Il tempo di una volta

by azione azione
6 Ottobre 2025

«The weather is not what it used to be» lamentano gli inglesi; «Il n’y a plus de saisons» rincalzano i francesi; «Non ci sono più le mezze stagioni» è stato anche un tormentone di alcuni comici degli anni Cinquanta, per esempio Walter Chiari. Divenuti presto luoghi comuni, ripetuti all’infinito, questi proverbi più che il clima prendono di mira i cambiamenti della società, rimpiangendo il tempo andato. Comunque sia, nel campo del turismo l’assenza delle stagioni di mezzo è stata per lungo tempo una verità. Infatti le stagioni erano solo due: l’estate, da passare in spiaggia sotto l’ombrellone e poi l’inverno sulle piste da sci. Anche i ritmi della scuola e del lavoro contribuivano a questo orientamento, tra ferie immancabilmente in agosto e calendario scolastico senza pause nei primi mesi di lezione. Alcuni certo partivano comunque in autunno, ma solo per risparmiare ed evitare la folla, quindi più per opportunismo che per passione.

Da qualche tempo invece nuove abitudini di viaggio prendono piede. Si fugge da estati sempre più calde, sia privilegiando destinazioni fresche (Coolcation), sia anticipando o ritardando la partenza. Secondo un rapporto della European Travel Commission, il 77% per cento degli intervistati ha confermato di avere in programma partenze fino a novembre. Aiuta anche la nuova organizzazione del lavoro, spesso da remoto, così come il maggior numero di pensionati. Svizzera Turismo ci crede. I suoi ricercatori hanno notato una crescita dei pernottamenti alberghieri autunnali del 10,3% negli ultimi cinque anni e per sostenere questa tendenza hanno proposto una nuova campagna ‒ Beautiful Autumn! ‒ con un video interpretato dall’immancabile Roger Federer e dall’attrice Halle Berry. Il tono della promozione è leggero e divertente: Halle Berry cerca di dilatare il suo soggiorno di lavoro in Svizzera con sempre nuovi pretesti, perché è affascinata dai colori del paesaggio, dai trasporti pubblici, dalla fonduta, dalla vita quotidiana.

Da diversi punti di vista insomma c’è un nuovo e sincero apprezzamento per l’autunno, valorizzando la sua specifica identità. Per cominciare è il tempo dei raccolti, dei funghi, dei tartufi, delle castagne, della vendemmia: tutte opportunità per il turismo enogastronomico in forte ascesa. Viene poi il poetico foliage, ovvero l’osservazione del mutare dei colori delle foglie degli alberi, dal verde, al giallo, all’arancione, al rosso e al marrone. Praticato dapprima nel New England (soprattutto nel Vermont), il foliage si è diffuso anche in altri Stati americani, poi in Asia (in Giappone riagganciandosi alla tradizione del momijigari, «caccia alle foglie rosse»), sino alle porte di casa nostra (la ferrovia delle Centovalli ne fa un suo punto di forza).

Numerose manifestazioni e sagre scandiscono il calendario autunnale, a cominciare dall’Oktoberfest, il più grande festival popolare del mondo, con oltre duecento anni di storia e sette milioni di visitatori. E poi ancora il turismo culturale nelle città d’arte, terme e benessere, cammini storici e viaggi in bicicletta (quasi impensabili in estate). Certo in questi mesi il clima può fare brutti scherzi, come le piogge torrenziali delle scorse settimane. Per questo alcuni alberghi di lusso (a Creta per esempio) hanno cominciato a offrire il soggiorno gratuito ai turisti che si ritrovano sotto la pioggia: una soluzione costosa, ma anche semplice e intelligente. Altre se ne possono immaginare. E poi questa stagione molto varia propone diverse alternative, e non tutte dipendenti dal clima, quando capita un giorno di tempo sfavorevole.

Se dunque la stagione turistica risale verso la primavera e si estende poi all’autunno, possiamo già immaginare una stagione unica o, come sempre più spesso si dice, il «turismo tutto l’anno». Ovviamente servirebbe qualche aggiustamento e soprattutto un cambio di mentalità, con l’abbandono di vecchie abitudini. Ma i vantaggi sarebbero evidenti: un utilizzo più regolare di hotel, ristoranti e impianti, più occupazione stabile con contratti annuali, riduzione dell’overtourism, gestione sostenibile delle risorse (acqua, energia, rifiuti), migliore qualità della vita per i residenti, soprattutto esperienze più vere per i viaggiatori. Ci proviamo?