Fermarsi e guardare in profondità

by azione azione
30 Ottobre 2025

Spazio d’arte ai Frati, situato nell’ex Convento dei Cappuccini a Lugano, presenta le opere della ticinese Anna Bianchi

Con Infinitudini di Anna Bianchi la Fondazione Convento Salita dei Frati e l’Associazione Biblioteca Salita dei Frati di Lugano inaugurano un nuovo spazio espositivo, situato in quella che fu la chiesa dell’ex convento dei Cappuccini. La curatela del progetto è affidata a Simone Soldini, già direttore del Museo d’arte di Mendrisio e oggi responsabile di quello che è, appunto, il percorso dello «Spazio d’arte ai Frati».

«L’idea è nata in seguito alla mostra dedicata, nel 2023, a fra Roberto Pasotti», ci racconta. «Ma quando mi è stato chiesto di occuparmi della programmazione di una rassegna, ho subito reputata inadeguata la soluzione di allora. Pertanto, con l’aiuto di tre eccellenti artigiani, ho ricavato dai materiali esistenti una nuova configurazione spaziale, premurandomi di valorizzare un luogo che, in seguito alle trasformazioni subite, necessitava di un intervento ragionato. Infatti la struttura allestita dialoga ora col contesto, mettendo idealmente in relazione quanto esposto, ad esempio, con la presenza della bellissima pala d’altare di fra Semplice da Verona».

Veduta dei nuovi spazi espositivi

Lo Spazio d’arte ai Frati andrà a completare quella che è una proposta culturale già estremamente densa, creando, occasionalmente, anche un possibile ponte fra conferenze e mostre. In un’epoca che da (troppo) tempo tende a investire di valore i progetti roboanti, che vedono l’arte collocata nell’algida cornice dei cosiddetti «grandi eventi», l’iniziativa si delinea quindi all’opposto, eleggendo la breve misura e il piccolo quale consono luogo di accoglienza per chi ha alle spalle un già più che solido percorso.

«L’idea è quella di dare una casa ad artisti ticinesi che hanno consolidato il proprio lavoro negli anni», continua Soldini. «Non sarà dunque un luogo di sperimentazione, ma di ospitalità per figure dal profilo definito. Inoltre, anche per questioni logistiche, si tratterà sempre di mostre contenute, poiché sulle pareti adibite all’allestimento si possono riunire al massimo una trentina di opere. Al momento si prevedono tre esposizioni l’anno. Cominciamo con Anna Bianchi, per poi passare a Simonetta Martini e in seguito a una collaborazione con Visarte Ticino, che ha già accolto la proposta».

E a proposito di artiste dal profilo definito, Anna Bianchi è certamente una figura ideale per iniziare: nata a Mendrisio e formatasi a metà degli anni ’70 presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, negli anni ha soggiornato a New York, Roma, Vienna e Parigi, lavorando poi per un decennio in Italia, tra Liguria e Toscana. Dedita a una pittura certosina, intrisa di cura e riflessione, lei stessa definisce il suo lavoro come esplorativo di paesaggi interiori dei quali sonda il tempo e nei quali si immerge al fine di ricavarne vibranti epifanie, che paiono emergere come da universi paralleli (caratteristica che sia nei risultati sia per approccio ricorda non poco l’opera di Henriette Zéphire, artista-medium scoperta nel 1966 da Jean Dubuffet e oggi parte della Collection de l’Art Brut di Losanna).

A un primo ingannevole sguardo gli oli esposti – specie i luminosi rossi che qui spiccano con forza – potrebbero apparire come astratti, ma non è così. Ciò che caratterizza la pittura di Anna Bianchi sembra piuttosto essere una sorta di vocazione topografica che la porta, da un lato, alla definizione di compositi orizzonti arcaici, dall’altro alla definizione di vere e proprie mappe sulle quali continenti in formazione e disgregazione si muovono suggerendo un che di sacro e, talvolta (più di rado), di apocalittico.

«La mia è una pittura che va guardata in profondità», dice l’artista parlando del suo lavoro. «Bisogna soffermarcisi, poiché vi è una continua stratificazione di colori al suo interno. E ogni colore ha una sua vita propria. Si tratta di una materia molto densa ma, al contempo, anche evanescente. Ne nasce una cavernosità, che è molto importante per me: sono spazi popolati di forme antiche e primordiali, in cui io mi inoltro; si tratta di visioni, di mondi lontani, che mi permettono di gettare luce su ciò che più mi interessa: le trasformazioni, le mutazioni oggi in atto, le desertificazioni e i posti in rovina».

Dove e quando
Anna Bianchi, Infinitudini, Lugano, Spazio d’arte Ai Frati (Via Cantonale 2a).
Orari: ve-sa-do 14-18. Fino all’8 novembre 2025