E se tornassimo a parlare di limiti? La prima cosa che affrontiamo con i bambini sono proprio i limiti e i divieti. Questo si può fare, quello non si può fare. Non si può mangiare con le mani, non si mettono le dita nel naso, non si può insultare il compagno d’asilo, non si sputa nel piatto in cui mangi e neanche in quello del vicino, non si dicono le bugie, non si prendono in giro le persone fragili eccetera eccetera. Ora è ufficiale: questi limiti non esistono più, ci eravamo sbagliati. Si possono sparare panzane impunemente, si può fare lo sgambetto allo zoppo, si può insultare chiunque senza limiti, possiamo farci beffe del povero e del malato. Perché, se gli insegnamenti vengono dall’alto, possiamo finalmente permetterci di tutto. Chi la pensa diversamente è solo un disgustoso, povero, demente politicamente corretto. A furia di rimproverare ai buoni di essere buonisti, il cinismo, l’opportunismo, la scorrettezza politica, sociale, culturale hanno vinto. Evviva.
E se invece tornassimo a rispettare i limiti? Senza pretendere troppo, limitiamoci ai limiti che segnano il confine della banalissima buona educazione. Se uno non la pensa come te, è maleducato dargli dell’idiota, del cretino, o del figlio di p… Chi lo dice a Trump (-1) che dare del figlio di p… al suo predecessore, oltretutto malato, con un tumore alla prostata e una metastasi alle ossa, è come si diceva una volta inopportuno, oltre a essere cattiveria allo stato puro come l’acqua distillata? Chi glielo dice che non si può promettere di risolvere una guerra in 24 ore e dopo dieci mesi far finta di niente (-2)? Chi glielo dice che non può trattare a pesci in faccia un suo ospite alla Casa Bianca come ha fatto con Zelensky (-3)? Chi glielo dice che, se continua così, alla fine del suo mandato presidenziale il suo voto d’aria scenderà a – 1000? Qualcuno lo avvisi, per favore.
I limiti, si diceva. Einstein ha scritto che la differenza tra un genio e uno stupido è che il primo ha dei limiti, ma Trump probabilmente non lo sa (-4). Figurarsi (-5) se conosce la frase-talismano di Totò: «Ogni limite ha una pazienza». I limiti della buona educazione, d’accordo. Ma i limiti territoriali? Neanche per sogno. Sconfinare è il progetto del presidente americano (Canada, Groenlandia). Sconfinare ovunque possibile è la politica bellica di Netanyahu (Gaza, Cisgiordania, Iran, Siria…). Debordare è la parola d’ordine di Putin: in Polonia, Romania, Estonia… Nessuno rispetta i confini, ciascuno fa come vuole. Sfondare in ogni direzione, a destra e a sinistra, ma difendere con i denti (e i muri) i propri confini. Un paradosso, un delirio di onnipotenza.
Se ogni limite ha una pazienza, è vero innanzitutto che la pazienza ha un limite, e se qualcuno (la Cina?) perde la pazienza, finisce molto male. Un aureo libretto di Remo Bodei (6-), pubblicato qualche anno fa dal Mulino e intitolato Limite, si interrogava: «Dove si trova, se si trova, la linea di demarcazione tra il buono e il cattivo, tra il lecito e l’illecito?». Già, dove si trova? La risposta non è univoca. Bisogna distinguere tra limiti fisici, scientifici, intellettuali, morali, politici. «Non tutto ciò che è possibile è lecito» è il principio chiave (6) da tenere come bussola. Un altro è quello di Orazio: «La morte è il limite ultimo di tutte le cose». Tolstoj mette in testa a un suo personaggio, Ivan Il’ič un sillogismo: «Caio è un uomo, gli uomini sono mortali, dunque Caio è mortale». E però: «gli era sembrato per tutta la vita, giusto soltanto nei riguardi di Caio, e che lui non c’entrasse per nulla. Quello era l’uomo Caio, l’uomo in generale: la cosa era quindi giusta; però lui non era mica Caio». Non è che per caso Donald, Vladimir e Benjamin la pensano come Ivan (4+)? A quanto ci risulta, sono tutti credenti, a vario titolo, eppure sembrano ignorare che alla fine sono anche loro (come noi) implacabilmente Caio. A meno che non confidino, con la loro onnipotenza (politica, militare, economica), nell’allungamento della vita più che nella loro immortalità. Probabilmente credono più nelle potenzialità della Silicon Valley che nella carità di un qualsiasi Dio. E al diavolo ogni limite.