Da fiore o da frutto, i Punica granatum sono piante di origine asiatica e vengono coltivati da centinaia di anni lungo tutte le coste del Mediterraneo.
Dalla corteccia chiara e rugosa, hanno lunghi rami, che spesso si trasformano in spine, foglie caduche di un bel verde vivace, in grado di cambiare colore virando sulle calde sfumature dell’arancio verso la fine di settembre, prima di cadere.
Lanceolate e fitte, le foglie del melograno si fanno attendere fino alla fine di aprile prima di ricomparire, e spesso questa loro pigrizia fa sembrare le piante morte e secche all’inizio della primavera, con il rischio di farsi sradicare dal proprietario che si convince di doverle sostituire.
Da maggio in avanti è un susseguirsi di boccioli e fioriture: piccoli bottoni cerosi e arancioni, dalla forma allungata, continuano ad aprirsi liberando i petali sottili, cinque od otto a seconda della varietà, increspati e allegramente colorati di arancio finemente bordato di bianco.
Ai fiori, che sbocciano fino ai primi di settembre, seguono i frutti che altro non sono che delle bacche, dette balauste, dalle dimensioni medio grosse in base al tipo di melograno coltivato. A maturazione autunnale, questi frutti sono sia decorativi, sia ottimi da mangiare nei melograni da frutta. Innumerevoli le ricette.
Cuochi sopraffini negli ultimi anni hanno reintrodotto nei loro menu piatti con semi, gelatine e succhi di melagrana, ma noi amanti delle piante apprezziamo maggiormente l’arbusto nella sua interezza che il singolo frutto!
Quindi, dopo aver scelto – in seguito a una prima ricerca – le specie o varietà migliori, o che più ci piacciono, cerchiamo una zona del giardino in pieno sole, lontana dall’ombra per evitare l’attacco di funghi o sgraditi insetti.
Rustico quanto basta per sopportare bene le calde e afose estati e i freddi inverni dell’Insubria, il melograno gradisce essere piantato in terreni ben drenati; se invece vorrete coltivarlo in vaso, ricordate che necessita di lievi irrigazioni e potature scarse della chioma.
Lo si può trovare coltivato ad arbusto, quindi con ramificazioni fin dalla base oppure ad alberello, con il primo metro, metro e mezzo libero dai rami secondari e con il tronco singolo sormontato da una bella e ricca chioma a ombrello.
Dalla crescita lenta, impiega molti anni per raggiungere il massimo sviluppo, che nella specie madre è di cinque-sette metri, mentre la varietà P. granatum «Nana», non supera il metro d’altezza, mantenendo tutte le caratteristiche del genere.
Tra le varietà in commercio, mi è stata suggerita da un entusiasta amante di piante la «Wonderful One», che dopo averne messa a dimora una nel suo giardino e aver raccolto fin dai primi anni grandi melograni dall’intenso color rosso con grani rubino, si è messo a regalare non solo i frutti, ma anche le piante di Punica granatum in questa variante agli amici che guardavano meravigliati la sua bella e vigorosa pianta.
Altre belle varietà sono «Parfianka», che raggiunge il metro e mezzo di altezza e ha grani dolci e teneri; «Lagrellei» in grado di svilupparsi fino ai quattro metri d’altezza e ha un portamento molto elegante specie nelle piante più vecchie e ricche di ramificazioni, ritorti dal sole e dal vento.
I numerosi fiori della varietà «Legrellei» sono ricchissimi di petali dal color arancio e bianco, a cui seguono pochi frutti e dalla dimensione ridotta, essendo una pianta selezionata a scopo decorativo.
I melograni producono molti polloni alla base che vanno levàti per non togliere vigoria alla pianta principale.