La musica delle ragazze

Una rassegna natalizia di dischi al femminile che mostrano una grande capacità e voglia di farsi ascoltare
/ 21.12.2020
di Alessandro Zanoli

Tempi difficili ma anche tempi propizi all’ascolto. Quindi fa piacere trovarsi sulla scrivania degli album interessanti, pieni di idee originali e accomunati dal desiderio di percorrere nuove strade creative. Una rassegna che è volutamente «di genere», proprio perché vuole mostrare la volontà di uscire dagli schemi un po’ machisti che a volte popolano il mondo musicale odierno.

Un primo album che ci sembra interessante segnalare è quello dell’arpista romanda Julie Campiche. Attiva sulle scene internazionali ormai da tempo, lo scorso anno ha aggiunto un nuovo tassello alla sua produzione con un intenso e ambizioso Onkalo (Meta Records), disco in cui si mette alla testa di un quartetto «pronto a tutto» composto da Leo Fumagalli al sassofono, Manu Hagmann al basso e Clemens Kuratle alla batteria. L’arpa non è proprio uno strumento usuale in ambito jazz. Chi conosce la Campiche sa come il suo approccio allo strumento sia originale e necessariamente moderno. La cultura musicale dell’artista ginevrina è ben intrisa di fondamentali coltraniani e di libera improvvisazione, tanto da spiazzare l’ascoltatore. L’aspetto più interessante sta però nella personalissima impronta compositiva, molto eclettica: si ascolti ad esempio il primo brano Flash info, che colpisce per la sua struttura inusuale, asimmetrica e per questo piena di pathos. Disco intenso e molto «svizzero» nei suoi presupposti: la libertà esecutiva e il rigore di scrittura sono uniti dal gusto per la corposità del suono.

Su un versante apparentemente più leggero e popolare troviamo il CD L’erba mata, del trio insubrico Nadia & Le due nel cappello. Nadia sta per Nadia Gabi, una delle colonne della musica popolar-intelligente, impegnativ-scanzonata del nostro cantone. Di lei ricordiamo i bei dischi registrati con i Veranda, anni fa, un esperimento di folk acustico libero e di gran gusto. In questa nuova prova discografica l’esperta musicista si affianca a due bravissime colleghe, appartenenti a una generazione diversa, non solo per dati anagrafici. Sara Magon (chitarra, ukulele, voce) e Clara Zucchetti (batteria, percussioni, voce) rappresentano alla perfezione le nuove generazioni di jazzisti/e, preparatissimi/e, eclettici/he, giocosi/e e anche iconoclasti/e, capaci, per dire, di affrontare il repertorio dei Weather Report con un ukulele e un flauto dolce. La somma di queste tre personalità musicali apparentemente eterogenee dà forma a un disco molto piacevole e originalissimo da inserire in una pseudo categoria, inventata e forse calzante, di «jazz-folk». Ma le etichette, come si sa, difficilmente centrano il bersaglio: quello che è importante ascoltando L’erba mata è cogliere l’ampiezza delle suggestioni proposte, che vanno dalla canzone popolare antica al root blues americano, dal folk dialettale alla ballata. Insomma una tavolozza di sorprese che merita una bella serata di ascolto e poi di rimanere a girare a lungo nel lettore CD dell’automobile.

Chiudiamo la rassegna con un progetto sicuramente più ambizioso, per impatto sonoro e per ampiezza progettuale. Il disco Constellations della giovane Chiara Dubey è forse l’album più bello e sorprendente di questo 2020. Le dodici composizioni che contiene sono una descrizione musicale che la musicista, cantante e compositrice ticinese, ha dedicato ad altrettante costellazioni di fantasia.

Frutto della sua formazione musicale all’Institute of Contemporary Music Performance di Londra, l’album si staglia per compiutezza e ampiezza di pensiero molto sopra i normali standard creativi e realizzativi a cui siamo abituati nel nostro cantone. Fosse anche soltanto per la sua orchestrazione ampia e sofisticata, per la partecipazione alla sua realizzazione di personalità d’esperienza (Jan Willem de With e Cristiano Nicolini come coproduttori, Daniel Dettwiler come tecnico del suono) Constellations è il disco che non ti aspetti, proveniente da un altro pianeta. Anzi, da un altra costellazione. La voce, in particolare, della Dubey è una bellissima sorpresa.