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Same same but different: l’illusione del viaggio su misura

/ 30/06/2025
Claudio Visentin

Non ne abbiamo ancora capito molto. Sentiamo confusamente (e ripetiamo meccanicamente) che l’intelligenza artificiale cambierà in profondità la nostra vita quotidiana, ma spesso non sapremmo dire esattamente quando e come ciò avverrà. Proviamo allora a considerare un campo particolare: i viaggi. Naturalmente l’intelligenza artificiale viene già utilizzata dalle aziende turistiche, al pari di molte altre, e lo sarà sempre di più in futuro. Certo, il turismo è un’attività di servizio, con una forte componente di contatto umano, e dunque è più difficile standardizzare le operazioni. Ma anche qui, attività come la gestione dei fornitori o della contabilità, per fare qualche esempio, saranno presto affidate all’AI.

Più interessante è esplorare il punto di vista del cliente, turista o viaggiatore. Un anno fa vennero pubblicate le prime guide turistiche scritte da sistemi intelligenti e vendute online. In qualche caso – e lo abbiamo segnalato – si trattava quasi di una truffa: un’accozzaglia di informazioni raccolte in rete e impaginate in formato accattivante. Ma i progressi sono stati rapidi e nuovi prodotti editoriali più curati stanno già modificando il mercato. Infatti, dopo una lunga fase di stabilità, le vendite delle guide turistiche cartacee hanno ricominciato a calare. Per reazione, le guide scritte da autori umani sono e saranno sempre più personalizzate: con consigli soggettivi, punti di vista originali, inserti narrativi.

Nella preparazione del viaggio l’intelligenza artificiale è già utilizzata come un agente di viaggio virtuale. Può gestire facilmente le prenotazioni, seguire l’andamento dei prezzi dei voli, aggiornare i punti fedeltà. Ma non si limita a semplificare le transazioni. Invece di navigare all’infinito tra hotel o leggere centinaia di recensioni contrastanti, i viaggiatori possono affidarsi a un consulente virtuale capace di creare itinerari su misura, ricordando alla perfezione le scelte precedenti. E la realtà virtuale o aumentata consentirà di vedere in anteprima condizioni meteo, stanze d’albergo, musei o altre esperienze, ancora prima della partenza. L’AI è particolarmente efficace per progettare viaggi con un focus specifico, per esempio la sostenibilità ambientale: può selezionare hotel ecologici, percorsi a basse emissioni, luoghi meno affollati.

Secondo la società di ricerca Kantar, il 40% dei viaggiatori ha già utilizzato strumenti di questo tipo e il 62% è disposto a farlo in futuro. Il 55% di chi non usa l’AI dichiara di non fidarsi abbastanza: teme (non senza motivo) informazioni errate o un uso improprio dei dati personali. Ma questa diffidenza potrebbe attenuarsi con l’introduzione di regole chiare e trasparenti. Infine tenete conto che il servizio sarà tanto migliore se invece di mettere alla prova l’intelligenza artificiale come se fosse un esame, le fornirete informazioni dettagliate sulle vostre esperienze e preferenze.

L’unico limite di questo approccio è che la macchina tenderà a proporvi infinite variazioni dello stesso tema: Same same but different, come si dice nel Sud-est asiatico. L’AI ha il suo pregio e il suo limite nel tentativo costante di compiacere l’interlocutore umano. Raramente vi sorprenderà con una proposta di viaggio fuori dagli schemi, semmai potrà rivelare connessioni nascoste. Ad esempio: quali altri viaggi ha fatto chi frequenta regolarmente la vostra meta preferita? Questa semplice domanda può aprire prospettive inaspettate.

Detto questo, è bene ricordare che sulla carta tutto funziona, ma nella realtà le cose possono essere molto più complicate. L’esperienza turistica si svolge in spazi pubblici, spesso all’estero, a contatto con persone di altre lingue e culture. Inoltre il sistema turistico mondiale sta attraversando una fase di crescita disordinata e spesso qualcosa non funziona come dovrebbe. Per questo il dialogo con un agente di viaggio digitale non esclude il ricorso a un interlocutore in carne e ossa, specie se si tratta di una figura affidabile e già sperimentata. Nulla vieta, infine, di lasciare spazio a impulsi più profondi e irrazionali nella scelta di una meta.

Almeno una volta all’anno, concediamoci la libertà di seguire la curiosità, l’intuizione, il colpo di fulmine. Lasciamo al viaggio il suo potere di farci e disfarci.