Conquistare l’Impero romano giocando a tombola

by azione azione
8 Dicembre 2025

Colpo critico: estrazioni imprevedibili per dare ritmo ai riti natalizi in un ricomporsi di titoli recenti e inattesi

Arriverà il Natale.

Così pensiamo nel buio di novembre. Così ci ripetiamo quando comincia l’Avvento. Arriverà il momento di fermarsi, di guardarci negli occhi. Di tirare il fiato. Ma accade poi davvero? Il signor Morlai, il personaggio di un vecchio racconto di Giovannino Guareschi, ritiene che il problema riguardi il nostro sentimento del tempo: «Il fatto è che tutti noi pensiamo al Natale come un giorno fuori dal calendario. […] Natale è per tutti noi come un punto d’arrivo. E il nostro sogno è di arrancare tutto l’anno per poi arrivare a fermarci un po’. Come se, quel giorno, il tempo dovesse fermarsi» (Il decimo clandestino, Rizzoli, 1982).

Non solo legionari, ma anche paperelle di plastica; nei giochi simil-tombola di oggi non ci si limitaa estrarre numeri

Naturalmente il tempo non si ferma. Anzi, a Natale sembra scivolare più in fretta, come un tram che sparisce nella nebbia. Intorno a noi risuonano gli auguri, i brindisi, si accendono alberi luminosi. Alcuni riti sembrano magari un po’ logoranti, però a volte ci aiutano a resistere. Lo stesso Guareschi, in un appunto preso nel 1943 quando era prigioniero nel lager di Beniaminowo, scrisse: «Ho trentacinque anni ma ricordo che ne ho avuti otto e, rimboccati i baffi, mi costruisco un piccolo presepe di cartone. Lo faccio smontabile. Non si sa mai».

È l’ironia, la leggerezza che aiuta a tenere duro. Basta anche solo quell’accenno scherzoso al rimboccare i baffi. In fondo, ogni presepe è una sorta di rappresentazione teatrale, uno spettacolo che ha in sé qualcosa di ludico. Non dimentichiamo che a Natale si festeggia pur sempre la nascita di un bambino: è buona cosa allora giocare tutti insieme.

Mi rendo conto che non è facile introdurre titoli nuovi e moderni dopo un lauto pranzo, innaffiato da sontuose libagioni. Una soluzione potrebbe essere quella di restare nell’ambito dell’inossidabile tombola, scegliendo però delle varianti più fresche. Per esempio un gioco di Paolo Mori di qualche anno fa: Augustus (Hurricane, 2013). Certo, i partecipanti sono meno rispetto alla tombola: da 2 a 6. Resta però il sacchetto dal quale si estraggono dei simboli che permettono d’inviare i propri legionari a conquistare province nell’Impero romano. Bisogna dunque gestire la propria «cartella», pianificando gli obiettivi in maniera razionale, con un occhio alle riserve di grano e un altro al consenso del senato.

Un gioco ancora più rapido è stato creato da Yoshihisa Itsubaki e si chiama Streams (Moonster Games, 2011). In questo caso il sacchetto contiene proprio dei numeri, da 1 a 30 (quelli fra 11 e 19 sono presenti due volte, quindi in totale sono quaranta). I partecipanti devono disporre i numeri in ordine progressivo dentro una serie di caselle, cercando di stimare a che distanza metterli l’uno dall’altro. È un procedimento semplice, che tuttavia porta un minimo di ragionamento nel mondo aleatorio della tombola. In più, proprio come la tombola, Streams può essere giocato da un numero indefinito di persone.

È adatto a gruppi numerosi anche Fifty, inventato da Jin Wo Seo 2019 e riproposto da Iello nel 2025 con alcune modifiche. In questo caso i giocatori scelgono una serie di cifre e le scrivono sulla cartella. Qualcuno reciterà a voce alta i numeri da 1 a 50: si fanno dei punti se al momento giusto si hanno delle cifre diverse dagli altri. Il meccanismo è quello del double guessing: sono convinto che il mio avversario sceglierà il 7, e allora prendo l’8 per rubargli il controllo del gioco. Ma se lui immaginasse tutto questo e prendesse invece il 9?

A differenza di Augustus, che ci porta nell’Impero romano, questi due ultimi titoli non sono ambientati. Del resto, anche l’ambientazione di Augustus rimane abbastanza pretestuosa. Ma questo tipo di passatempo trova la sua atmosfera altrove: nella cordialità, nelle risate, negli improvvisi rovesci di fortuna e nei colpi miracolosi. È molto simile anche Super Mega Lucky Box (Gamewright, 2021) di Phil Walker-Harding. Il nome dice già quasi tutto: i partecipanti (da 1 a 6) devono riempire dei piccoli quadrati di cifre rispettando alcune indicazioni. E infine menziono anche Duck & Cover (Captain Games, 2024) di Oussama Khelifati. I partecipanti, da 2 a 7, devono spostare delle piccole paperelle di gomma nella superficie di un’ideale vasca da bagno, seguendo l’ordine dei numeri… anzi, dei palmipedi estratti.

La fioritura di questi giochi dimostra come nel meccanismo della tombola ci sia qualcosa di imperituro. Del resto è presente fin dal XVIII secolo, nelle corti dei re così come nei cortili popolari. È sempre lei che riappare con facce nuove nel Bingo dei Paesi anglosassoni o nel nostro gioco del Lotto, nella vastità dell’Impero romano o fra legioni di papere di gomma colorate. Buona tombola, dunque, e buon Natale!