Asperiores, tenetur, blanditiis, quaerat odit ex exercitationem pariatur quibusdam veritatis quisquam laboriosam esse beatae hic perferendis velit deserunt soluta iste repellendus officia in neque veniam debitis placeat quo unde reprehenderit eum facilis vitae. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit. Nihil, reprehenderit!
Cercando un po' di refrigerio mentale
Carlo Silini
Sarà colpa di un'altra estate coi piedi a lasagna, ma il bisogno fisico e mentale di refrigerio va dal tuffo nella fontana per le vacche alla ricerca spasmodica di pozze di fortuna, venissero anche dai canali di scolo di un cementificio, dove immergere membra gonfie e affogare pensieri storti.
Soprattutto quelli scottano forte. Dove ci si deve tuffare per sfuggire alle mitragliate dei notiziari di prima mattina, che uno non fa in tempo ad alzarsi e già si chiede se non è finito dentro una serie distopica di Netflix che stanno tirando un po' troppo per le lunghe?
Immaginando una settimana simbolica (i giorni non sono quelli giusti, ma la successione degli eventi sì) lunedì Israele attacca l'Iran, martedì l'Iran contrattacca Israele, mercoledì l'America si prende due settimane di tempo per decidere se dare manforte ad Israele, ma già giovedì sgancia bombe ciclopiche su tre siti nucleari iraniani, venerdì l'Iran sputa i suoi razzi sulle basi americane in Qatar, sabato Trump proclama la tregua fra i contendenti e domenica non si capisce se i contendenti l'hanno già violata. Mentre scrivo queste righe dicono che la telenovela Israele-Usa-Iran sia finita. Ne siamo proprio sicuri?
La musica è sempre quella anche se declinata su fronti diversi e cangianti: dall'Ucraina, a Gaza, dal Libano allo Yemen, e poi – un paio di giorni o tre – all'India e al Pakistan, per tornare probabilmente a Gaza. Perché sommessamente (leggi: mentre i media sono concentrati altrove) le vecchie crisi continuano, anche quando vengono cancellate per un attimo dall'ultima emergenza che invade i teleschermi.
Speri sempre nella sorpresa positiva, come sarebbe bello!, ma non arriva mai. Anzi, quando cambiano, le cose si mettono peggio. La diplomazia? Ormai è l’arte di dire che si cerca la pace mentre si prepara in anticipo il prossimo comunicato stampa sul fallimento del vertice. Le alleanze? Servono ai più deboli per illudersi di essere sostenuti dai più forti, che però ultimamente hanno la nefanda tendenza ad allearsi fra di loro. La verità dei fatti è ambigua e plurale. Ognuno grida la propria versione sbugiardando quella degli altri e i potenti preferiscono twittarla prima che qualcuno la verifichi. Le inchieste giornalistiche serie sono come certe tribù amazzoniche in via di estinzione e vengono irrise dai tonitruanti giudizi di parte dei signori dell'"Ich journalismus", il giornalismo egocentrico, come l'ha definito in un suo recente saggio il già direttore generale della Società svizzera di radiotelevisione Roger de Weck. O dagli insipidi sondaggi creati dall'algoritmo: secondo te è vero che l'Iran ha la bomba atomica? Si, no, ogni tanto, non so. Secondo te rischiamo la Terza guerra mondiale? Si, no, può darsi, solo se bombardano anche me.
Esci dai tg e non sai a cosa pensare. Perciò riaccendi la tv e punti al sano e decerebrante intrattenimento estivo. Speri, per esempio, nei mondiali di calcio femminile, che se ti impegni, impari pure il nome di qualche talentuosa centravanti spagnola e ti appassioni senza sforzo alla Nati che gioca in casa. Una birretta in mano e il ventilatore acceso potrebbero fare miracoli.
Nel frattempo, ti conviene evitare le emittenti della vicina penisola, che ribattezzerei "Garlascoland", dal nome dell'anonimo villaggio della Lomellina dove nel 2007 una povera ragazza è stata ritrovata senza vita nella villetta di famiglia, ignorando che 18 anni dopo la sua storia avrebbe ancora occupato ossessivamente ad ogni ora del giorno e della notte i talk show televisivi della nazione. E la mente s'arroventa.
Forse è davvero meglio un tuffo nella vasca delle vacche.