Bestialità

by azione azione
1 Dicembre 2025

Netflix: satira affettiva, nella serie "Animal"

Quando Antón, burbero veterinario galiziano, lascia le sue vacche per vendere croccantini di lusso, vien fuori che forse il concetto di bestialità non è quello che immaginavamo: Animal (su Netflix dal 3 ottobre con una prima stagione di 9 episodi) sembra essere più uno specchio delle nostre ipocrisie affettive che una semplice commedia.

Barba sfatta e rude, Antón fa la spola tra fattori senza soldi che lo pagano con latte e uova riducendolo sul lastrico. Gli corre in aiuto la nipote Uxía offrendogli un posto nella sua boutique di animali. Antón finisce così dal letame delle stalle agli sfogatori per cani. Ed è qui che il reale si scontra con la frivolezza degli animali travestiti da bambini e con le spese veterinarie che trasformano il lifestyle. Una modernità addomesticata che investe le bestie di psicologie inesistenti, in pieno contrasto con l’approccio di Antón che, invece, non le idealizza, le osserva. Mangiano, soffrono, guariscono, a volte muoiono. La sua empatia è quella concreta dell’esperienza. I problemi, semmai, li ha nelle relazioni umane: con la compagna, l’affetto è muto, impastato di goffaggine e tenerezza. Quindi, come trovare i giusti equilibri?

È coraggiosa, questa serie. Coraggiosa e sfacciata. E molto divertente. Ma fa anche riflettere mettendo in crisi l’antropomorfismo affettivo. Eppure, nonostante la feroce critica sociale intrinseca, Animal ha conquistato rapidamente le classifiche di Netflix in Spagna e in America Latina, portando con sé l’annuncio di una seconda stagione. E noi l’aspettiamo.