Scoprire i pianeti e il sistema solare con una gita nel silenzio dei Monti di Saurù-Parusciana
Imparare qualche nozione sul nostro sistema solare, riassaporare le nozioni apprese sui banchi di scuola oppure, semplicemente, passeggiare nella natura con uno sguardo che si spinge oltre, verso l’infinito dello spazio. Sono queste alcune esperienze che si possono vivere percorrendo il sentiero dei pianeti di Saurù-Parusciana, monti sulle alture di Lumino. Per arrivare al punto di partenza, situato attorno ai 1’300 metri di altitudine, ci si può affidare alla Funivia Pizzo di Claro di Lumino (da novembre aperta nei weekend, www.funiviapizzodiclaro.weebly.com, tel: +41(91) 829 20 19), che porta i visitatori proprio all’inizio del sentiero e permette così di risparmiare i circa mille metri di dislivello che separano dal fondovalle.
In un attimo, in poco più di dieci minuti, si viene così catapultati in quota, nel silenzio, lasciandosi alle spalle boschi di castagno che gradualmente cedono il posto a imponenti abeti, i quali accompagnano o abbracciano anche faggi e altre specie del nostro territorio. «Atterrati» ai Monti di Saurù la quiete prende il sopravvento e il panorama si apre con viste sul Ticino e Moesano, scorci che si assaporeranno poi anche lungo il tragitto, percorrendo l’anello della lunghezza di poco meno di un chilometro e mezzo, il quale arriva fino ai monti di Parusciana per poi tornare presso l’Aula nel bosco sopra Saurù.
Dal Sole ai pianeti nani
Dopo l’avvio il percorso conta dieci postazioni e la prima è dedicata al Sole, la stella centrale del nostro sistema, definito appunto sistema solare. Ogni tappa è caratterizzata da un pannello esplicativo, con alcune nozioni, informazioni e dati salienti: diametro, periodi di rotazione e rivoluzione, distanze, temperature o altro. Ogni cartello è poi completato con un modellino tridimensionale che può essere illuminato tramite una torcia (da portare da casa), dando così un effetto speciale al corpo celeste.
Il sentiero, inizialmente pianeggiante, raggiunge presto i primi pianeti, a partire dal «piccolo» Mercurio, con il suo diametro di 4880 chilometri e le sue temperature superficiali impressionanti: dai -173°C ai +427°C. Sbalzi dovuti, come leggiamo sul pannello, ai «micidiali raggi del Sole» e all’assenza d’atmosfera. Poco distante per il visitatore, ma già a 108 milioni di chilometri dal Sole, ecco Venere, un pianeta tanto caldo (+662°C) che la vita risulta impossibile e dove «il piombo scorrerebbe come l’acqua». Seppur ostile, Venere deve il suo nome all’antica dea romana della bellezza, derivante dalla sua brillantezza e dal suo splendore che lo rendono il più luminoso del nostro cielo e che s’avvicina alla Terra più di ogni altro, a «soli» 40 milioni di chilometri.
La camminata continua tra gli abeti e finalmente s’arriva alla Terra, il terzo pianeta in ordine di distanza dal Sole, ad ormai già quasi 150 milioni di chilometri. Qui si scopre per esempio che l’orbita attorno al Sole non è circolare, che in gennaio la Terra è più vicina al Sole e che quindi non è la sua vicinanza a provocare le variazioni di temperature stagionali, bensì l’inclinazione dell’asse del nostro pianeta.
Il quarto pianeta è Marte, piccolo corpo roccioso grande circa la metà della Terra, con un suolo rugginoso, formazioni vulcaniche torreggianti, dune di sabbia increspate, innumerevoli crateri e un periodo di rivoluzione di ben 687 giorni (la Terra 365,25). È ancor più lungo «l’anno di Giove» (con il suo periodo di rivoluzione di ben 11,9 anni), un pianeta anche noto per essere il più grande del nostro sistema solare, con un diametro di 140’000 km, pari a undici volte quello della Terra. Interamente composto di gas, Giove possiede ben 67 satelliti, tra cui i più grandi sono Io, Europa, Ganimede e Callisto, «così luminosi che possono talvolta essere visti anche con un binocolo».
Il tragitto s’allontana sempre più dal Sole e anche i segmenti tra un panello e il successivo si dilatano ulteriormente, dato che l’intervallo fra loro è stato calcolato in proporzione alla distanza reale. In prossimità di Parusciana il sentiero scende leggermente e la vista s’apre fino al Monte Ceneri, al Piano di Magadino e oltre. È così il turno di Saturno, a circa un miliardo di chilometri dalla Terra. Anche lui interamente gassoso, è circondato da un sistema di anelli riflettenti, «tanto grandi che possono essere facilmente visti con un telescopio amatoriale».

Nel mezzo dei monti di Parusciana ecco Urano, un gigante gassoso scoperto solo nel 1781, quando l’astronomo Herschel s’accorse che non si tratta di una stella. Attraversati gli ampi prati tra le case sparpagliate del piccolo agglomerato, si risale sul lato opposto per tornare verso Saurù in leggera ascesa. Siamo ormai a 2870 milioni di chilometri dal Sole e il percorso rientra nel bosco portando a Nettuno dopo un altro lungo spostamento (rispetto ai precedenti). Nettuno dista infatti 4500 milioni di chilometri dal Sole, un’infinità , ed è attualmente il pianeta più esterno del sistema solare, dato che Plutone, fino al 2006 ritenuto il nono, fu declassato dall’Unione astronomica internazionale a pianeta nano. L’ultima postazione, posta nel luogo di Plutone e nei pressi dell’Aula nel bosco di Saurù, include quindi anche Cerere, Haumea, Makemake e Eris, altri pianeti nani scoperti, quest’ultimi tre, solo nel 2004 e 2005. La gita può terminare con una piccola deviazione verso il vicino punto panoramico, da cui ammirare dall’alto la Riviera.
