Esce in francese il pamphlet anti-Trump del giornalista ticinese Roberto Antonini e dell’illustratore Alex Barbey
Esce in francese per Variante edizioni il pamphlet illustrato anti Trump di Roberto Antonini con le vignette di Alex Barbey dal titolo che non richiede troppi sforzi interpretativi (Fake you! Le monde parfait de Donald) sotto la caricatura del presidente Usa che punta il dito in copertina contro il lettore. Si ride amaro con Antonini, già capo dell’informazione della RSI e attuale direttore del Corso di giornalismo della Svizzera italiana, e con l’illustratore Barbey che, seguendo la tradizione francofona, non teme di giocare la carta del politicamente scorretto. Come quando mostra Trump e Netanyahu che compongono insieme una svastica su un tavolo di lavoro. O quando mette in scena Zelensky fermo davanti al procedere dei carrarmati americani, una citazione visiva dello studente che sta ritto davanti ai cingolati a Tienanmen nella primavera del 1989.
Si direbbe che Antonini lasci la parte del poliziotto cattivo a Barbey, perché i suoi brevi e fulminanti capitoli sono in realtà più descrittivi che non propriamente satirici. Il fatto è che descrivere le scelte dell’Amministrazione Trump, oggi, significa gettare un fascio di luce tagliente su fatti oggettivamente abnormi, con tutti i paradossi «comici» che li accompagnano, le contraddizioni, i non sense e la cultura trash che esprimono ai livelli mai visti nella storia umana contemporanea. Gli esempi sono infiniti e inarrestabili. Sono tutte storie molto appariscenti, imbarazzanti (almeno secondo il buon senso) e note: per Trump Gaza deve trasformarsi in una ridente «Riviera» per turisti, molti innocui libri per bambini devono essere censurati, e i suoi dazi doganali devono essere rivendicati con toni apocalittici anche se non hanno nessuna giustificazione economica. La critica è quindi indiretta, ma comunque feroce. Capitolo dopo capitolo, emerge un mondo alla rovescia il cui protagonista si autoproclama salvatore del mondo, propugna un culto narcisistico di sé, è ossessionato dal controllo mediatico e culturale (come nel conflitto con Harvard) e promuove un regime che mescola autocrazia, turbo-capitalismo e spettacolo. Non mancano certo osservazioni divertenti, ma assolutamente descrittive e non caricaturali, come l’uso del cappello a tese larghe da parte della First Lady, che sembra fatto apposta per non farsi baciare dal consorte. O l’ossessione grottesca e anti-storica di Trump per ribattezzare i luoghi con nuovi nomi a lui più congeniali come Golfo d’America invece che Golfo del Messico.
L’aspetto più interessante del libro sono i dietro le quinte svelati dal documentatissimo giornalista ticinese, che aiutano a capire meglio le scelte apparentemente folli del capo della Casa Bianca, più che a riderne. Come nel capitolo «Inonder la zone de merde» in cui ricorda la strategia mediatica di Steve Bannon, consigliere oscuro di Trump, basata sulla formula «flood the zone with shit»: inondare lo spazio pubblico di… diciamo così: dichiarazioni assurde, fake news e decreti shock per saturare l’attenzione e disorientare l’opinione pubblica. Un caos per nulla casuale. Anzi, una tattica deliberata per dominare il discorso politico e screditare gli avversari. Donald Trump l’ha applicata con frenesia, firmando 139 decreti in 100 giorni, tra cui misure contro Harvard, l’OMS, l’ambiente e i migranti, in un turbine di provocazioni e narcisismo. Insomma, con lui tutto appare finto e esagerato ma è esattamente quello che sembra. Se non ci fosse da piangere, farebbe anche ridere.
Bibliografia: Roberto Antonini e Alex Barbey, Fake You! Le monde parfait de Donald, 95 pagg., Variante edizioni  Â
 
			         
			         
			        