Nelle sperdute valli del Montana

by Claudia
30 Aprile 2018

Videogiochi – <i>Far Cry 5</i>: la nuova avventura creata da Ubisoft poteva osare di più

Qualcosa di molto strano sta succedendo nella Hope County, una sperduta (nonché fittizia) contea del Montana. Una violenta setta religiosa, capitanata dal carismatico Joseph Seed, sembra convinta che la fine dei giorni sia giunta. Rapimenti, maltrattamenti, omicidi. Nulla sembra turbare il sonno di questo gruppo di fanatici che si fa chiamare Eden’s Gate. Un intervento delle forze dell’ordine è necessario e una squadra formata dallo sceriffo della contea, accompagnato da un poliziotto federale e da un vicesceriffo, tenta di assicurare Seed alla giustizia. Un intervento che farà precipitare la situazione ben oltre il punto di non ritorno. Benvenuti nel Montana di Ubisoft!
Far Cry 5 ha causato una certa apprensione in seguito al suo annuncio. Una tematica potenzialmente scottante quella delle comunità armate iper-religiose negli Stati Uniti, in un periodo in cui il dibattito sulle armi è tristemente d’attualità. L’immagine che ha accompagnato l’annuncio poi si rifaceva palesemente all’ultima cena di Leonardo da Vinci con un richiamo davvero evidente alla religione cristiana. In molti si sono chiesti se il media videoludico mainstream fosse pronto per affrontare tematiche di tale importanza in modo intelligente e maturo senza scadere in semplificazioni e luoghi comuni. La risposta a questa domanda è sfortunatamente negativa.
In questo nuovo capitolo della longeva serie di sparatutto di Ubisoft dovremo affrontare un’orda di fanatici religiosi spinti da una fede incrollabile e inebriati da una misteriosa sostanza allucinogena. Nei panni di un anonimo vicesceriffo della contea di Hope, la nostra missione è quella di aiutare la popolazione terrorizzata, riportare l’ordine e fermare Joseph Seed e i suoi sadici fratelli. La struttura di Far Cry 5 è quella del sandbox, ovvero un’ampia zona esplorabile nella quale il giocatore può muoversi liberamente affrontando varie missioni che portano avanti la narrazione. Le varie attività proposte spaziano da missioni in cui l’azione (e le pallottole) non si sprecano ad altre più peculiari. Potremo cacciare, andare a pesca, aiutare i cittadini, esplorare depositi dei survivalisti e molto altro ancora. A causa della vastità della zona esplorabile, il gioco ci offre la possibilità di utilizzare veicoli di terra, acqua ed aria: potremo ad esempio scorrazzare a bordo di un potente camion modificato, sfrecciare sui fiumi a bordo di barche a motore o addirittura impossessarci di un elicottero. A differenza del passato, Far Cry 5 affianca al giocatore una serie di compagni comandati dall’intelligenza artificiale del gioco. Una volta conquistata la loro fiducia potremo quindi avvalerci di alleati specializzati in attacchi furtivi, magari dal cielo oppure in esplosioni. Addirittura potremo scegliere come compagni un cane, un puma e un orso bruno ammaestrato. Questi compagni virtuali possono anche essere sostituiti da compagni umani, sfruttando il sistema di gioco cooperativo online. In questo caso le possibilità di una strategia coordinata sono decisamente maggiori. 
Tutti questi elementi, uniti all’assoluta libertà di movimento, sono un’ottima miscela. Far Cry 5 è un gioco divertente in grado di proporci un ampio ventaglio di situazioni da affrontare nel modo che preferiamo. Ma a differenza di altri giochi piuttosto simili (come l’ottimo Ghost Recon Wildlands uscito l’anno scorso) Far Cry 5 rimane un gioco orientato all’azione pura e seguire approcci più discreti non è altrettanto divertente né soddisfacente. Soddisfazione totale invece per il comparto visivo del gioco. Il Montana realizzato dagli sviluppatori di Ubisoft è da togliere il fiato: tramonti dorati a bordo fiume, foreste rigogliose e colline coltivate sono un vero piacere da esplorare sia su consolle che su PC.
Far Cry 5 ci ha convinto in pieno? Da un punto di vista ludico, sì. Tuttavia dove questa nuova produzione fallisce è nell’affrontare il tema delle armi e del fanatismo religioso. Non è chiaro se, in seguito alle dure proteste di molti esponenti conservatori americani la storia sia stata adattata o se semplicemente sia mancata la volontà di affrontare il tema in modo più maturo. Il risultato è un’ambientazione con moltissimo potenziale totalmente sprecato. Un cattivo monodimensionale ridotto alla caricatura di un despota pazzo, un protagonista senza nessun carisma e un nutrito numero di clichés. Manca anche qualsiasi riflessione sull’utilizzo delle armi, che sono ridotte ad un semplice mezzo per uccidere più nemici possibili. Si poteva osare molto di più ma, evidentemente, i videogiochi ad alto budget non sono ancora pronti per affrontare tali argomenti. Un vero peccato.