioni di lavoro dei medici di famiglia e aumentare l’attrattività della professione. Senza sottovalutare un altro vantaggio non trascurabile che Garzoni riassume così: «L’adesione alla rete, analogamente al modello di medico di famiglia classico già disponibile da anni per tutti i pazienti e tutti i medici del cantone, permetterà di ridurre i costi su più fronti, a partire dal premio assicurativo (fino al 15-17 per cento in meno), senza limitazioni di scelta e di accesso alle cure. Al momento sei principali casse malati hanno stipulato un accordo con questa rete e l’anno prossimo questo numero dovrebbe aumentare». 

La conoscenza approfondita del paziente, il coordinamento diagnostico delle visite specialistiche e delle cure, insieme a una più attenta prescrizione dei farmaci generici, sono competenze di cui i medici di famiglia dovranno riappropriarsi a beneficio del paziente, del loro lavoro di curanti e del contenimento dei costi sanitari: «Senza dimenticare che la riduzione della spesa sanitaria dovrebbe in tal modo passare anche da un minor numero di ospedalizzazioni». 

L’unione fa la forza: «Del progetto beneficeranno tutti quanti: i medici di famiglia che, mettendosi “in rete” ritrovano e rinnovano il loro ruolo centrale di curanti, i pazienti che torneranno ad essere il fulcro di una presa a carico oligarchica e ben coordinata anche se interdisciplinare, e la spesa sanitaria, che potrà essere ridotta in rapporto ad ora, il che non guasta».