Curare attraverso sguardi e gesti

by azione azione
29 Settembre 2025

La testimonianza di Anna Pucci e Arianna Curiale, 24enni oggi in possesso di un Bachelor SUP in Cure infermieristiche, partite per tre mesi di esperienza in Sri Lanka

Sono i rapporti umani a emergere quale aspetto centrale di una crescita personale e professionale derivante da uno stage all’estero durante la formazione in ambito sanitario. L’esperienza in un Paese lontano dalla Svizzera per posizione geografica, cultura e sviluppo aiuta a lavorare in condizioni diverse e appunto a concentrarsi sulla relazione con le persone, siano esse colleghe e colleghi o destinatari delle prestazioni offerte. La testimonianza di Anna Pucci e Arianna Curiale, 24enni oggi in possesso di un Bachelor SUP in Cure infermieristiche rilasciato dalla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), mostra la ricchezza di questo tipo di esperienza nonché l’impatto di quest’ultima sulle attività associative del nostro cantone. Le due giovani infermiere sono infatti partite per tre mesi lo scorso anno nell’ambito di un progetto organizzato dalla SUPSI con l’associazione Helianto (con sede a Giubiasco) che proprio quest’anno festeggia i vent’anni di attività umanitaria concentrata in prevalenza nello Sri Lanka.

Anna Pucci e Arianna Curiale durante il soggiorno ad Aluthgama – base operativa di Helianto a sud della capitale Colombo – hanno ampliato le loro competenze infermieristiche attraverso attività pratiche e di osservazione in diversi contesti sanitari. «Abbiamo lavorato in cliniche neonatali, reparti pediatrici e ambulatori per pazienti con malattie croniche, come pure nell’ambito di visite a domicilio e di programmi di educazione sanitaria nelle scuole», raccontano le due giovani infermiere attualmente alla ricerca di un posto di lavoro in Ticino. Ciò che le ha colpite maggiormente è però la calorosa accoglienza ricevuta dal personale e dalla popolazione locali. Proseguono all’unisono: «Medici e infermieri si sono sempre dimostrati disponibili a condividere le loro conoscenze e a rispondere alle nostre domande. In particolare siamo state seguite da un’infermiera che ha funto da mentore, accompagnandoci, oltre che nell’ambito professionale, nell’organizzazione delle gite e invitandoci anche a casa sua. La comunicazione verbale con i pazienti è invece stata più difficile, perché pochi erano in grado di parlare inglese. Per questo abbiamo cercato di imparare un po’ di singalese, annotando su un taccuino le parole più importanti e cercando di comporre alcune frasi basilari». «Dove non arrivavano le parole, compensava però il linguaggio non verbale – aggiunge Anna Pucci – che permette attraverso gli sguardi e la delicatezza dei gesti di far capire ciò che si vuole trasmettere, l’aiuto che si vuole portare». Per Anna questo è stato uno degli aspetti più arricchenti dell’esperienza nello Sri Lanka, dove le due giovani sono entrate in contatto con la fragilità e l’intimità domestica di persone ammalate nel contesto di vita di un Paese in via di sviluppo. A questa realtà erano però state preparate durante gli studi. Spiega al riguardo Arianna Curiale: «La formazione in Cure infermieristiche prevede tre anni di studio a tempo pieno comprensivi di quattro stage. Alle esperienze all’estero ci si avvicina attraverso un corso prima della partenza previsto durante il secondo anno che affronta i temi generali della cooperazione internazionale e permette di essere pronti sia dal punto di vista professionale che da quello personale». Dopo l’esperienza nello Sri Lanka Arianna, da sempre interessata ai viaggi e alla scoperta di nuove realtà, ha sfruttato ancora questa possibilità con un periodo di lavoro in Italia.

Anna Pucci e Arianna Curiale in Sri Lanka hanno lavorato anche a programmi di educazione sanitaria nelle scuole.

Agli stage formativi all’estero è legata la storia stessa di Helianto. Fondata nel 2005 a seguito della distruzione causata dallo tsunami che colpì lo Sri Lanka l’anno prima, l’associazione ha conosciuto alcuni anni fa un completo rinnovo del comitato. Quest’ultimo è ora composto da otto giovani sui 25-30 anni e da Saman Wjiendra Da Silva, persona di riferimento sul posto sin dalla fondazione dell’ente. Diversi i membri del comitato che hanno avuto esperienze di volontariato o di stage sull’isola dell’Oceano indiano attraverso Helianto, come la presidente Sharon Musatti, alla guida di Helianto dal 2019. «Sono partita nel 2014 per uno stage nell’ambito della mia formazione alla Scuola Specializzata per le Professioni Sanitarie e Sociali (SSPSS). Sono stata fra i primi ospiti della Guest House costruita dall’associazione ad Aluthgama. Concepita come casa d’accoglienza per madri e bambini, è stata riconvertita in casa per ospiti, siano essi stagisti, volontari o turisti. L’esperienza nello Sri Lanka mi ha portato ad interessarmi maggiormente all’attività dell’associazione diventando parte del comitato nel 2016. Fondato da Sergio “Seo” Arigoni, l’ente concentra il suo impegno nel combattere povertà, malattie e analfabetismo nell’infanzia. Cooperiamo con le autorità locali affinché diventino autonome nella gestione dei progetti che promuoviamo. In vent’anni sono stati costruiti e mantenuti in buono stato otto scuole dell’infanzia e due ambulatori materno infantili». La presidente evidenzia al proposito il ruolo essenziale svolto sul posto dalla persona di riferimento. «Saman conosce bene il territorio, la popolazione e i bisogni, oltre a essere in contatto con le autorità. In comitato analizziamo attentamente le richieste e le proposte anche dal punto di vista dei rischi e della qualità. A questo scopo abbiamo ampliato le nostre conoscenze formandoci nella gestione di progetti di cooperazione e sviluppo».

Il sistema sanitario dello Sri Lanka è molto complesso, per cui non è semplice avviare progetti in questo ambito e nemmeno organizzare gli stage. Ancora Sharon Musatti: «Unitamente a Saman ho avviato molti incontri con le autorità locali, tra cui anche il segretario del Ministro della salute direttamente a Colombo, per garantire la possibilità agli studenti di praticare nelle strutture sanitarie, perché loro propendono per soggiorni di carattere osservativo. Questo ha reso possibile l’arrivo di Anna e Arianna. Cercheremo di garantire nuovi posti di stage anche nei prossimi anni, intensificando la ricerca di nuove collaborazioni. L’attenzione per gli stage formativi è sempre stata una caratteristica dell’associazione, anche per volontà del precedente e iniziale comitato. Grazie all’impegno di un’arteterapista formatasi in Germania che fa parte del comitato, nel 2019 abbiamo collaborato con la Hochschule für Kunste im Sozialen di Ottesberg la quale ha inviato cinque studenti ad Aluthgama per proporre diverse attività artistiche a bambini fra i 6 e i 15 anni con lo scopo di stimolare la creatività e fornire loro nuovi mezzi di espressione».

L’associazione opera nelle zone rurali dove gli abitanti vivono di un’agricoltura di sussistenza e in genere la presenza di risorse governative è limitata rispetto ai centri urbani. È impegnata anche in ambito educativo e ha esteso l’attività di scambio culturale alle scuole dell’infanzia con il contatto fra bambini del Ticino e i piccoli allievi della scuola di Kanuwa fondata da Helianto. Partito dalla scuola di Ponte Capriasca, il progetto Ponte Arcobaleno è stato finora esteso a Lumino. Uno scambio di disegni, favorito dai volontari che periodicamente si recano ad Aluthgama per conto di Helianto, permette ai più piccoli di scoprire vicendevolmente come si vive la quotidianità nei rispettivi Paesi. I volontari – oltre cento in vent’anni con un’età media che tende ad alzarsi verso i 25-30 anni – creano un legame solido fra le due comunità e come per gli stage formativi permettono di avvicinare i giovani all’attività dell’associazione. Promuovere l’incontro e la comprensione fra culture diverse fin dalla prima infanzia, favorire l’approfondimento di questo spirito durante la formazione professionale, costituire a livello di comitato un gruppo forte e solidale che collabora con altri enti e cresce nelle competenze necessarie per lavorare in ambito internazionale, è la realtà di Helianto costruita dapprima per aiutare una popolazione colpita da una calamità, ma con il tempo trasformatasi anche in uno scambio arricchente per entrambe le parti.