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Una vita nell’hic et nunc, al servizio degli altri

A colloquio con Hedy Graber, responsabile della Direzione Società e Cultura del Percento culturale della Federazione delle Cooperative Migros
/ 24/06/2024
Simona Sala

Il curriculum di Hedy Graber è impressionante e si riflette inevitabilmente nell’azienda che rappresenta da vent’anni nel Percento culturale Migros della Federazione delle cooperative Migros. La storica dell’arte nata a Kriens, figlia della direttrice d’orchestra, pianista e poetessa Hedy Salquin, ha studiato storia dell’arte, fotografia e germanistica e ha fatto della cultura e dei progetti sociali e del loro rafforzamento la propria missione. Nel 2015 è stata eletta fra le personalità svizzere più influenti nell’ambito della cultura, nonché manager culturale europea dell’anno. Nel 2012, al fine di sviluppare il Percento culturale, ha creato il Fondo Pionieristico Migros.

Alla fine dell’estate, Hedy Graber passerà il testimone a Mira Song (vedi «Azione» del 13 maggio). L’abbiamo incontrata a Zurigo nell’ex sede del birrificio Löwenbräu, oggi vivace centro per l’arte contemporanea che ospita anche il Museo d’arte contemporanea Migros, per parlare dei suoi successi, obiettivi e progetti.

Hedy Graber, il Dipartimento che lei dirige si chiama società e cultura. In questo momento però, e non solo a livello svizzero, la società è sotto pressione. Molte sono le sfide, e altrettante le esigenze. Siamo confrontati con aspetti come la migrazione, la disoccupazione o la paura del futuro. Migros per mandato si impegna da sempre anche nella società, ma a fronte di tutte queste sfide, cosa può ottenere? Quale valore aggiunto può offrire?
È vero che stiamo affrontando numerose sfide a livello mondiale. Ci troviamo anche in un’epoca in cui la presenza dei social media crea molto rapidamente polarizzazione. Credo quindi che il nostro compito principale sia quello di promuovere la coesione all’interno della società. Questo obiettivo può essere raggiunto in vari modi, ma sono particolarmente interessata a garantire che le persone ricevano gli strumenti necessari per diventare parte attiva della società ed evitare così di diventare vittime della situazione attuale. In altre parole, ciò significa che non ci limitiamo a presentare un programma e invitare le persone a partecipare, ma le coinvolgiamo fin dalla fase di progettazione. Penso, ad esempio, al nostro progetto «Ici.gemeinsam.hier» per i migranti, che prevede l’apprendimento della lingua in luoghi a prima vista insoliti come un campo da calcio. Sono convinto che tutti siano in grado di fare qualcosa di buono per gli altri, e noi del Percento culturale Migros creiamo un contesto per questo organizzando dei format. Un altro esempio sono i «Caffé narrativi», dove le persone si incontrano e condividono le loro storie di vita. Si tratta di un progetto semplice e poco costoso che consente ai partecipanti di avviare un dialogo in un contesto di fiducia, permettendo di abbattere i pregiudizi e di avere una comprensione differenziata degli altri e dei loro punti di vista.

Il Percento culturale Migros resta sempre un’istituzione intergenerazionale?
Quando guardiamo alla società, la prima cosa che vediamo è il grande cambiamento demografico: stiamo invecchiando, ma allo stesso tempo siamo più poveri. La domanda che sorge spontanea è: come si fa a invecchiare con i modelli di vita di oggi se non si vive, ad esempio, in un contesto familiare? Per rispondere a questa domanda, abbiamo lanciato da tempo il progetto «Movimento AvaEva» (Rivoluzione delle nonne), convinti della necessità di coinvolgere le generazioni più anziane e dare loro voce.

E per i più giovani come vi muovete?
Abbiamo a cuore anche le giovani generazioni, ma l’esperienza ci ha insegnato quanto sia importante coinvolgere direttamente le persone interessate. Per questo abbiamo lanciato un progetto come Sparx, che si rivolge a giovani professionisti della cultura tra i 18 e i 28 anni che affrontano temi sociali con progetti culturali. Sparx offre loro una cornice in cui muovere i primi passi verso la realizzazione del proprio progetto. Grazie a vari programmi di sostegno, come il coaching o le opportunità di networking, i giovani vengono supportati in base alle loro esigenze. Questo supporto personalizzato funziona molto bene, perché esigenze diverse richiedono risposte diverse. Grazie a Sparx, i giovani operatori culturali hanno la possibilità di lavorare sui propri problemi e di contribuire così al discorso sociale. Crediamo fortemente nei processi di co-creazione e li abbiamo utilizzati anche per la 19esima edizione di Steps, il festival di danza del Percento culturale Migros, che si è svolto su 35 palcoscenici in tutta la Svizzera da metà aprile a metà maggio. Oggi c’è un’équipe responsabile del programma; questa decisione promuove l’inclusione di una diversità di voci, idee e punti di vista. Nell’ambito del cinema, abbiamo lanciato il progetto Story Lab. Anche in questo caso, offriamo un supporto personalizzato, intervenendo laddove i registi hanno bisogno di assistenza. Nel corso degli anni ci siamo resi conto che i film con una buona sceneggiatura hanno maggiori possibilità di successo; è quindi importante che i registi abbiano il tempo necessario da dedicare alla trama. Non appena un regista ha un’idea, lo sosteniamo in vari modi, dal coaching alla ricerca, cioè nella fase di pre-produzione.

Quali sono i grandi cambiamenti avvenuti nell’ambito del Percento culturale?
Nel nostro sostegno alla cultura, ci siamo sganciati dai vari settori. In linea con lo spirito di Migros, forniamo sostegno in due ambiti: prima c’è la fase ideativa, che fornisce un supporto per approfondire un’idea, e poi c’è la fase di diffusione. In Svizzera spesso nel settore culturale mancano le risorse per la promozione, il che significa che solo un pubblico limitato ha accesso alle produzioni. Noi vogliamo cambiare questa situazione promuovendo la diffusione. Anche la piattaforma di mentoring e coaching Double rientra in questa filosofia: nato come programma di mentoring in ambito letterario, si è esteso a numerose discipline con l’obiettivo di promuovere uno scambio produttivo tra artisti affermati e la nuova generazione.

Il suo è un osservatorio privilegiato su ciò che accade nella società e nel mondo della cultura. Al momento, grazie a serie televisive come Tschugger, personaggi come il cantante Nemo, o scrittori come Kim de l’Horizon, la Svizzera sta vivendo un momento importante e sembra essersi definitivamente lasciata alle spalle la sua immagine piccolo borghese. Come giudica la scena culturale del nostro Paese?
È una scena culturale varia e vivace, in cui si produce molto. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una significativa professionalizzazione della cultura, che possiamo vedere anche dai dossier che riceviamo. Se pensiamo alle cassette demo che venivano inviate a M4Music, il festival pop organizzato dal Percento culturale Migros, non avevano molto a che fare con quelle di oggi, che possono reggere il confronto internazionale.

In che modo cultura e società possano influenzarsi a vicenda?
Sono convinta che una società non possa esistere senza cultura. Alla Migros abbiamo una accezione piuttosto ampia del concetto di cultura, poiché miriamo a proporre un’offerta a un pubblico ampio. Sia con iniziative proprie che con il sostegno a progetti esterni. Senza dover scomodare l’UNESCO, secondo cui tutto ciò che non è natura è cultura, credo che la cultura e la società siano strettamente legate: la società è in costante cambiamento e la cultura può essere aperta e critica nei confronti di questo cambiamento. La cultura è uno specchio per la società. Trovo entusiasmante che di recente siano stati condotti studi che dimostrano come la cultura possa avere un effetto benefico sulla salute. Soprattutto in una società molto individualizzata, è interessante come la cultura stia diventando un fattore di benessere. La cultura può anche incoraggiarci a mettere da parte gli smartphone, di tanto in tanto, per goderci l’esperienza dal vivo e lasciare liberi i nostri sogni o le nostre emozioni.

Quali sono i suoi ambiti preferiti a livello personale?
La vita è hic et nunc. Per me, il progetto preferito è quello che deve ancora venire, mi piace affrontare le cose nuove e ancora sconosciute con una mente aperta e amo fare scoperte. Mi piace molto quando qualcosa mi tocca e ancora non la capisco, perché questo mi permette di continuare a imparare.

C’è un successo che considera più grande di altri?
Il successo più grande per me è che Migros abbia un impegno culturale e sociale unico al mondo in questa forma. È un ottimo punto di partenza per ottenere molto tra il pubblico, sempre con l’obiettivo di promuovere la coesione sociale. Sia le cooperative regionali sia noi della Federazione delle Cooperative Migros ci concentriamo su iniziative volte a far progredire la società, ponendo al centro delle nostre attività le persone e le loro diverse preoccupazioni ed esigenze. Valutiamo l’impatto delle nostre varie iniziative utilizzando obiettivi quantitativi e qualitativi; questo ci permette di sviluppare ulteriormente i progetti in modo mirato e in linea con le esigenze.

Hedy Graber, tra poche settimane lascerà il posto alla sua successora Mira Song. Cosa si porta appresso e cosa lascia di sé stessa?
Porterò nel cuore un’esperienza stimolante, fantastica e arricchente, all’interno di un team meraviglioso. L’impegno sociale di Migros è un elemento di differenziazione unico rispetto alla concorrenza, e per me è stato un onore potermi mettere al servizio di questo impegno sociale. Questi vent’anni mi hanno permesso di conoscere un’ampia varietà di persone all’interno e all’esterno di Migros, e di questo sono molto grata.

Può già rivelare qualche progetto per quando sarà in pensione?
(ride) La varietà del mio lavoro non mi ha mai fatto sentire il bisogno di sviluppare hobby che richiedano tempo, quindi ora sono curiosa di scoprire come sarà la nuova vita quotidiana. Quello che è certo è che il mio amore e il mio interesse per la cultura e le questioni sociali attuali continueranno ad accompagnarmi. Ma al momento sto ancora lavorando nell’hic et nunc.