Videogiochi – A distanza di 20 anni dall’originale è arrivata la Definitive Edition di quello che è considerato un classico del genere strategico in tempo reale
I videogiochi esistono da talmente tanto tempo che ogni generazione ha i suoi titoli a cui guardare con nostalgia. Che si tratti di Asteroids o Pong, The Oregon Trail o Mrs Pac Man oppure la miriade di giochi usciti negli anni 90. La storia di questo media inizia nella seconda metà degli anni 40, sebbene il videogioco non diventi realmente popolare presso il grande pubblico prima degli anni 70 con Magnavox Odyssey, la prima vera console commerciale.
Gli anni che seguirono furono tumultuosi e contraddistinti da una agguerritissima concorrenza che culminò con la crisi della fine del 1983 in nord America. Anni di politiche commerciali aggressive, la presenza sul mercato di non meno di dodici sistemi di videogiochi diversi, senza contare i computer, e la scarsa qualità dei prodotti saturarono il mercato e portarono alla chiusura di un gran numero di aziende. Atari fu tra le maggiori sconfitte: da leader del mercato a marchio in difficoltà destinato a sparire entro una decina d’anni. Il rinascimento dei videogiochi iniziò però quasi contemporaneamente con l’arrivo del Nintendo Entertainment System, pubblicato nel 1985 negli Stati Uniti e nel 1987 in Europa.
La leadership del mondo dei videogiochi si era spostata dagli USA verso il Giappone. Il mondo delle console restò saldamente in mano ai nipponici fino al 2001, quando Microsoft presentò al mondo la prima Xbox. Nonostante negli anni 90 la creazione di console fosse un’esclusiva giapponese, non fu così per quanto riguardava i videogiochi. In quella decade uscirono alcuni dei giochi più amati della storia. Uno di questi, Age of Empires, pubblicato per la prima volta nel 1997, contribuì a ridefinire un genere: lo strategico in tempo reale.
Pubblicato da Microsoft e sviluppato dai leggendari Ensemble Studios, Age of Empires ci immergeva nella storia antica. Greci, Romani, Babilonesi e Ittiti, si poteva prendere le parti di qualsiasi impero dell’antichità ed accompagnarlo verso la gloria. Il principio di Age of Empires era piuttosto semplice: al comando di una piccola civiltà bisognava occuparsi di caccia, agricoltura, costruzione e difesa per rendere una piccola tribù un potente impero. Il fascino era duplice: un buon senso di sfida e una buona profondità di gameplay unite ad un’accuratezza storica sufficientemente sviluppata da giustificare le lunghe ore spese a divertirsi con un semi colpevole «sto studiando storia!». Al primo gioco seguì una espansione e poi Age of Empires 2, ambientato questa volta nel medioevo. Tuttavia, il primo Age of Empires è quello rimasto davvero nella memoria dei trentenni di oggi. Microsoft ne è ben cosciente e proprio per questo ha deciso di riproporlo con una edizione chiamata Definitive Edition.
Age of Empires Definitive Edition riprende gli stessi contenuti del gioco del 1997 più le campagne dedicate all’impero romano dell’espansione uscita nel 1998. La naturale progressione del gioco ci accompagnerà dai primi raccoglitori e cacciatori dell’età della pietra alle grandi città romane. Per quanto riguarda il gameplay, esso non è stato cambiato rispetto all’originale. La visione isometrica permette di gestire le unità dall’alto: decideremo dove inviarle e con quali edifici interagire. Inizieremo con semplici abitanti del villaggio intenti a raccogliere cibo e legname per poi creare soldati, cavalieri, navi e tutta una serie di personaggi specializzati nel compiere un determinato tipo di azione. Essendo un gioco di strategia in tempo reale il giocatore dovrà sempre giocare in modo intelligente valutando i rischi per difendersi da attacchi nemici. La pianificazione andrà dunque fatta in base a una serie di elementi quali l’approvvigionamento, la difesa, l’espansione territoriale, l’offesa e la ricerca tecnologica in modo da far progredire la nostra civiltà.
Questa Definitive Edition fa un buon lavoro nell’immergerci di nuovo, 20 anni dopo l’originale, in Age of Empires. Lo fa però a discapito dell’evoluzione tecnica delle ultime due decadi. Graficamente parlando si poteva fare di più, ridisegnando in modo più dettagliato strutture e personaggi. Anche per quanto riguarda l’intelligenza artificiale non si è osato abbastanza e vedremo fin troppo spesso comportamenti poco sensati da parte dei nostri personaggi e dei nemici. Il team di sviluppo dietro questa edizione ha voluto, coscienziosamente, riproporre le stesse meccaniche viste nel 1997 quando avrebbe potuto e dovuto correggere il tiro per rendere questa versione la miglior versione possibile. Tuttavia, nei nostri occhi velati dalla nostalgia dei bei tempi andati, questa versione merita comunque di essere giocata. Se vi piacciono i giochi di strategia vecchia scuola, questa versione uscita su Windows 10 vale la pena di essere giocata.