La carovana dell'amore in Etiopia

Il pianista nomade Marc Vella porta la sua musica in sperduti villaggi del sud del mondo per trasmettere un messaggio di fratellanza e pace
/ 20.02.2017
di Didier Ruef

Durante la campagna tedesca del 1813, al generale Le Marois che aveva detto di non essere più in grado di mantenere ancora a lungo la città di Magdeburgo, Napoleone replicò con una frase divenuta celebre: «Impossibile non è francese». Questa massima vale oggi per Marc Vella, un musicista nomade che con il suo pianoforte a coda improvvisa concerti nei luoghi più sperduti del mondo. In 25 anni ha percorso 200mila chilometri e incontrato le popolazioni di 40 paesi.

Questo artista vive per incontrare gente. Musicisti affermati e non si riuniscono intorno al suo pianoforte. Non vuole insegnare a suonare, ma invita a suonarlo insieme a lui. C’è chi inizia da una nota; a chi non ha mai visto questo strumento, Marc Vella prende il dito. Alla prima nota ne segue una seconda poi una terza. Nasce così una musica improvvisata. Gioia e meraviglia illuminano i volti dei musicisti travolti da una grande emozione.

Vella è un pianista virtuoso che ha imparato da solo, ottenendo il premio di composizione a Parigi nel 1985 e il primo premio per la composizione a Roma nel 1999. Decide di abbandonare il mondo elegante della musica classica, i repertori tradizionali e le serate di gala per condividere la musica con gli sconosciuti. A questo scopo ha modificato il suo pianoforte, emblema della «grande» musica occidentale, grazie all’utilizzo di variacordes, ossia con l’aggiunta di blocchi di legno sulle corde, riuscendo a produrre melodie misteriose e ammalianti, tipici di uno strumento orientale. Il risultato è una sorta di tavolozza di suoni indiani, africani, sufi. Questa diversità timbrica è la chiave della creatività musicale che rapisce letteralmente gli abitanti del luogo. Nasce così una specie di jam session, come è successo nel villaggio etiope di Yetnbrshe con sei flautisti della tribù ari e la folla intorno che ha iniziato a cantare.

In Europa Vella tiene regolarmente concerti e workshop, dove incanta il pubblico con la sua musica e con le sue parole. Molti lo hanno seguito e lo seguono nella sua «carovana dell’amore», come la chiama Vella, per diffondere nel mondo un messaggio di amore e condividerlo con gli altri. Con il suo amore ha già conquistato molti paesi.

Marc Vella ha desiderato tanto da bambino di poter soddisfare questo bisogno d'amore. Durante un incontro con lui in Etiopia mi ha raccontato della sua infanzia senza amore e della ricerca di questo sentimento da dare agli altri. «Senza rendermene conto – spiega – avevo questa curiosità fin da bambino. Il desiderio di poterlo offrire agli altri mi ha salvato dalla disperazione». Così oggi, eccolo guidare una carovana di gente di ogni livello culturale e sociale desiderosa di andare ovunque (Francia, Romania, India Québec, Tunisia, Etiopia) per condividere momenti di fraternità anche grazie alla musica del suo pianoforte. Viaggio e trasporto del pianoforte sono pagati dai partecipanti alla carovana, mentre Marc non percepisce un salario per suonare: il suo unico desiderio è lo scambio e l’incontro con le popolazioni locali.  

Nel 2015 la carovana è stata in Etiopia. Questo settimo viaggio era inizialmente previsto in Mali, ma poi è stato annullato a causa dell’insicurezza politica. Ha percorso duemila chilometri nel sud del Paese per incontrare la popolazione indigena. Il piano era trasportato da un pick up Toyota, seguito da due Landcruiser per l’assistenza tecnica e da un quarto veicolo con materiale da cucina e da campeggio. I carovanieri, circa una trentina, viaggiavano in autobus. Destinazione: la regione delle tribù dorze, konso, hamer, karo e mursi.

Le visite nelle varie tribù erano pianificate e i carovanieri non sopraggiungevano all’improvviso. Le popolazioni sapevano del loro arrivo. Inizialmente per gli abitanti i carovanieri erano solo turisti che portano soldi. Chiedevano loro qualche birs (la moneta locale), matite, quaderni di scuola, sapone, T-shirt e volevano vendere oggetti di artigianato, cercando di sfruttare il fascino che esercitano sul turista occidentale alla ricerca di «esoticità». Lo scopo è sempre quello di ottenere in cambio i soldi necessari per mandare i figli a scuola e per sopravvivere nei villaggi seguendo le tradizioni. In genere i turisti arrivano in questi villaggi e si fermano giusto il tempo per fare qualche fotografia, vedere qualche danza tribale e poi ripartire. Ma poi la presenza del pianoforte di Marc Vella creava subito interesse e sorpresa da parte della popolazione che dimenticava di chiedere soldi e iniziava a stabilire con lo «straniero» una relazione diversa, del tutto nuova.

I carovanieri parlano con gli indigeni, mentre le donne con i figli piccoli in braccio ridono fra di loro e gli uomini scherzano. I carovanieri non vengono per prendere ma per dare ed esplorare le diversità. Il fossato culturale non impedisce che si instauri una relazione di fraternità. Che inizia con la prima nota del pianista. Da quel momento la musica diventa protagonista e nel cuore e nello spirito degli indigeni sparisce il concetto di turista venuto a depredare. Resta solo quello di essere umano che ha rotto ogni barriera culturale e ha fatto passare il suo messaggio d’amore.