Le auto e la mobilità di domani

by azione azione
13 Ottobre 2025

Tecnologia e sostenibilità erano al centro di un convegno che si è svolto di recente a Milano

«Quale futuro per la mobilità» è stato il tema centrale del convegno organizzato a Milano a fine settembre in cui sono state affrontate le tematiche legate in generale ai trasporti e in particolare all’automobile. Avere una mobilità efficiente è fondamentale per i cittadini perché serve a migliorare la qualità della vita. «Il processo di elettrificazione è in ritardo rispetto alle aspettative degli esperti?» è stata la prima domanda posta dal giornalista Umberto Zapelloni, organizzatore del convegno che si è svolto nella sede dell’AC (Automobile Club) Milano.

«Noi pensiamo che l’elettrificazione sia la soluzione, ma nel frattempo durante la transizione bisogna spingere sull’ibridazione», ha dichiarato Michele Crisci, top manager di Volvo. «L’elettrificazione è inarrestabile – replica Francesco Calcara, top manager della Casa coreana Hyundai – e sarà il punto di atterraggio, ma noi continueremo a offrire auto dotate di motore endotermico e ibridizzate. Nella nostra gamma disponiamo di tutti i tipi di alimentazione, persino dell’idrogeno. Per quanto riguarda l’elettrico, grazie alla tecnologia 800 volt che abbiamo, possiamo ricaricare l’80 per cento della batteria in soli 18 minuti».

Si è parlato anche di incentivi statali. «Gli incentivi sono una droga per il mercato e non dovrebbero tecnicamente esistere in natura perché limitati nel tempo e nello spazio», dichiara Alfredo Altavilla, Special Advisor BYD per l’Europa. «Un incentivo che dura 3-4-6 mesi non sposta assolutamente nulla. Vogliamo svuotare l’Oceano con un cucchiaino». Altavilla non vede bene il futuro dell’industria europea: «Da qui a tre anni i costruttori cinesi che oggi sono 165 si ridurranno a una ventina. Ma gli stakeholders europei mi sembrano i passeggeri di Titanic. Con la nave che affonda si preoccupano dell’orchestra».

Affrontato anche il tema delle colonnine di ricarica. Siamo in una fase in cui la nostra infrastruttura cresce in funzione della sostenibilità di lungo termine. Si cerca di evolvere verso una riduzione di costi in base alla fascia oraria. Il costo dell’energia potrebbe scendere del 30 per cento rispetto alle ore diurne. Dall’esperienza attuale emerge che l’aspetto più importante è l’affidabilità della colonnina. Se non funziona, oltre il 40 per cento degli utenti non tornerà più su quella colonnina. Oltre il 90 per cento di problematiche vengono riscontrate nella fase di approccio, soprattutto riguardo alla localizzazione. Un altro problema risiede nel fatto che nell’inizializzazione i consumatori spesso non capiscono come fare; il terzo problema è nel pagamento. Ma è tutto risolvibile. In Europa è elettrica una vettura su sei. Le colonnine a oggi sono davvero tante rispetto alle auto in circolazione, ma poche pensando al futuro in cui gli intervenuti al convegno sperano.

Attenzione: va detto che l’elettrico è uno dei vettori, ma per decarbonizzare ci sono più soluzioni, come per esempio i biocarburanti. A livello continentale non è mai stata vietata una tecnologia per legge. E invece con i motori endotermici lo stanno facendo. C’è bisogno di pluralità. In Europa si vendono tre milioni di auto in meno, quindi qualcosa non ha funzionato. Intervenuto a Milano anche Gabriele De Giorgi, Senior Manager di Uber. «Noi vogliamo essere in grado di risolvere i problemi di mobilità indipendentemente dal tipo di tecnologia, che alla guida ci siano i robotaxi o gli autisti. Il futuro per noi è ibrido e la guida autonoma convive e conviverà sempre più con la guida tradizionale. In un futuro che vediamo ancora distante ci sarà una vera trasformazione della mobilità».

Durante il Convegno si è anche parlato di tutto quello che si può fare per prevenire gli incidenti con il progetto europeo «The road to zero» che punta a un azzeramento dei decessi sulle strade entro il 2050 attraverso la riduzione della velocità, l’uso di infrastrutture più adeguate, veicoli più sicuri e un’assistenza post-incidente più efficiente. Ecco allora che a Milano si sono confrontati costruttori, ricercatori e istituzioni. «La sicurezza è nel DNA di Bosch», spiega Maurizia Bagnato, manager di Bosch Mobility. «Investiamo sulla guida autonoma e oggi l’opportunità è quella di aggiornare il software a distanza.

Gli aggiornamenti OTA, Over The Air, fanno sì che il prodotto non vada incontro a invecchiamento. Un computer centrale può controllare tutta la vettura. Un’integrazione a 360 gradi che aumenta il livello di sicurezza». «Brembo, azienda leader mondiale per gli impianti frenanti, fa la sua parte», spiega Dino Maggioni, System GBU Chief Operating Officer Brembo. «Alla base della sicurezza c’è un sistema frenante, e poiché con le automobili elettriche sono aumentate, e di molto, le masse in gioco, ecco quindi che abbiamo studiato sistemi frenanti differenti: il futuro è già qui. Oltretutto riduciamo le emissioni grazie a materiali di attrito di nuova concezione. Queste sono tutte innovazioni radicali».

Tutti d’accordo sul fatto che la vivacità dei costruttori oggi è straordinaria. Molte le nuove tecnologie, numerosi i modelli e i nuovi dispositivi rivolti alla sicurezza. Talmente tanti che hanno messo in difficoltà i consumatori nella scelta. È necessario puntare sulla neutralità tecnologica. La regolamentazione e le politiche non dovrebbero favorire una tecnologia specifica rispetto ad altre, ma lasciare al mercato la libertà di scegliere la soluzione più competitiva per raggiungere determinati obiettivi. Diagnosi fatta, ora ci vuole la cura.