Viale dei ciliegi

by azione azione
15 Dicembre 2025

Vernante Pallotti-Giada Carboni

Chi ti ha detto che Babbo Natale non esiste?

Il Battello a Vapore (Da 9 anni)

Attenzione: recensione riservata agli adulti. Perché contiene una pessima ipotesi su Babbo Natale. Cioè, che (forse) non esista. Eppure, questo libro è scritto da Babbo Natale, anzi è proprio il suo diario, a cui il povero vecchio confida una cosa brutta che gli è successa, visto che non sa con chi parlarne e non vorrebbe rovinare l’atmosfera festosa a nessuno. La faccio breve: Babbo Natale ha ricevuto, tra le migliaia di letterine, un messaggio che dice così: «Per-niente-caro Babbo Natale, mio cugino mi ha detto la verità su di te (e ho controllato su internet) … tu non esisti». Babbo Natale a questo punto s’impegna a dimostrare la sua esistenza alla piccola autrice della letterina, la fa accompagnare dagli elfi («rapire» dirà lei seccata) fino al suo villaggio segreto, e in questa atmosfera onirica comincia un dialogo brillante e serrato tra i due, che incarnano rispettivamente il punto di vista logico-razionale-scientifico e il punto di vista mitico-trascendente-spirituale. La bambina, con il suo accanimento scientifico, ci dà dentro: «Renne di 180 chili che volano leggiadre come uccellini? […] Gli elfi… vuoi farmi credere che questi esserini producono due miliardi di giocattoli in un anno? E con che soldi paghi gli stipendi? […] La circonferenza della tua pancia è troppo grande per passare nei comignoli, che sono pure quadrati! […] La mia compagna di danza non riceve un bel niente, perché nella sua religione non si festeggia il Natale…». La chiave di lettura di questo libro è forse proprio qui: il pensiero scientifico è un’ottima cosa, ci mancherebbe, ma non sempre ciò che dà senso alla nostra esistenza è riducibile alla nuda logica della scienza. Abbiamo bisogno anche di un linguaggio simbolico, oltre che di un linguaggio logico. Ed è un linguaggio simbolico quello di cui sono intessute le poesie, le storie, le fiabe, i miti. E anche la magia del Natale. È un linguaggio magico-simbolico quello che spesso ci riscalda il cuore. Un libro perfetto per i ragazzini a cui questa magia si sta incrinando, e anche per tutti noi adulti disincantati.

Jennifer Coulmann

Un piccolo grande dono

Gribaudo (Da 4 anni)

Deliziosa questa storia in cui il topolino fa un regalo all’orso, ma il pacchetto è così piccolo che le zampone dell’orso non riescono ad aprirlo, è difficile anche solo sciogliere il nastro, è un dono confezionato con così tanta cura che l’orso non vorrebbe rovinarlo. La storia è deliziosa per molti dettagli: già la precisazione iniziale armonizza bene le due prospettive di cui dicevamo prima, scienza e fiaba: «di solito l’orso è già in letargo a Natale e non hanno mai fatto nulla di speciale», ma quest’anno i due amici hanno deciso di fare una piccola deroga, giusto il tempo di scambiarsi i doni e cenare insieme, e poi l’orso potrà tornare a dormire. Tuttavia, mentre l’orso fa un regalo più easy al topolino, un cestino di noci, il topolino invece ce la mette tutta per incartare e infiocchettare bene il suo dono. E qui c’è un secondo dettaglio tenero, cioè che l’orso procrastina l’apertura del pacchetto perché vuole godersi il momento a casa, accanto al camino, con tè caldo e biscotti, accanto all’albero addobbato. Ma, appunto, non riesce ad aprirlo, le sue zampe sono troppo grosse e maldestre. Senonché – e qui il terzo dettaglio, quasi commovente – bussa alla porta il topino, ansioso di vedere se il suo dono sia piaciuto. L’orso allora non apre, è imbarazzato: «Se scopre il regalo ancora incartato penserà che io non sia interessato». Povero orso! E povero topino, che ci rimane malissimo: «Forse non gli è piaciuta la mia sorpresa?». La storia continua, costruita con delicata perizia, facendo intervenire altri animali, interpellati dall’orso perché lo possano aiutare, mentre il topino, dentro casa, «è molto abbattuto.» Il finale non sarà scontato, e chiuderà in modo perfettamente circolare questa bella storia natalizia piena di calore, scritta e illustrata dall’autrice tedesca Jennifer Coulmann, che viene per la prima volta tradotta in italiano.