Nate in Svizzera ma trasferitesi ben presto a Los Angeles attirate dalla magia della settima arte, Florine e Kim Nüesch non indietreggiano di fronte a nulla, come guerriere della generazione z che delle limitazioni non sanno che farsene. Poco importa la nazionalità o il genere (ammettiamolo pure, l’uomo egemonico nell’industria cinematografica domina incontrastato), quello che conta è sognare in grande, fino a raggiungere le stelle. Sì perché le Nüesch Sisters le stelle le stanno toccando veramente e non solo sull’Hollywood Boulevard.
Collaborare, creare un universo artistico che le rappresenti, al confine tra romanticismo pop alla Sofia Coppola e fantascienza dal sapore vintage, è sempre stata per loro un’evidenza. Il loro legame, al di là dell’ovvia parentela, è istintivo e proteiforme, un esempio emblematico di coesione artistica, e spontaneità creativa che non si può spiegare razionalmente (e forse è meglio così!). Cresciute in una famiglia di artisti: madre pittrice e padre architetto, Florine e Kim hanno cominciato a girare i loro primi film da giovanissime, come se il cinema facesse parte del loro DNA, per poi spiccare il volo direzione in direzione di Los Angeles, dove hanno studiato regia all’Art Center College of Design.
Il loro universo artistico è marcato da un’accuratezza quasi maniacale per i dettagli: vestiti dal sapore deliziosamente retrò, acconciature che ricordano la folle eleganza di Barbarella o ancora mobili design dal sapore 60ies, nulla è lasciato al caso. I personaggi (spesso interpretati dalle stesse registe) che popolano quest’universo elegante e volutamente controcorrente sembrano fluttuare alla ricerca di un contatto umano che spesso risulta impossibile. Sono conosciute soprattutto per i loro film dedicati all’universo della moda: il loro ultimo cortometraggio, Forget Me Not, ha vinto l’argento al Young Director Award a Cannes ed è stato selezionato in numerosi festival internazionali tra quali il LA Short Festival.
Le sorelle Nüesch hanno in programma di girare presto il loro primo lungometraggio, un dramma romantico dai toni fantascientifici. In occasione della loro presenza in Ticino dove sono state invitate per un Locarno talk con il direttore del Film Festival Locarno Giona A. Nazzaro e la curatrice d’arte Dorethea Strauss, abbiamo potuto discutere insieme del loro stuzzicante universo artistico, delle loro influenze ma anche dei loro progetti futuri.
Potreste parlarci del vostro background professionale? Perché avete deciso di lavorare insieme come team e di creare insieme i vostri film? Quali sono le vostre similitudini e differenze per quanto riguarda il vostro universo artistico?
Il cinema ci accompagna da sempre. A dire la verità nostro padre ha persino filmato le nostre nascite e documentato la maggior parte della nostra infanzia. In più, a casa nostra avevamo un’immensa collezione di VHS che adoravamo guardare, riguardare e arricchire continuamente. A sette anni e nove anni abbiamo cominciato a girare e poco dopo a montare i nostri film nei quali recitavamo anche.
Col tempo siamo diventate ossessionate dai making of dei nostri film preferiti, questo per imparare di più sull’arte cinematografica. Dopo aver finito il liceo artistico ci siamo entrambe trasferite a Los Angeles per studiare cinema all’Art Center College of Design. Il fatto di lavorare insieme come team non è mai stata una decisione cosciente, siamo semplicemente cresciute insieme come una cosa sola, e persino nei rari progetti che abbiamo realizzato separatamente all’università abbiamo realizzato presto che preferivamo lavorare insieme. Questo perché abbiamo affrontato praticamente tutto insieme, abbiamo dei gusti e una visione del mondo molto simili. Possiamo lavorare insieme e abbiamo bisogno di pochissime parole, per non dire di nessuna, per comunicare una all’altra le nostre idee.
Sebbene siamo molto simili, da un punto di vista estetico e concettuale, tendiamo a impadronirci dei concetti in un ordine diverso. A Florine piace approcciare i progetti partendo da un’idea visiva e svilupparli a partire da essa, mentre Kim ama scrivere e in seguito avvicinarsi ai progetti tramite la scrittura. Detto ciò, non ci sono regole rispetto alla nostra maniera di lavorare e la maggior parte delle volte affrontiamo le differenti tappe dei progetti insieme.
Quali sono le vostre influenze? Il fatto di essere nate in Svizzera influenza la vostra pratica artistica?
Il luogo d’origine influenza sempre il proprio lavoro artistico, quindi siamo sicure che la Svizzera faccia parte del nostro stile. Crescendo, eravamo innamorate dei film americani degli anni 80, 90 e dei primi anni 2000 e questi hanno sicuramente influenzato il nostro lavoro.
Quando eravamo a scuola negli Stati Uniti, ci siamo spesso sentite dire che il nostro stile è molto europeo, mentre qui in Europa tutti dicono che ci approcciamo al cinema in modo molto statunitense. Amiamo pensarci come un mix fra queste due culture. Nostra mamma è una pittrice e nostro papà un architetto, quindi oltre al cinema, anche l’arte e il design hanno sempre giocato un ruolo importante nelle nostre vite. La nostra estetica è spesso ispirata da opere d’arte e siamo molto interessate alle scenografie e alle location visivamente maestose.
Il talento che dimostrate nel passare da un universo artistico all’altro è abbastanza sorprendente: video musicali, cortometraggi, film per la moda ecc. Come riuscite a gestire tutto ciò? Cosa vi attira e intriga di questa multidisciplinarietà?
Onestamente non ci abbiamo mai davvero pensato. Amiamo semplicemente fare quello che ci appassiona e se questo significa lavorare con differenti formati, allora è proprio questo che ci motiva. Forse il lavorare in differenti campi cinematografici è simile a imparare differenti lingue, le basi del raccontare una storia restano le stesse, ma la maniera di esprimersi cambia.
Quali sono i vostri progetti futuri? Potete dirci qualcosa di più sul vostro futuro primo lungometraggio e sulla vostra nuova serie di fantascienza?
Al momento stiamo lavorando su un paio di progetti narrativi. Sfortunatamente sono ancora nelle prime fasi di sviluppo, quindi non possiamo dire molto a proposito. Il nostro futuro lungometraggio sarà un dramma romantico con alcuni elementi di fantascienza che affrontano il tema del lutto. A parte questi progetti narrativi, continueremo a creare altri film per la moda, la musica e la pubblicità.
Cosa pensate del crescente e sempre più presente legame fra arte e industria della moda (pensiamo per esempio a Gucci, Balenciaga e Vetements)? Quali designer di moda trovate i più interessanti e con chi sognate di collaborare?
La moda è sempre andata di pari passo con l’arte, visto che è lei stessa un’espressione artistica. Quello che troviamo veramente interessante è che, negli ultimi anni, il cinema è diventato sempre più importante nell’industria della moda. Durante la pandemia, i film hanno rimpiazzato del tutto le sfilate. Questi sviluppi hanno decisamente dato vita a molte più collaborazioni fra registi e designers. Per quanto riguarda le collaborazioni che sogniamo d’avere, ce ne sono troppe per non citarne che alcune, ma se dovessimo fare alcuni nomi diremmo Gucci e Prada.