Classe 1963, di casa a Winterthur, noto al grande pubblico sin dal suo successo con Agnes alla fine degli anni novanta, Peter Stamm, scrittore asciutto ma efficace che ama sondare l’universo dei rapporti di coppia sarà ospite di Chiassoletteraria e della sua edizione dedicata ai porti. Da qui parte anche la nostra chiacchierata «Mi piace quando c’è un cappello che ti permette di muoverti tra un ampio ventaglio di temi. Il porto è al tempo stesso un luogo di approdo, che offre riparo, e un punto di partenza».
A proposito di festival letterari, a fine maggio avrebbe dovuto partecipare all’International Book Arsenal Festival di Kiev «Proprio l’altro giorno visitando il sito ho visto che è stato cancellato. Gli organizzatori restano attivi su altri fronti, ma la manifestazione non avrà luogo». Sul sito dell’Arsenal si legge: «Il coraggioso popolo ucraino sta difendendo il paese… il nostro team lavora per sostenere l’industria editoriale, la scena letteraria e artistica ucraina». L’autore in questi giorni è comunque impegnato in incontri e presentazioni del suo più recente romanzo Das Archiv der Gefühlen (L’archivio dei sentimenti). Gli chiedo se non sia strano promuovere il proprio libro mentre in Europa si combatte una guerra «leggevo oggi un articolo sulla “Neue Zürcher Zeitung” in cui ci si chiedeva come si sarebbe risvegliata la città, alcune voci ucraine dicevano quanto sia importante che torni la cultura. Non credo che le due cose siano in contrapposizione, anzi proprio perché viviamo tempi difficili credo sia importante far sentire le nostre voci e organizzare incontri culturali». Per due anni l’attenzione pubblica e quella mediatica si sono concentrate sulla pandemia, ora la guerra, non le sembra che ci si stia dimenticando di una delle questioni più urgenti del nostro tempo, quella ambientale? «In verità la guerra ha riacceso il dibattito sull’approvvigionamento energetico, le fonti rinnovabili alternative e la nostra autonomia dalla Russia».
A proposito di clima e ambiente, sono curiosa di sapere se nutre qualche speranza per il futuro o è convinto che abbiamo superato la soglia del non ritorno «Se non nutrissi qualche speranza non sarei nel partito dei Verdi e lo sono da 35 anni! Ho appena finito di scrivere un contributo dal titolo La mania di grandezza dei pessimisti. La loro tesi è “io non posso salvare il mondo e quindi il mondo soccomberà”. Al contrario ritengo che il mondo sia più grande di tutti noi e ognuno nel suo piccolo possa dare il suo contributo. La questione non è salvare il mondo (si salva da solo) ma creare le condizioni per continuare a vivere come abbiamo fatto finora». La letteratura può fare qualcosa? «Dico sempre che chi legge e scrive libri consuma poca energia, sono entrambe due attività ecosostenibili, ma la letteratura non è il luogo per fare attivismo».
Pensando in particolare a La dolce indifferenza del mondo, Andarsene (Casagrande) e al suo ultimo L’archivio dei sentimenti, tutti si aprono con una precisa descrizione del paesaggio e del tempo come se volessero introdurci alla scena, a ciò che sta per accadere. «La natura e le condizioni atmosferiche giocano un ruolo importante nella mia vita, li percepisco sempre con grande intensità. Quando sto nella natura sono nel mio elemento. Il tempo in qualche modo ci definisce e definisce i libri». Come può nascere un archivio dei sentimenti, non c’è una contraddizione in termini? «In verità, anche se il titolo sembra suggerirlo, nel romanzo non si archiviano i sentimenti ma le storie. Il protagonista cerca di trattenere il mondo e ciò che gli accade intorno ordinando gli articoli di giornale in diversi raccoglitori fino a creare un vero e proprio archivio». Un progetto al quale si dedica per tutta la vita nell’attesa di rincontrare il suo grande amore. Nel frattempo trascorrono molti anni senza sorprese finché un giorno arriva la svolta «Quando questa persona decide di lasciare andare tutto e distrugge la sua opera, vive un momento di grande liberazione».
Al centro dei suoi romanzi c’è sempre una coppia uomo-donna e nella parabola della loro vita si ha la sensazione che a sottendere il loro rapporto ci sia un mistero, una dimensione impalpabile e imperscrutabile per cui in qualche modo le aspettative dei due protagonisti vengono disattese e le loro vite corrono parallele. Sembra che il rapporto di coppia eserciti un grande fascino su di lei. «Le relazioni vanno molto al di là di quello che si pensa, riguardano il potere, la morte, la malattia. Nella nostra società consolidata le relazioni sono caratterizzate dai drammi che viviamo. È un tema molto vasto su cui riflettiamo poco». Perché tutto ruota sempre attorno a soli due personaggi? «Non sono uno scrittore barocco che ama riempire tutto con ridondanti figure e descrizioni, al contrario, mi piace ridurre all’essenziale. Ad aggiungere si fa sempre in tempo». I romanzi che abbiamo menzionato presentano molti tratti comuni, è un caso? «Credo che questo valga per tutti gli autori, lo stile è quello e i temi si ripresentano. Mi piace pensare che con il tempo tra le mie storie si tesse una rete che le raccoglie e unisce tutte».
Dove e quando
Festival Chiassoletteraria dall’11 al 15 maggio. Peter Stamm sarà ospite domenica alle 15.20 allo Spazio Officina. Per info e dettagli sul programma www.chiassoletteraria.ch