In sella per la Trans dinarica o tutti a Bodø?

by Claudia
31 Dicembre 1969

Anche nel programmare le prossime vacanze ritorna sempre la vecchia storia della cicala e della formica. Per le cicale – gli inguaribili ottimisti – non è mai troppo tardi e sognano occasioni imperdibili o last minute che saranno disponibili ancora a maggio e giugno. Ma per gli altri – i pianificatori ansiosi – la fine dell’anno in rapido avvicinamento è già troppo tardi; di certo le offerte migliori se ne saranno andate e si starà peggio pagando di più.

Per questi ultimi, tuttavia, c’è un ulteriore dilemma, specie per chi era abituato ai ritorni estivi: stessa spiaggia stesso mare, anno dopo anno, sole, sabbia e ozio. Infatti nelle ultime due estati le ondate di calore sono state intollerabili, con temperature ben sopra i 40°C in luglio. E poi incendi quasi ovunque, zanzare, meduse, mancanza d’acqua. Certo la vicinanza del mare aiuta ma, se non puoi uscire fino alle cinque del pomeriggio e la notte è un inferno, la libertà promessa dalla vacanza si trasforma in una sorta di trappola; e allora meglio starsene a casa.

E così, per la prima volta in oltre mezzo secolo, le statistiche rilevano nuovi orientamenti. Per esempio BBC Travel indica nel luglio 2019 il mese con più arrivi in Italia (9’255’000 visitatori stranieri), un recupero quasi completo nel 2022 (9’064’000), seguito però da una flessione in luglio 2023 (8’748’000). Certo le ragioni possono essere diverse. L’Italia ha accusato i media stranieri di interessata disinformazione. E si potrebbe chiamare in causa la crisi, la disorganizzazione in molti settori del turismo, la guerra eccetera. Tuttavia, secondo una ricerca di European Travel Commission, un significativo 10% di turisti è meno interessato ai tradizionali soggiorni estivi nel Mediterraneo; e un solido 5% ha già spostato le sue vacanze in autunno. Inoltre l’8% ha indicato specificamente gli «eventi meteorologici estremi» come la principale preoccupazione per i viaggi in Europa. Meglio dunque lamentarsi meno e organizzarsi di più, sia sul fronte della mitigazione sia con politiche a lunga gittata.

Chi invece alla classica vacanza stanziale preferisce i viaggi può attingere al calendario culturale. Per esempio nel 2024 Bodø, in Norvegia, sarà la prima Capitale europea della cultura a nord del Circolo polare artico. Tra gli stravaganti eventi previsti, un falò di mezza estate, un festival della libertà, un concerto in una grotta sommersa e un’opera lirica sullo stoccafisso. A Bodø si affianca Bad Ischl-Salzkammergut, in Austria, già conosciuta per le sue miniere di sale (ma ora «La cultura è il nuovo sale», recita lo slogan). Infine la terza capitale è Tartu, di cui sin qui poco o nulla si sapeva. Ma non pensate al rigore nordico: il palazzo del municipio della seconda città dell’Estonia è rosa e nella piazza antistante c’è la statua del bacio.

In occasione dei cinquant’anni dal primo grande viaggio del suo fondatore, Tony Wheeler, Lonely Planet propone cinquanta mete di tendenza. Potreste considerare la Mongolia, che ha recentemente allentato le restrizioni sui visti, o il Benin, la patria spirituale del vudù. Tra le città, naturalmente la Parigi delle Olimpiadi 2024 o la fluviale Manaus, la principale metropoli amazzonica alla confluenza di fiumi immensi nel mezzo di una foresta infinita. Potrebbe incuriosirvi anche la Trans dinarica, il primo percorso ciclabile che collega tutti i Balcani occidentali in 80 tappe e 3364 km attraverso Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Albania, Macedonia del Nord, Kosovo e Serbia.

Tourism Review si è spinta ancora oltre proponendo le «Cinque destinazioni meno visitate». Sono tutte nel Pacifico: le isole Marshall, Niue, Kiribati e la Micronesia. Ma il primo posto spetta all’isola-Stato di Tuvalu, il Paese con meno visitatori al mondo: solo 3.700 all’anno, nonostante le splendide lagune e le barriere coralline. I pochi turisti e la bellezza della natura sono ottime ragioni per andarci ma ce n’è anche un’altra: entro il 2100 Tuvalu potrebbe essere il primo Paese al mondo a essere sommerso per effetto del cambiamento climatico. E questo ci riporta al nostro punto di partenza e ci ricorda che forse la scelta delle prossime vacanze non dovrebbe proprio essere in cima alle nostre preoccupazioni.