Molto si è parlato quest’anno delle alterne vicende del «festival musicale più antico d’Italia», quel Maggio Musicale Fiorentino fondato nel 1933 da Vittorio Gui e giunto oggi all’85esima edizione. Dopo aver presentato un programma di festival sfolgorante e costosissimo, il sovrintendente (oggi ex) Alexander Pereira è stato costretto alle dimissioni. Accusato di gestione allegra delle finanze (cene, elicotteri, viaggi) e di aver distratto 8 milioni di euro per pagare stipendi dai 35 erogati dal governo per aggredire il debito pregresso di 50 milioni, Pereira è indagato per peculato e malversazione.
Nel tentativo di frenare un’emorragia di denaro che per la verità viene da lontano, si chiama un commissario di nome Onofrio Cutaia, che ripensa la programmazione facendo saltare appuntamenti onerosi come I Maestri cantori di Norimberga di Wagner, che sarebbe stato il primo Wagner firmato dal regista Damiano Michieletto. Un Maggio alleggerito ma non squalificato, perché tra concerti e opere figurano direttori d’orchestra quali Daniele Gatti, attuale direttore principale, e l’inossidabile Zubin Mehta, direttore a vita, lui davvero benefattore del festival e del teatro che non ha mai abbandonato da quando ventiquattrenne salì per la prima volta sul podio del glorioso Comunale oggi demolito tra mille speculazioni e polemiche.
Così la rosa delle tre opere in cartellone si è aperta con Don Giovanni di Mozart nell’edizione del festival di Spoleto 2017, con Mehta a dirigere e la regia di Giorgio Ferrara, ripresa da Stefania Grazioli. Un allestimento elegante, in cui i protagonisti escono dalle tombe per dare vita alla vicenda di Don Giovanni secondo la visione di Kierkegaard che lo vuole «aldilà del bene e del male», e che si fregia della presenza di un buon cast in cui sfavilla la nuova star del firmamento operistico, Luca Micheletti, singolarissima figura di attore di prosa (e anche autore e regista) di successo, al punto da aver collezionato trofei importanti come il Premio Ubu e aperto la stagione del Piccolo Teatro di Milano con un suo testo, Le memorie di Ivan Karamazov, interpretato da Umberto Orsini.
Ebbene, Micheletti, classe 1985, porta avanti da qualche anno anche una carriera di baritono nei più importanti teatri non solo d’Europa e Don Giovanni è il «suo» ruolo: lo ha interpretato a Sydney, al Covent Garden di Londra, al Regio di Torino e ora a Firenze. Con piglio sicuro, sguardo luciferino, voce e interpretazione impeccabili divide la scena con il baldanzoso Leporello di Markus Werba e le due signore della serata, Jessica Pratt (Donna Anna) ed Anastasia Bartoli (Donna Elvira), senza dimenticare la deliziosa Benedetta Torre (Zerlina). La presenza sul podio di Zubin Mehta, festeggiatissimo dal pubblico, impreziosisce lo spettacolo di un valore unico fatto di impareggiabile talento, riconoscenza, nostalgia per i fasti trascorsi e sereno affetto: i sovrintendenti vanno e vengono, lui è sempre rimasto. I prossimi due titoli sono verdiani e shakespeariani: Otello (dal 20 al 31 maggio) anche questo diretto da Mehta, per la regia di Valerio Binasco (allestimento del 2020) e Falstaff, diretto da Daniele Gatti per la regia di Sven-Eric Bechtolf, (allestimento del 2021) con Michael Volle nel ruolo del protagonista e di nuovo Markus Werba in quello di Ford. È questa in fondo un’ottima occasione per mostrare come si possa proporre un festival di qualità anche se non si hanno i mezzi finanziari per nuovi allestimenti.
Qualcuno si rallegra del fatto che non si siano spesi soldi per la regia del Don Giovanni, legata alla gestione Pereira, che prevedeva dapprima due carri armati, poi uno solo per la tenuta del palcoscenico che sarebbe comunque stato messo a dura prova dal mezzo corazzato. L’appuntamento del 17 giugno è davvero speciale: l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino sarà in scena all’Arena Visarno insieme a un leggendario gruppo rock britannico del secolo scorso, The Who, che farà tappa a Firenze, e sarà l’unica italiana delle quattro previste in Europa. In programma anche numerosi concerti con Daniele Gatti e gran finale del festival il 13 luglio con Paolo Carignani a dirigere l’Orchestra del Maggio nei Carmina Burana di Orff.