Un’imbarcazione oscilla sulle acque trasparenti, spinta dalla brezza leggera. Il sole pomeridiano si specchia sulle acque increspate del lago, dando vita a riflessi accecanti. Il ronzio di un tagliaerba e il motore di un elicottero in lontananza sono curiosamente in armonia con la natura.
Il comune lombardo di Pusiano, a metà strada tra le cittadine di Como e Lecco, ospita un’isola di modeste dimensioni a pochi minuti di navigazione dalla costa settentrionale dell’omonimo lago. La breve traversata è un viaggio verso un’atmosfera surreale, dove la varietà di piante e animali, provenienti da diversi angoli del mondo, è predominante in un territorio dove la presenza umana è soltanto «suggerita». Simone Gavazzi, proprietario dell’isola insieme alla famiglia e responsabile della Fondazione Gerolamo Gavazzi, mi accompagna in una visita del luogo.
La vegetazione è rigogliosa, al massimo del suo splendore, e le piante sono cariche di fiori e frutti. Un gruppo di anatre si sposta in fila indiana verso la costa e si spinge delicatamente in acqua, nuotando verso il largo, mentre poco più in là una cicogna prende il sole su una zampa. Le grida dei pavoni rompono la quiete a intervalli regolari, ma le femmine non sembrano essere troppo interessate. Una di esse si allontana lungo il sentiero e passeggia lentamente nel bosco: mentre la fotografo, nel mirino della macchina fotografica scorgo un wallaby attraversare la strada a pochi metri di distanza. Non si tratta dell’ambientazione di un racconto surrealista, ma di un’esperienza che chiunque può vivere in questo piccolo paese della Lombardia.
Simone racconta che le informazioni più antiche relative all’isola risalgono probabilmente al Neolitico (10-15’000 a.C.), durante il quale si assiste allo sviluppo di un piccolo villaggio su palafitte sulla parte orientale dell’isola. Le vicende storiche sono legate al lago di Pusiano e alle figure nobiliari che ruotano intorno a esso. Nel 1300 il proprietari del lago sono l’Arcivescovo di Milano e la collegiata di San Giovanni Battista di Monza, in seguito ai quali, fino alla fine del Settecento, subentrano i Carpani, signori feudali della zona. Dopo il periodo dei tre Marchesi (Francesco Carpani, Giuseppe Antonio Molo e Gerolamo d’Adda) il lago, il Palazzo di Pusiano e l’Isola vengono acquisiti dal Vicerè Eugenio di Beauharnais, figliastro di Napoleone, e dai Vicerè Austriaci. A cavallo tra il 1700 e il 1800 inizia il cosiddetto periodo dei tre Principi: l’Arciduca Ferdinando Carlo d’Asburgo-Este Lorena, Eugenio di Beauharnais, e infine, con il ritorno degli austriaci, l’Arciduca Ranieri d’Asburgo. La casa Imperiale Austriaca mantiene la proprietà fino al 1831 e nel 1874, dopo alterne vicende, l’Isola è ceduta ai fratelli Antonio ed Egidio Gavazzi, industriali serici di Valmadrera. I discendenti dei loro eredi sono tuttora proprietari dell’isola.
Nel 1991 inizia una lunga e impegnativa operazione di restauro dell’isola, che nel corso degli anni è stata decantata dalla penna di molti tra cui Plinio il Vecchio, Parini e Foscolo e dipinta dal pittore Giovanni Segantini. Tra gli obiettivi vi sono il ripristino della flora e della fauna e una serie di opere volte a tutelare e conservare l’isola, il lago e le sue rive. Numerose sono le iniziative adottate, le più importanti delle quali sono l’abolizione della navigazione a motore, dell’attività di sci nautico, delle boe e dei trampolini, dei cartelli pubblicitari stradali sulla provinciale che costeggia il lago e lo smantellamento di darsene e pontili abusivi a ridosso del palazzo Beauharnais e in altri punti del lago. Il diritto di caccia su tutto il lago di Pusiano è nelle mani dei proprietari dell’Isola dei Cipressi.
Gerolamo Gavazzi, padre di Simone, ha una grande passione per gli animali: oltre ad aver contribuito al ripopolamento della fauna del lago con aironi, pavoni e cigni, ha costituito un piccolo zoo privato sull’isola, che al giorno d’oggi è un luogo di rifugio per molti volatili. Si ammirano uccelli rari e spiccano per evidenza e quantità gli uccelli acquatico-palustri, che utilizzano lo specchio d’acqua e le aree a canneto come zona di alimentazione e riproduzione. A oggi sono presenti aironi, gru coronate, wallaby, pavoni, cigni, folaghe, lepri di Patagonia, tartarughe, oche, anatre, scoiattoli, cince e cicogne. La flora è costituita da cipressi e tipiche piante autoctone, tra cui querce, tigli, pioppi e frassini.
Il 2011 segna la nascita della Fondazione Gavazzi, legalmente riconosciuta dalla Regione Lombardia, allo scopo di tutelare e valorizzare la natura, l’ambiente e la storia del lago di Pusiano, dei luoghi significativi del territorio e delle famiglie lombarde, attraverso la promozione di studi e ricerche e la pubblicazione di libri storici. La Fondazione dedica le proprie risorse alla conservazione dell’Isola dei Cipressi, di edifici storici e di manufatti creati per opere benefiche, caritatevoli oltre che storiche e di importanza museale. Recente è l’apertura di un Museo Storico dell’isola, con i numerosi reperti rinvenuti sul territorio. La Fondazione promuove inoltre attività culturali e artistiche sull’Isola, che vanta oltre duemila visitatori all’anno nonostante la modesta capienza dei battelli operanti sul lago di Pusiano. Tra i progetti per il futuro, quello di una maggior fruibilità culturale dell’Isola dei Cipressi.
L’isola è sede di numerose visite guidate alla scoperta del paesaggio naturale e faunistico, ma anche associate a manifestazioni culturali quali concerti e rappresentazioni teatrali. L’Isola è inoltre disponibile per matrimoni, feste ed eventi purché sussista il rispetto per la natura circostante.
La navigazione del lago di Pusiano è gestita dalla Pro Loco di Bosisio Parini (www.prolocobosisio.it) e dalla società Enigma (www.navigazionepusiano.com).