Spazi verdi, fare meno per avere di più

by Claudia
3 Marzo 2025

Parte da Bellinzona un progetto pilota per una diversa gestione dei prati nelle zone urbane, a favore della biodiversità e non solo. Quattro per ora le zone coinvolte

Prati e giardini possono trasformarsi in luoghi particolarmente ricchi di biodiversità, con anche un’importante fonte di nutrimento per animali o insetti. Questo è quanto si vuole mostrare e avvalorare a Bellinzona, grazie a un progetto per la gestione estensiva delle superfici verdi, dove si rinuncia a tagli frequenti dell’erba e si esclude l’uso di fertilizzanti o, ancor peggio, di prodotti fitosanitari. Una strategia «minimale» che si trasforma in un’opportunità per la natura, con una serie di benefici per l’ambiente e pure per chi in questi ambienti vive, quindi anche l’essere umano.

Promotore dell’iniziativa è il Dipartimento del territorio (DT), che lo scorso autunno ha lanciato in collaborazione con la Città di Bellinzona il progetto «Lasciami crescere, la natura ti ringrazia». «Lo scopo principale – spiega Luca Veronese, Capo dell’Ufficio dell’educazione ambientale del DT – è quello di informare e coinvolgere la popolazione, incoraggiando una gestione estensiva nei giardini e negli spazi verdi, con un invito particolare a voler rinunciare a tagli frequenti dell’erba». La campagna, come indicato nel comunicato stampa di presentazione, prende spunto dal movimento nato in Inghilterra nel 2019 No mow may («maggio senza sfalcio») e si appoggia anche su uno studio condotto qualche anno fa dall’Università di Berna (vedi riquadro). Uno studio cofinanziato dal Fondo nazionale svizzero, dall’Ufficio federale dell’agricoltura, dall’Ufficio federale dell’ambiente e da alcuni cantoni (Berna, Vaud, Neuchâtel, Argovia, Basilea Campagne e Friborgo), da cui emerge come il mantenimento di una zona non falciata con possibilità di rifugio, ha effetti positivi sia sull’abbondanza sia sulla ricchezza specifica di vari gruppi di invertebrati: «per esempio, nel contesto di un prato non falciato in cui erano state create possibilità di rifugio pari al 10-20% della superficie, il numero di ortotteri era raddoppiato», riporta il comunicato.

Perché dunque non provare a cambiare la modalità di gestione dei prati e proporre una nuova tendenza? Il progetto pilota è iniziato in collaborazione con il Comune di Bellinzona, sul cui territorio sono state scelte quattro aree dove si è per ora principalmente rinunciato ai tagli frequenti, mentre in futuro si applicheranno ulteriori accorgimenti. Oltre a evitare i tagli precoci e regolari, la campagna del Dipartimento del territorio invita infatti anche ad astenersi dai tagli «a zero» dell’erba (mantenendo un’altezza di taglio sopra gli otto centimetri), a non utilizzare pesticidi e diserbanti e a usare dei fertilizzanti solo se necessario. Un ulteriore passo verso ambienti più ricchi si possono poi raggiungere creando ambienti di vita per animali con mucchi di sassi e legna, oppure allestendo gli «hotel» per gli insetti. Si vuole inoltre sensibilizzare sull’uso di tagliaerba elettrici o con decibel bassi per evitare i rumori eccessivi, così come sull’uso parsimonioso dell’acqua per l’irrigazione, per esempio raccogliendo la pioggia e innaffiando la sera o la mattina.

Interventi (o non interventi) che si tramutano anche in un risparmio finanziario, dovuto alla minor manodopera necessaria. E i vantaggi non si limitano all’aumento e al miglioramento della biodiversità, dato che le superfici verdi, come noto, riducono il calore cittadino e assorbono grandi quantità d’acqua, mitigando così gli effetti delle isole di calore: «Effetti che sono maggiori in un prato gestito in modo estensivo, rispetto a una prato rasato ininterrottamente “a zero”», aggiunge Veronese, sottolineando l’ottima collaborazione con la città di Bellinzona. Le quattro superfici selezionate per l’avvio della campagna «Lasciami crescere, la natura ti ringrazia», sono sorvegliate dal Dipartimento del territorio, raccogliendo i dati sull’evoluzione della diversità, sul tipo di gestione, sulle risorse impiegate o risparmiate, ma anche prestando attenzione ad altri parametri da non sottovalutare, come la possibile proliferazione di erbe o piante indesiderate: «Certo, non tutte le specie che troviamo nei giardini e nei prati sono autoctone, alcune hanno un carattere invasivo e vanno pertanto monitorate ed eventualmente regolate, dato che alcune di esse soppiantano quelle locali e possono avere conseguenze negative, sia per la biodiversità sia per la salute dell’essere umano», precisa Luca Veronese.

Il progetto cerca quindi di portare una gestione estensiva in città e nelle aree pubbliche, spesso gestite in modo intensivo. Si vogliono insomma creare delle oasi di biodiversità all’interno dello spazio urbano, grazie a una strategia diversa e adattata all’utilizzo previsto delle superfici. Se per esempio il prato è una zona di svago molto frequentata, si può optare per dei tagli più frequenti nella parte centrale con dei bordi più «incolti» dove si lasciano crescere le piante spontanee.

Le quattro zone sono state scelte in posizioni abbastanza centrali e visibili dalla popolazione, proprio per sensibilizzare e informare il maggior numero di persone che, passeggiando, noteranno i cartelli informativi abbinati a un piccolo sondaggio. Si trovano davanti al Castello di Montebello, tra Piazza Teatro e Piazza Governo, all’ex campo d’aviazione nei pressi del Parco urbano e a Sementina, lungo il fiume che scende da Albagno. In attesa dei primi risultati di questo progetto pilota, l’invito per tutti i proprietari di giardini e i gestori di spazi verdi è quello di provare a non tagliare troppo spesso l’erba, soprattutto durante il mese di maggio, favorendo la biodiversità e risparmiando nel contempo tempo e risorse.