Basta odio

/ 19.09.2022
di Simona Ravizza

«Per generazioni ci hanno insegnato a odiare i mostri. Io non credo che i mostri abbiano mai minacciato le rive. Era solo una storia raccontata da loro (il dito indica il re e la regina, ndr). Così i mostri hanno reagito». Chi pronuncia queste frasi è una bambina, Maisie Brumble, disposta a mettere in discussione ciò che pensava fosse vero, anche se i suoi genitori sono morti durante la caccia a questi presunti mostri. È la protagonista del film d’animazione Netflix Il mostro dei mari, tra i top 10 più visti quest’estate. Il cartoon ci consegna una Parola dei figli su cui vale la pena riflettere: basta odio! La storia si snoda nei mari del Dregmorr, solcati da navi di cacciatori come la Inevitabile, guidata dal capitano Crow (doppiato da Diego Abatantuono) e dal suo protetto Jacob Holland (doppiato da Claudio Santamaria). Il compito dei cacciatori è uccidere i mostri marini che, secondo la leggenda tramandata da chi governa, minacciano le coste del regno Tre Ponti. Un giorno sull’Inevitabile s’intrufola (nascondendosi su una botte) Maisie, la piccola orfana decisa a vedere da vicino le avventure lette sui libri con cui è cresciuta e che le ricordano i genitori uccisi sulla Monarca, un’altra leggendaria nave cacciatrice distrutta dai mostri tempo addietro. Ma l’amicizia con una piccola creatura marina a cui Maisie dà il nome di Blu e la capacità di notare, tra mille vicissitudini, che l’animale più terribile a cui la nave dà la caccia, ossia la Furia Rossa, non ha cattive intenzioni, fanno maturare alla bambina la convinzione che i mostri non siano davvero cattivi. Maisie si rende conto che quello che vede è diverso da quello che ha sempre letto e che i libri sulla copertina riportano il simbolo della Corona: così intuisce che la storia che lei credeva fosse vera è tutta propaganda che i monarchi hanno usato per estendere il proprio dominio.

Non voglio «spoilerare» tutto il film d’animazione (consigliando a chi non l’ha visto di guardarlo con i propri figli), ma voglio fermarmi sulla frase che Maisie pronuncia nel momento della resa dei conti: il capitano Crow, dopo avere tentato invano di uccidere la Furia rossa, è adesso lui sotto tiro. Al mostro basta una mossa per ucciderlo e dal suo punto di vista avrebbe tutti i motivi per farlo. «Se ora lo fai, non finirà mai», interviene la bambina. Il suo è un grido potente per dire basta all’odio, indipendentemente dalle ragioni e dai torti. Ma – chiederete voi – Maisie rappresenta i ragazzi reali o i ragazzi che davvero ci dovrebbero essere per salvarci dal mondo che fa un po’ schifo che gli siamo consegnando? Non lo so, ma io guardando molti di loro continuo a pensare che i nostri figli saranno meglio della nostra generazione. Ecco, allora, che mi piace pensare che le Parole dei figli di oggi siano quelle di Maisie, capace a mio avviso di darci uno spaccato straordinario di cosa pensano i ragazzini, della loro visione del mondo e dei loro interrogativi. E soprattutto delle loro risposte. Mettere in fila le sue parole, dunque, lo trovo davvero emblematico per capire la loro capacità di interrogarsi sulle fake news, l’attenzione verso l’ambiente fino alla sensibilità davanti ai soprusi.

D’accordo, è solo un film. Ma chi legge da tempo questa rubrica – soprattutto quella dedicata alla sensibilità dei giovanissimi sui temi Lgbtq+, green, tutela di minoranze, diversità e più deboli – lo dovrebbe avere ormai capito: io sono convinta che la maggioranza degli Gen Z, e forse anche i loro fratelli più piccoli, gli Alpha, facciano parte di una nuova generazione capace di mobilitarsi in nome dei diritti e contro la messa all’indice di chi è diverso. Crederci, dopotutto non ci costa nulla. Ma forse non basta. Quando il re e la regina le dicono che lei non ha il diritto di parlare, la sua risposta è: «Io ho tutti i diritti. Provengo da una stirpe di cacciatori che sono morti della vostra grande morte. Il vostro regno è stato pagato con il sangue». La popolazione che assiste alla scena capisce e applaude: «Ascoltate la bambina!». Jacob Holland, il protetto del capitano Crow, cresciuto da lui come un figlio, via via comprende le ragioni di Maisie, prende una lancia e la spezza: «Mai più caccia ai mostri». Siamo ancora in tempo anche noi.