L’esercito ucraino non finisce di stupire. Dopo aver costretto i russi a rinunciare alla presa di Kiev e a ritirarsi, ora in un’operazione lampo ha ripreso il controllo di un territorio un po’ più grande del Ticino a est di Charkiv, costringendo a una fuga disordinata i soldati russi, che sono arrivati perfino ad abbandonare armi, munizioni e uniformi. Anche in questo caso Mosca parla di raggruppamento, benché giusto alla vigilia della perdita di Izium avesse annunciato di rafforzare le difese della città. La guerra va tenuta nascosta. Annebbiata dalla propaganda, la popolazione deve credere che sia in corso solo un’operazione militare speciale e che tutto procede secondo i piani. Mentre i suoi soldati fuggivano, Putin inaugurava un nuovo luna park a Mosca, con la più grande ruota d’Europa, senza menzionare l’Ucraina. Qualche ora dopo l’inaugurazione, la ruota era fuori uso, per un difetto tecnico.
Per cominciare, le due offensive in corso, nel sud verso Cherson e nell nord-est da Charkiv verso il Donbas, i cui esiti restano incerti, mettono a nudo qualità e debolezze dei due eserciti. Tanto gli ucraini hanno brillato in strategia, tattica, determinazione, tanto i russi hanno sofferto di problemi di comunicazione, logistica, materiale bellico, volontà di combattere. Analisti americani citati dal «Washington Post» hanno messo in evidenza la debolezza di due corpi di élite, l’undicesima armata e la sua prima divisione corazzata, quest’ultima solitamente stazionata a Mosca per la difesa della capitale da un attacco NATO, entrambe logorate e ridimensionate da questi sette mesi di guerra. Secondo l’ex comandante delle forze USA in Europa Ben Hodges, l’esercito russo potrebbe aver raggiunto il «punto culminante», il limite massimo della sua capacità di avanzata. Quello che accade sul campo, tuttavia, fa dubitare persino che sappia difendere il resto dell’Ucraina occupata. L’offensiva ucraina nell’est ha perso slancio, d’altronde un’avanzata troppo rapida e non consolidata crea problemi di approvvigionamento ed espone a controffensive, e non sappiamo cosa succederà nei prossimi mesi, prima che arrivi l’inverno, ma un’ulteriore umiliante sconfitta dell’esercito russo potrebbe scuotere anche il regime di Putin.
Ma come è stata pianificata questa brillante offensiva? La tanto annunciata offensiva al sud verso Cherson era un diversivo, per poi colpire a fondo nel nord-est? No, quella al sud è stata preparata con precisi bombardamenti, con i lanciarazzi americani HIMARS, di depositi di munizioni, ponti, strutture di comando e logistiche. Lo scopo era indebolire e isolare dai comandi e dai rifornimenti le truppe al fronte. Nonostante questo, l’offensiva al sud resta la più difficile e sanguinosa. L’idea di attaccare anche al nord-est è nata negli scorsi mesi, da quando l’esercito ucraino ha cominciato a condividere i suoi piani con l’intelligence di Stati Uniti e Gran Bretagna (leggo su «New York Times» e «Washington Post»). Americani e britannici hanno fornito tutte le informazioni possibili per localizzare truppe, mezzi corazzati, radar, depositi di armi, centrali di comando, centri logistici e assieme agli ucraini hanno simulato vari scenari. A quanto riferiscono le fonti dei due giornali, gli americani avevano dei dubbi sulla riuscita del piano e sono rimasti stupiti della capacità e determinazione degli ucraini.
Se quando è stato tolto l’assedio da Kiev il regime russo è riuscito a nascondere lo smacco con le conquiste nell’est e nel sud, questa volta a Mosca si levano voci di critica a Putin. Alcuni parlamentari dell’opposizione firmano lettere in cui si chiede la destituzione di Putin, ma quel che conta davvero è che a protestare e con veemenza sono esponenti della cerchia nazionalista. Sono scandalizzati e arrabbiati per la recente sconfitta e chiedono una mobilitazione generale per rimpolpare le fila dell’esercito e distruggere l’Ucraina. Il vecchio comunista Ghennadi Ziuganov ha persino rotto il tabù putiniano annunciando che si è in guerra e che è ora di combattere tutti quanti. Questo però è proprio il problema di Putin: è riuscito a tener calma la popolazione fingendo che non ci sia una guerra, inaugurando luna park; se decretasse la mobilitazione generale la finzione crollerebbe e non è per nulla certo che la popolazione, passiva sì ma suicida non tanto, voglia seguirlo.