La tomba del padre

by azione azione
20 Ottobre 2025

Con La nuotatrice notturna, Adrian Bravi scrive un romanzo di scomparsa e rivelazione, dove ogni distanza diventa linguaggio

Il fascino della letteratura di Adrian Bravi sta nell’ibridare un crudo e verosimile dettato della realtà con la forza metaforica dello stile fantastico, quel realismo magico che ne tradisce le inconfondibili origini sudamericane, per la precisione argentine. Anche in La nuotatrice notturna (Nutrimenti, 2025) – in questo scrittore vissuto a Buenos Aires e poi trapiantato a Recanati, nelle Marche, dove fa il bibliotecario – la commistione di temi e di stili è molto forte e nutre quello che è a tutti gli effetti un romanzo di formazione e conoscenza del mondo.

Jacopo, il protagonista del libro, è un quarantenne stralunato che vive nelle campagne marchigiane e lavora da precario come necroforo al cimitero, all’inizio del libro riceve una telefonata da una fantomatica Ingrid la quale gli dice che il padre Pietro Bordignola è morto, annegato mentre stava nuotando come ogni sera nel fiume a Rio Salgueiro, in Portogallo. Un padre misterioso e avventurista, un po’ figlio dei fiori, che lo aveva abbandonato ragazzo, era andato a vivere in Finlandia, poi aveva girato mezzo mondo, inviando a lui e a sua madre Mina lettere perturbanti da New Orleans, da Benares e Luxor, prima di far perdere definitivamente le sue tracce. Adesso «stava scomparendo dalla sua vita, questa volta, però, non più da vivo ma da morto». L’unica cosa che gli restava di lui erano un’armonica a bocca, il Preludio polacco spia dei suoi antenati, e il ricordo di una Citroen arancione dove aveva gettato una borsa prima di scappare. E poi tutte le domande senza risposta rivolte a sua madre, che nel frattempo si era ricostruita una vita nuova con il compagno Simone, o i ricordi volutamente sfocati di lei.

Jacopo ha una fidanzata eccentrica, vive da solo nella casa dei nonni, e il cimitero è il suo piccolo mondo, la Spoon River di una provincia fiabesca, dai contorni fantastici, popolata di bizzarri personaggi come Quinto, il suo principale, che ha l’appalto per seppellire le salme e fare la manutenzione delle aiuole. I due hanno un rapporto molto intimo, e proprio l’uomo si offre di accompagnare l’amico nel luogo dove è morto suo padre, perché «un figlio deve capire dove si trova la tomba di suo padre, anche se per quarant’anni non ha saputo niente di lui», questo sostiene durante una delle loro surreali conversazioni.

I due picari allora comprano i biglietti aerei e partono. Raggiunta Roma, volano a Lisbona, poi con un vecchio autobus raggiungono Rio Salgueiro e, costeggiando il fiume Tago, si mettono alla ricerca di Ingrid. Quando la troveranno, Jacopo si trova di fronte a qualcosa di assolutamente inaspettato, una verità inconfessabile e nuova, quella parte di vita di suo padre sepolta per quarant’anni che rimette improvvisamente in discussione tutta la sua storia e quella della sua famiglia. Dalla viva voce di Ingrid rivivrà tutta la vita perduta di Pietro, inoltre ritroverà vecchie fotografie, lettere mai spedite, effetti personali, gli amici e le amiche che frequentava.

Con una scrittura delicata e naturale, uno stile semplice, scarnificato e privo di ogni effetto spettacolare della fiction, Bravi ci consegna un altro capitolo della sua originale produzione letteraria, che anche linguisticamente fonde a tratti i modi delle parlate marchigiane con la lingua portoghese, mette insieme mondi solo apparentemente distanti, e concepisce la letteratura e l’esperienza di sé come una continua metamorfosi di corpi e parole, la ricerca di un equilibro mobile e instabile per stare al mondo.