Viale dei ciliegi

by azione azione
1 Dicembre 2025

Sara B. Elfgren, La stella di Natale, illustrazioni di Johan Egerkrans Lupoguido (Da 8 anni)

Dell’autrice svedese Sara B. Elfgren avevamo già apprezzato il romanzo Il banchetto del secolo, che ci portava in un contesto fiabesco non esente da oscurità, in cui la lotta contro il male assumeva contorni di grande intensità emotiva, pur mantenendo una leggerezza arguta. Sempre dall’editore Lupoguido esce ora La stella di Natale, e la cifra stilistica dell’autrice si conferma ben salda nel suo saper fondere leggerezza e profondità, e nel saper intessere un’avventura appassionante dentro i connotati del fantasy fiabesco, con il viaggio dei giovani eroi, le prove, il coraggio di affrontare il male e di affermare con forza l’importanza dell’amore. Ossia l’importanza di avere un cuore: ma per avere cuore ci vuole appunto (ce lo dice l’etimo stesso) coraggio, perché avere un cuore significa anche soffrire, sentire il dolore altrui, provare rimorso e compassione. Aveva rinunciato al proprio cuore lo stregone Corvius Craxus, personaggio molto dark – «mi chiamano Principe della mezzanotte» – che non solo incarna l’antagonista dei tre fratellini protagonisti, ma assume anche delle connotazioni più complesse, poiché la rinuncia al proprio cuore, fatta in gioventù, per poter esercitare le arti magiche più nere, gli fa sentire un freddo che lo tormenta. Ed è proprio nella dicotomia caldo-freddo, luce-ombra, che si gioca gran parte del senso di questo romanzo: rinunciare al proprio cuore può rendere potenti ma il gelo interiore che ne consegue può distruggere ogni potere. E togliere ogni senso alla vita. Per questo lo stregone cercherà di carpire il calore da chi lo custodisce nel proprio cuore, togliendogli quindi forza vitale, come farà con il quarto fratellino, il neonato Olof, sempre più debole nella sua culla, e come farà impossessandosi di una stella del cielo.

La stella di Natale, si intitola questo romanzo, che è diviso in 24 capitoli, ed è quindi un ottimo libro-calendario d’Avvento, ma se è indubbio che lo spirito natalizio che lo illumina lo rende particolarmente adatto a questo periodo festivo, è altrettanto vero che si tratta di una storia leggibile in ogni stagione, proprio per i suoi tratti di universalità. Non è certo un tema nuovo, infatti, quello della lotta tra luce e ombra, tra forza vitale e gelo interiore, ma la declinazione che ne fa l’autrice, con la sua grande padronanza dei temi fiabeschi, e la costruzione di un personaggio di cattivo tormentato e passibile di – altrettanto tormentata – redenzione, rende il romanzo bello e toccante.

Anne Brouillard, Pikkeli Mimù, Babalibri (Da 4 anni)

Ci sono vari ingredienti dell’universo immaginativo di Anne Brouillard, pluripremiata autrice belga, in questo albo che mette in scena tre dei suoi personaggi più tipici: Pikkeli Mimù (un bambino che sembra un folletto e che vive da solo in una casa nel bosco), la sua amica Veronica, e Killiok, una creatura animale che sembra un cane ma che assomiglia a uno di quei Mumin della saga dell’autrice finlandese Tove Jansson. In effetti anche in Brouillard si sente il grande Nord, lei è nata a Louvain da padre belga ma da madre svedese, e la Svezia è un Paese (e ancor più un paesaggio) che connota molto le sue suggestive atmosfere.

Qui siamo in inverno, con boschi innevati e interni domestici pieni di calore: gli interni della Brouillard sono sempre così, cucine in cui sembra di sentire il profumo della torta nel forno, tavole apparecchiate nel tenero «disordine» vissuto di oggetti poggiati qua e là, e soprattutto grandi finestre da cui si vede l’esterno, quel paesaggio naturale che infonde pace ma che chiama anche all’avventura. Killiok è chiamato all’avventura: deve inoltrarsi nella foresta per andare da Pikkeli Mimù a fargli gli auguri di compleanno, ma l’attraversamento della fitta vegetazione non sarà senza inquietudine, perché la luce del giorno dura poco, il freddo è tanto, e non si è mai sicuri di essere sulla strada giusta. I lettori saranno tuttavia rassicurati nello scorgere in lontananza, tra gli alberi, la figuretta di Veronica che avanza sugli sci verso la casa di Pikkeli Mimù, e sarà proprio seguendo quella scia che Killiok troverà la strada. I tre amici trascorreranno un momento intimo e festoso insieme, un bellissimo compleanno, poi Veronica e Killiok saluteranno il loro amico e s’incammineranno verso le loro case, in un finale poetico come il resto di questa storia, sospesa tra buio e luce, dove «si vede l’infinito e si sentono le stelle cantare» e dove c’è tutto il mistero di un’infanzia di soglia, tra l’umano e il non umano, tra il reale e l’Altrove, un’infanzia di creature che vivono in casette nel bosco, che sentono la compagnia degli alberi e della natura tutta, che sanno apprezzare ogni piccolo momento di condivisione.