Side quest

by azione azione
10 Novembre 2025

«Side quest: crêpes alla Nutella!», mi dice la mia 17enne Clotilde quando torno dal lavoro e la trovo ai fornelli con l’amico Luca, arrivato per aiutarla a studiare matematica in vista del compito del giorno dopo. Il dubbio sorge spontaneo: la side quest ne Le parole dei figli è il nuovo modo per dirmi che invece di studiare stanno facendo altro? Evitiamo incomprensioni generazionali con l’adolescente e partiamo dalle basi: in inglese side significa lato e quest missione. La side quest è quindi la missione secondaria, un termine che arriva direttamente dal mondo dei videogiochi. In Marvel’s Spider-Man, per esempio, la missione principale di Peter Parker è fermare un potente signore del crimine, Mister Negative, il cui piano minaccia di distruggere New York City con un’arma biologica. Succede però che, mentre esplora la città, Parker intercetta una rapina in una gioielleria: la missione secondaria diventa allora fermare i ladri e salvare i civili. Oppure può imbattersi in uno degli zaini che aveva nascosto anni prima sui tetti di New York per avere sempre a portata di mano costumi e attrezzatura di riserva. Recuperarli tutti è un’altra side quest, che permette al giocatore di scoprire oggetti legati al passato del supereroe.

Nella vita di un teenager della Generazione Z, le missioni secondarie sono infinite, e se non le consideriamo come tali rischiamo di bollare ingiustamente i nostri figli come perditempo, poco performanti, non abbastanza concentrati: una side quest è un’attività extra e inaspettata, tutto ciò che è fuori programma e che porta una sorpresa nella giornata, lontano dagli obiettivi principali. Clotilde in vacanza a Lisbona, per la prima volta sola con i suoi compagni di classe, è andata a vedere l’Oceanario con Viola; sulla strada del ritorno hanno visto una funicolare e hanno deciso di salirci: «Side quest!», mi racconta al telefono divertita. Se io e lei usciamo con la missione di comprare un paio di jeans, ma poi passando davanti a una nail spa decidiamo di farci insieme la manicure, questa è un’altra side quest. Così come se, mentre l’adolescente è sul bus per andare a una festa e incontra inaspettatamente un amico che gli dice di fare prima un salto a casa sua, anche questa diventa una missione secondaria.

L’utilizzo così diffuso del termine ci dice molto dell’attitudine dei ragazzi a farsi sorprendere. E, sempre ispirandosi al linguaggio dei videogiochi, i giovani su TikTok la vedono anche come una strada per non farsi sopraffare dai traguardi da raggiungere nella vita: «Se ti senti annoiato nella vita è perché non stai facendo abbastanza missioni secondarie. Nella vita hai la tua trama principale che è trovare un lavoro, comprare una casa, avere dei figli. Ma poi ci sono anche missioni secondarie che ti danno XP (Punti Esperienza) aggiuntivi. Con gli XP fai salire il livello del tuo personaggio, sblocchi nuove attività e diventa più facile battere la trama principale. Fare missioni secondarie, ovvero provare cose nuove, è ciò che ti dà più esperienza e ti stimola al di fuori della trama principale. Come domenica sono andato a fare arrampicata. Ed è stato così divertente. Sei più ispirato. Rende il resto della vita più piacevole».

Intesa come qualcosa che sposta dalla traiettoria da percorrere la side quest non è solo legata all’imprevisto che rompe la routine, ma può diventare una filosofia di vita: ai nostri tempi avremmo parlato dell’importanza di coltivare hobby! Eppure, a pensarci bene, mi rendo conto che anche le mie giornate spesso sono scandite da side quest: la più frequente (se il portafoglio lo permette) è buttare l’occhio alle vetrine di una boutique sul tragitto casa-lavoro, e poi ritrovarmi alla scrivania con un sacchetto e un acquisto nuovo di pacca fatto in cinque minuti. E capita che nella pausa pranzo esca dalla redazione per comprare un panino da mangiare alla scrivania, e poi mi ritrovi davanti a un’insalata con la mia collega Ilaria incontrata per caso. Senza dubbio, le side quest rallegrano la vita! Ed è per questo che, ripensando alle mie, sorrido. E non posso che essere contenta di trovare Clotilde e Luca davanti alle loro crêpes, anche a costo di qualche esercizio di matematica in meno.