Il complesso linguaggio del mondo

Smart TV - Nuove sfide su piccolo schermo
/ 06.06.2022
di Marco Züblin

Semplificare senza snaturare, aiutare a capire, a creare curiosità e interesse; ma anche capacità di opporsi alla volgarizzazione imperante, alla vulgata secondo cui contenuti «alti» passano solo per il tramite dell’intrattenimento anche «caciarone». Sono le annose sfide della mediazione nei media elettronici.

Se nell’informazione questo aspetto sembra ormai ottuso dalla narrazione guerriera (e inquietante, in talune sue modalità da terrorismo argomentativo), vi sono in ambito culturale elementi che fanno sperare di uscire da una situazione paludosa. Mi riferisco, ora, a trasmissioni come Dilemmi (Rai3, lunedì) e, forse, Cliché (RSI La1, giovedì), in cui si cercano narrazioni nuove per indagare il presente, per investigare la portata e la tenuta di taluni «valori» (l’impegno, banalità vs originalità, il rapporto con la verità). Su tutto, una sorta di soprassalto etico nel segno della riscoperta (e della rivendicazione) della complessità del reale e del pensiero; da quanto ci pare di capire, è questa una delle articolazioni fondanti del nuovo corso della politica culturale della RSI, ed è un gran bene che sia così.

In Dilemmi uno scrittore di facile e fluviale penna (Gianrico Carofiglio) mette di fronte sostenitori di tesi opposte, facendo precedere il cortese certame da una introduzione un po’ sdottoreggiante. Al netto di talune pedanterie professorali piace l’andamento piano e riflessivo del colloquio, il rispetto tra gli interlocutori, il piacere dell’indagare, la disponibilità a capire, la capacità di stimolare pensieri e letture. Lella Costa, con la sua chiosa finale, è una delizia vera.

Cliché rappresenta una sfida nuova, forse sperimentale, ancora da valutare ma già confidando in una ripresa autunnale, e nel permanere dell’ispirazione; è un programma articolato e sinuoso, forse anche sontuoso nelle immagini e nelle voci, a conferma di un cambio di passo deciso, di un impegno non di facciata. Il presentatore (Buccella) è pure autore del programma; già si è detto della necessità per la RSI di curare gli aspetti autorali e di non lasciarli al talento istrionico di presentatori-animatori, ma se nello specifico si è trovato il centauro capace di essere uno e bino allora benissimo, guarderemo e capiremo. Nella prima puntata, il piacere e il valore del banale sono stati indagati con buon piglio, con un ottimo corredo di immagini e con ospiti interessanti. Bella cosa, quella di partire dal recupero del banale per veicolare la riscoperta del complesso linguaggio del mondo.